Nespolo comune - Mespilus germanica L.
Atlante delle coltivazioni arboree - Alberi da frutto

Generalità

Il Nespolo (Mespilus germanica L.) e' originario, secondo recenti studi, dell'areale caucasico, ma anche con primi nuclei di diffusione in Iran, in turchia fino alla Grecia. Oggi e' diffuso in tutta Europa come pianta spontanea nei boschi di latifoglie o come rinselvatichita negli incolti.
Appartiene alla Famiglia delle Rosaceae.
Molto resistente al freddo invernale, si spinge fino ai mille metri di quota. La sua diffusione fu favorita moltissimo dai romani e prese a tal punto piede in Germania che al momento di classificarla Linneo, sospettandone una sua origine in quest'area, lo chiamo' Mespilus germanica.
Albero di modeste dimensioni, raggiunge al massimo i cinque metri d'altezza, ma solitamente ha uno sviluppo ben piu' modesto.
Il portamento e' irregolare, con una certa tendenza dei rami a ricadere nei soggetti invecchiati. Nei soggetti selvatici i giovani rami possono essere spinosi. La corteccia dei rami da marrone scuro diventa chiara e poi, come sul tronco, grigia. Le foglie, grandi, hanno margine intero e sono dentellate solo all'apice. Hanno forma ovale, picciolo molto corto, e sono piu' frequenti nella parte distale dei rami. Inizialmente opache per la presenza di una leggera peluria che resta solo sulla pagina inferiore, divengono in autunno di uno splendido colore ramato.
I fiori, a maggio, si aprono al vertice dei rametti fruttiferi, sono grandi e isolati, di colore bianco con cinque petali e portano entrambe i sessi. Pianta autofertile, il Nespolo ha un'elevata percentuale di allegagione. Il frutto, la nespola, e' un falso frutto dato dall'ingrossamento del ricettacolo attorno ai frutti veri e propri. Di forma riconoscibilissima, tondeggiante, con un'ampia depressione apicale, coronata da residui del calice, ha un corto peduncolo e una resistente buccia che per grana, colore e consistenza ricorda il cuoio. Si semi sono in numero di cinque, duri e legnosi.

Frutti e fiore di Nespolo comune Frutti e fiore di Nespolo comune

Frutti di Nespolo comune Frutti di Nespolo comune (foto www.agraria.org)

Nespolo comune Nespolo comune (foto www.agraria.org)

Portinnesti

Le piante nate da seme crescono molto lentamente e fruttificano al sesto o al settimo anno di vita. La germinabilita' del seme lascia spesso a desiderare ed e' consigliabile impiegare i semi di nespole non lasciate ammezzire, ma giunte a maturazione completa sul ramo. L'impiego di piante innestate riduce i tempi d'attesa per la fruttificazione. I nespoli possono essere innestati su piante diverse: pero, biancospino, sorbo, cotogno, azzeruolo. Il piu' rustico e indifferente al tipo di terreno e' il biancospino, mentre il cotogno teme i terreni calcarei. Pero e sorbo daranno piante di maggiori dimensioni. I nespoli coltivati danno frutti di pezzatura maggiore e tasso di tannino piu' basso rispetto a quelli spontanei.

Produzioni

Per l'alto contenuto in tannini i frutti non possono essere consumati alla raccolta. Necessitano di ammezzimento, una fermentazione di maturazione ottenuta deponendo i frutti all'interno di cassette di legno, ricoperte di paglia e poste in un locale fresco. I frutti devono essere consumati a mano a mano che sono pronti perche' il processo di fermentazione non si arresta e i frutti possono rapidamente degradarsi. In seguito all'ammezzimento la polpa diventa bruna, molle, zuccherina, di consistenza pastosa, leggermente acidulo e gradevole. Vengono consumati per dessert.
Con la trasformazione si ottengono: marmellate, gelatine, salse e varie preparazioni culinarie.
Vengono usati inoltre per la produzione di bevande alcoliche, quali brandy, liquori, schnaps.
I frutti immaturi sono stati anche utilizzati per chiarificare vino e sidro.
Rustica, resistente e molto bella, e' apprezzata come pianta ornamentale.
Con il tannino della corteccia, delle foglie e dei frutti immaturi si effettua la concia delle pelli. Il legno, di color bruno-giallognolo, e' molto duro e viene utilizzato per lavori al tornio; fornisce inoltre un ottimo carbone.

Avversità

 

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