Mosca bianca delle serre - Trialeurodes vaporariorum Westw.
Atlante di Entomologia Agraria - Insetti utili e dannosi

Classificazione e piante ospiti

Classe: Insetti
Ordine: Rincoti
Sottordine: Omotteri
Famiglia: Aleurodidi o Aleirodidi
Genere: Trialeurodes
Specie: T. vaporariorum Westw.

Riferimento bibliografico:
Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata” – M.Ferrari, E.Marcon, A.Menta; Edagricole scolastico - RCS Libri spa

Piante ospiti: Colture ortive (specialmente le Solanacee, le Cucurbitacee, il Cavolo), colture floricole ed ornamentali (Gerani, Crisantemi, Stella di Natale, Gerbera), arbusti da fiore ed ornamentali.

Identificazione e danno

La Mosca bianca delle serre è un piccolo insetto originario delle regioni caldo umide tropicali e sub-tropicali; nei nostri ambienti si è adattato benissimo alle condizioni caldo umide delle serre, anche se nelle regioni meridionali italiane (nei mesi estivi anche al Nord) si adatta anche all'esterno, dove svolge parzialmente o totalmente il suo ciclo biologico. Vengono definite Mosche bianche per il tipico aspetto degli adulti (circa 0,7-1 mm di lunghezza); questi hanno il corpo giallastro con ali bianche, ricoperte da uno strato ceroso, pruinoso e polverulento che riveste anche le altre parti del corpo e con il quale si imbratta anche la vegetazione.
Gli adulti hanno l'aspetto di un piccolo moscerino, con tipici occhi color porpora; questi insetti stazionano sotto le foglie delle piante ospiti e si alzano in volo, a gruppi ed in modo caratteristico, appena disturbati.
Il danno maggiore è provocato dagli stadi giovanili, peraltro molto diversi dagli adulti.
Gli stadi giovanili sono praticamente costituiti da delle "placchette" ovoidali, quasi immobili e di colore bianco-giallastro, posti nella pagina inferiore delle foglie; sono rivestiti da secrezioni cerose polverulente e soprattutto da abbondante produzione di melata che ha la funzione di proteggere gli stadi stessi. Le forme mobili del Trialeurodes vaporariorum sono gli adulti e le neanidi di 1a età, le altre forme sono praticamente immobili. (La 4a età ha un esoscheletro molto sclerificato detto "pupario" perché vi si forma l'adulto).
Il danno si manifesta su tutta la vegetazione fogliare ed è provocato dalle punture trofiche di tutti gli stadi dell'insetto; tuttavia il danno più grave è forse dovuto alla produzione di melata che:

  • imbratta i frutti deprezzandoli;
  • imbratta la vegetazione, riducendo l'attività fotosintetica per l'occlusione degli stomi e conseguente asfissia delle foglie;
  • imbratta, specialmente nelle colture floricole, tutta la vegetazione, provocando un danno estetico; i prodotti floreali sono poco commerciabili;
  • provoca ustioni per l'effetto lente che essa produce sui raggi del sole;
  • favorisce la formazione delle fumaggini che provocano annerimento della vegetazione (danno estetico), un'accentuazione dell'asfissia fogliare ed un ulteriore decremento della capacità fotosintetica. Le foglie colpite divengono clorotiche e sofferenti, con appassimenti sempre più accentuati fino a cadere, lasciando la pianta praticamente defogliata e di aspetto deperiente.

Ciclo biologico

Il Trialeurodes vaporariorum può svernare in diversi stadi, all'aperto, su piante spontanee; in serra le generazioni sono praticamente continue, senza interruzioni e con cicli molto veloci che si concludono in circa 30 giorni. Da ricordare inoltre la specie Bemisia tabaci che spesso integra ed accentua i danni del Trialeurode su ortive e ornamentali.

Mosca bianca delle serre Mosca bianca delle serre - Trialeurodes vaporariorum Westw. (foto www.plante-doktor.dk)

Lotta

La lotta chimica contro questo insetto è estremamente difficoltosa perché il fitofago:

  • è divenuto resistente a molti principi attivi;
  • è protetto, specialmente nelle fasi giovanili, da abbondante materiale ceroso e melata che impediscono all'insetticida di colpire per contatto.

Tuttavia si ottengono buoni risultati intervenendo quando le neanidi non sono molte o sono poco protette. Questi trattamenti vanno ripetuti ad intervalli ravvicinati, per garantire un effetto abbattente iniziale.

Lotta biologica
In serra o in altre condizioni di colture protette è possibile applicare con successo una tecnica di lotta biologica basata su lanci inondativi di un Imenottero Afelinide: l'Encarsia formosa.
Si tratta di un piccolo Imenottero introdotto in Europa dal Nord America per il controllo biologico della Mosca bianca delle serre; attualmente viene allevato in molte biofabbriche europee a questo scopo.
L'Encarsia formosa è un parassitoide delle forme giovanili dell'Aleurode dentro le quali depone un uovo per insetto; le neanidi parassitizzate si notano perché diventano nere.
In ogni neanide si svilupperà una larva e sfarfallerà un adulto in grado di parassitizzare altre neanidi (ogni femmina parassitizza circa 50-60 neanidi di Aleurode).
Questo tipo di lotta biologica è applicativa, infatti vengono commercializzati dei "cartellini" su cui sono incollate le neanidi di Aleurode parassitizzate; queste vengono conservate a basse temperature ed immesse negli ambienti (serre) dove i cartellini vengono attaccati alle strutture dei bancali o direttamente sulle piante.
Gli adulti di Encarsia sfarfallano dentro alle serre e vanno a parassitizzare le neanidi di mosca infestanti le piante presenti.
Il lancio di Encarsia formosa viene eseguito, dopo aver valutato la presenza del fitofago, in ragione di 4-5 parassitoidi (pupari) per m2 di serra, ripetendo i lanci 4-6 volte, a cadenza settimanale fino ad ottenere una parassitizzazione del 60-80%. L'Encarsia formosa è un insetto che non si è acclimatato al nostro freddo invernale per cui sia in serra (per il movimento delle piante) che in campo si devono fare continui lanci di ripopolamento. Presso l'Istituto di Entomologia di Portici (Na) si sta allevando Encarsia pergandiella (How) per verificare la possibilità di sostituzione dell'Encarsia formosa, non bene acclimatata.
È impiegabile inoltre, contro la Mosca bianca, il Miride predatore Macrolophus caliginosus. Inoltre, sempre per la lotta biologica, viene allevata anche Chrysoperla carnea che, seppure specifica predatrice di Afidi, svolge un'azione collaterale anche contro la Mosca bianca delle serre. A sostegno delle tecniche sia chimiche che biologiche si possono utilizzare, in serra, delle trappole cromotropiche (giallo, arancio, rosse); tuttavia esse non sempre forniscono risultati soddisfacenti, ma se affiancate alle altre tecniche possono coadiuvare nella lotta.

Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata



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