Piralide del mais - Ostrinia nubilalis (Hb.)
Atlante di Entomologia Agraria - Insetti utili e dannosi

Classificazione e piante ospiti

Classe: Insetti
Ordine: Lepidotteri
Sottordine: Eteroneuri
Famiglia: Piraustidi
Genere: Ostrinia
Specie: O. nubilalis (Hb.)

Riferimento bibliografico:
Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata” – M.Ferrari, E.Marcon, A.Menta; Edagricole scolastico - RCS Libri spa

Piante ospiti: Mais e altre Graminacee, Peperone, Fagiolo, Asparago, Pomodoro, Bietola, Girasole, Tabacco, Ornamentali (Gladiolo, Crisantemi, ecc.), Arboree (rami di Pioppo, Pesco; frutti di Melo e di Actinidia).

Identificazione e danno

La specie è diffusa soprattutto nelle regioni settentrionali e centrali italiane.
La Piralide è una farfalla di medie dimensioni (circa 25-30 mm di apertura alare); vi è dimorfismo sessuale in quanto il maschio è più piccolo della femmina. Le ali anteriori sono giallastre, con variegature più scure nel maschio e meno evidenti nella femmina; le ali posteriori sono uniformi ed hanno un colore crema, nelle femmine la tonalità di colore è più chiara.
La larva misura circa 20-25 mm di lunghezza; presenta una livrea di colore grigiastro o nocciola, con bande longitudinali, una mediana e due laterali, tendenti al verde, con file di tubercoli scuri. Il capo ed il protorace sono bruno scuri. Il danno si manifesta sulle foglie, sui culmi e sulle cariossidi ed è determinato dalle larve; queste attaccano le foglie giovani ancora arrotolate che vengono bucherellate, le guaine e penetrano nel culmo, scavando profonde gallerie che indeboliscono la pianta, tanto che a volte il culmo può spezzarsi per l'azione del vento.
Sulla superficie del culmo si possono notare numerosi fori di entrata/uscita delle larve che svolgono la loro azione trofica.
Successivamente l'azione delle larve (2a generazione) avviene sulla spiga e sulle cariossidi, con conseguente diminuzione della produzione.

Ciclo biologico

La Piralide sverna come larva matura dentro ai tutoli ed al culmo, soprattutto nella parte basale, per incrisalidarsi in primavera.
Gli adulti compaiono nell'ultimo periodo di maggio (prima nelle regioni più calde) e lo sfarfallamento si protrae a tutto il mese successivo fino agli inizi di luglio. Gli adulti hanno abitudini notturne; le femmine depongono le uova in ovature biancastre a placca, nella pagina inferiore delle foglie e sui culmi. Ogni ovatura conta qualche decina di uova.
Le larve di questa generazione (1a generazione) attaccano le guaine fogliari, le foglie ed entrano nel culmo, dove, raggiunta la maturità, si incrisalidano. Gli adulti dei 2° volo sfarfallano dalla seconda metà di luglio fino all'inizio di settembre.
L'ovideposizione avviene, di solito, alla base delle brattee della spiga.
Le larve (2a generazione) fuoriuscite attaccano soprattutto le spighe, rodendo le cariossidi; successivamente penetrano nel tutolo ed in parte nel culmo, spingendosi fino alla base, dove trascorrono l'inverno. La Piralide compie, pertanto, due generazioni all'anno.
Nella pianura padana coesistono due razze di Piralide: una razza con una sola generazione all'anno (gli adulti sfarfallano dall'inizio di luglio a tutto settembre) ed una con due generazioni all'anno, come descritto; esse vengono definite rispettivamente monovoltina e bivoltina.

Adulto di Piralide del mais - Ostrinia nubilalis (Hb.) Adulto di Piralide del mais - Ostrinia nubilalis (Hb.) (foto http://home.scarlet.be/entomart)

Larva di Piralide del mais - Ostrinia nubilalis (Hb.) Larva di Piralide del mais - Ostrinia nubilalis (Hb.) (foto Clemson University www.forestpests.org)

Lotta

L'obbligo di lotta contro la Piralide del Mais previsto dal D.M. del 06/12/1950 (che consisteva nella distruzione o nella sfibratura degli stocchi e dei tutoli) è stato abrogato dal DECRETO del 17 aprile 1998 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 02-06-1998 (Abrogazione di lotte obbligatorie prive di motivazioni scientifiche e tecniche nell'ambito del Servizio fitosanitario nazionale).
La lotta contro la Piralide si esegue mediante interventi mirati al controllo delle popolazioni del fitofago; questi interventi possono essere: chimici, biologici ed agronomici.
Per quanto riguarda questi ultimi è buona norma, in zone con una certa presenza del fitofago, scegliere varietà resistenti.

Lotta chimica
In caso di forti infestazioni si attua la lotta chimica; essa consiste in un intervento, alla comparsa delle larve di 1a generazione, prima che penetrino nel culmo. I trattamenti vanno ripetuti, contro le larve di 2a generazione, solo in caso di effettiva necessità.
La lotta chimica segue i criteri della lotta guidata ed integrata; pertanto si devono installare delle trappole sessuali di monitoraggio, ai margini dei campi per valutare la consistenza della popolazione e i periodi di volo.

Lotta biologica e biotecnologica
Nella lotta contro la Piralide ha avuto buon successo l'uso di preparati a base di Bacillus thuringiensis ssp. kurstaki.
Inoltre può venire utilizzato anche l'Imenottero parassitoide oofago Trichogramma maidis; questo viene lanciato in campo, seguendo i criteri di lotta biologica con il metodo inondativo, con uova parassitizzate, o immettendo pupe di T. maidis, poste in appositi contenitori, sulle piante in campo.
Una nuova tecnica biotecnologica di ingegneria genetica è stata messa a punto negli USA; si tratta di una ricombinazione genetica, con la tecnica del DNA ricombinante, fra il genotipo di alcuni ibridi di Mais ed alcuni geni del Bacillus thuringiensis ssp. kurstaki codificanti la tossina attiva contro le larve dei Lepidotteri. Si ottengono così ibridi di Mais "ricombinati" resistenti alla Piralide e alla Sesamia (piante transgeniche).

Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata

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