Tarlo vespa del pioppo - Paranthrene tabaniformis (Rott.)
Atlante di Entomologia Agraria - Insetti utili e dannosi

Classificazione e piante ospiti

Classe: Insetti
Ordine: Lepidotteri
Sottordine: Eteroneuri
Famiglia: Egeridi
Genere: Paranthrene
Specie: P. tabaniformis (Rott.)

Riferimento bibliografico:
Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata” – M.Ferrari, E.Marcon, A.Menta; Edagricole scolastico - RCS Libri spa

Piante ospiti: Pioppo, Salice.

Identificazione e danno

Il Tarlo vespa è uno dei fitofagi più dannosi del Pioppo per il danno provocato dalle larve che scavano gallerie nel legno; il nome deriva dalla somiglianza degli adulti con gli Imenotteri Vespoidei. Gli adulti sono farfalle (circa 20-35 mm di apertura alare) con il corpo di colore nerastro; l'addome presenta tipiche fasce anulari giallastre, con un ciuffo di peli scuri nella sua parte distale. Le ali anteriori, che sono ricoperte di deboli squame brunastre, assumono un aspetto quasi trasparente, mentre le ali posteriori sono completamente trasparenti; nell'insieme si discostano dalle tipiche ali dei Lepidotteri per assomigliare ai Vespoidei.
Le larve sono biancastre (circa 25-35 mm di lunghezza a maturità), con il capo brunastro-rossiccio. Il danno è determinato dagli stadi larvali che scavano gallerie nella zona midollare, soprattutto dei giovani astoni in vivaio; tuttavia il danno si manifesta anche nei pioppeti sui rami e sulle giovani branchette che si rompono facilmente per l'azione del fitofago. L'attacco è evidente perché la pianta, in corrispondenza del punto di entrata della larva, reagisce con un tipico rigonfiamento; infatti la larva prima di raggiungere il midollo scava delle gallerie sottocorticali che determinano queste reazioni. Le lesioni e le gallerie prodotte da questo fitofago provocano, oltre ai danni diretti descritti, anche danni indiretti tra cui l'indebolimento della pianta, una maggiore recettività a patogeni da ferita quali le Carie ed il Cancro della corteccia, particolarmente favoriti dalle ferite aperte. Si ricorda inoltre l'Egeride Aegeria apiformis o Sesia apiforme del Pioppo, le cui larve scavano iniziali gallerie sottocorticali, per lo più alla base delle piante, poi nella primavera successiva si approfondiscono nel legno scavando ulteriori gallerie. L'adulto sfarfalla nella primavera dei 3° anno solare compiendo una generazione in due anni.

Ciclo biologico

Il Tarlo vespa completa il ciclo di sviluppo in uno o due anni, pertanto sverna allo stadio di larva, più o meno matura, dentro le gallerie scavate nel legno.
II periodo di sfarfallamento è piuttosto ampio: inizia a maggio e prosegue fino alla fine di luglio, a volte anche oltre; tuttavia i momenti di maggior sfarfallamento si verificano nella seconda metà di giugno. L'avvenuto sfarfallamento si nota per la presenza dei residui delle crisalidi metà dentro e metà fuori dai buchi di uscita delle gallerie.
Gli adulti si accoppiano ed ovidepongono alla base delle foglie, sui germogli o nelle screpolature della scorza; la deposizione avviene con maggior frequenza sui germogli meno vitali o lesionati.
Dopo circa una settimana nascono le larvette che iniziano immediatamente a scavare piccole gallerie sottocorticali; in un secondo tempo raggiungeranno il midollo. Con il sopraggiungere della stagione avversa le larve chiudono, con rosure, le gallerie e svernano. L'attività viene ripresa nella primavera successiva per sfarfallare da maggio a fine estate.
L'ampio periodo di sfarfallamento determina la possibilità di avere una generazione all'anno oppure una generazione ogni due anni.

Larva di Tarlo vespa del pioppo Larva di Tarlo vespa del pioppo - Paranthrene tabaniformis (Rott.) (foto www.infojardin.com)

Adulto di Tarlo vespa del pioppo Adulto di Tarlo vespa del pioppo - Paranthrene tabaniformis (Rott.) (foto www.fotonatura.org)

Lotta chimica

In considerazione dell'ampio periodo di sfarfallamento diviene molto importante conoscere il momento della massima presenza (massima ovideposizione); per il censimento della popolazione si possono utilizzare:
- trappole di monitoraggio con ferormone sessuale; le trappole vanno installate verso la metà di maggio; esse servono soprattutto per stabilire i "picchi" di sfarfallamento. Tuttavia in vivaio, ambiente in cui il danno è più grave, è stata stabilita una soglia di intervento che corrisponde a 10-15 adulti catturati per trappola per settimana; in questo caso si tratta dopo circa 15-20 giorni dal superamento della soglia, cercando di evitare trattamenti troppo precoci.
- campionamento delle larvettine: in questo caso si esegue il trattamento alla prima comparsa delle larvette, quando sono ancora nel sottoscorza.
Vengono eseguiti 2-3 trattamenti con cadenza di circa 10-15 giorni, l'uno dall'altro. In questi casi è opportuno utilizzare insetticidi microincapsulati che consentono, in funzione della lenta cessione del principio attivo e del conseguente maggiore tempo di persistenza, di diradare il numero dei trattamenti mantenendo sempre protette le piante. In ogni caso i prodotti da utilizzare sono gli stessi già indicati. Per i Pioppi ornamentali o in caso di attacchi non diffusi è possibile uccidere direttamente il Tarlo vespa insufflando sostanze insetticide (in soluzione o come gas) nelle gallerie.

Lotta biologica

La lotta biologica contro il Tarlo vespa è ancora in fase sperimentale; attualmente si stanno provando formulati biologici con il fungo Beauveria bassiana oppure con Nematodi del genere Neoaplectana, iniettati in galleria o distribuiti sugli organi legnosi. Le sperimentazioni hanno fornito risultati molto promettenti, in particolare l'impiego dei Nematodi che in certe condizioni può divenire applicativo. In natura i nemici naturali sono:
- Leskia aurea: Dittero Larvevoride, parassitoide delle larve;
- Imenotteri come: Bracon fulvus, Ephialtes abbreviatus, Apanteles parassitella;
- uccelli, in modo particolare i Picchi; questi sono ottimi predatori di larve.

Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata

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