Cane di Mannara - Mastino Siciliano
Atlante delle razze di Cani

Origine, classificazione e cenni storici

Origine: Italia.
Classificazione F.C.I.: Gruppo 2, Cani di di tipo pinscher, schnauzer, molossoidi e bovari svizzeri

Il Cane di Mannara o Cane da Pastore Siciliano o Cane Pecoraio Siciliano o Mastino Siciliano è una razza di origine siciliana. Un antenato del cane di mannara era presente in Sicilia sin dall’età del bronzo, come dimostra il ritrovamento di reperti ossei in siti archeologici a chiara economia agricolo pastorale. Introdotto dai Fenici nel I° millennio a.C nel corso dei loro frequenti commerci lungo le rotte del Mediterraneo e diretto discendente del Molosso d’Epiro. Tracce della sua presenza si trovano nelle monete dei Mamertini del IV secolo a.C. che raffigurano un cane di tipo mastino posto a guardia del tempio di Adrano. Ha subito poi l’influsso dei cani nordafricani dei pastori berberi nomadi, importati in Sicilia forse già durante le guerre cartaginesi tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. e poi nell’878 d.C., durante la dominazione araba che ha influenzato per più di due secoli l’agricoltura siciliana.

Aspetto generale

E' un cane di mole medio-grande di aspetto rustico ma mai grossolano, fortemente costruito ma sempre molto ben proporzionato e mai pesante; dimorfismo sessuale molto marcato; la conformazione generale è quella del mesomorfo il cui tronco sta nel rettangolo; armonico rispetto al formato e disarmonico rispetto ai profili; tronco più lungo dell’altezza al garrese di circa il 10 %, non deve tuttavia sembrare basso sugli arti. Deve dare l’impressione di una grande facilità di movimento. La sua rusticità e l’armonia dell’insieme devono far pensare ad un cane di antico lignaggio.

Temperamento, carattere e attitudini

Impiegato per la guardia agli ovili ed alle greggi che difende dalla predazione di volpi e cani randagi così come un tempo difendeva dall’attacco dei lupi. Cane docile nei confronti delle persone familiari. La sicurezza nei confronti degli animali ad esso affidati deve essere considerata segno distintivo della razza. Poco esigente, adattato da secoli a un’alimentazione povera a base di pane raffermo e scarti di lavorazione del latte.
Molto legato all’uomo, riservato ma non indipendente, diffidente nei confronti degli estranei che tiene costantemente d’occhio, girando loro intorno con una snervante azione di minaccia. Di notte, specie se in branco, diventa pericoloso per gli intrusi che dovessero avvicinarsi all’ovile od alla proprietà. Possiede in forma inalterata tutti i comportamenti sociali della specie.

Cane di Mannara Cane di Mannara (foto www.canedimannara.org)

Cane di Mannara Cane di Mannara (foto www.canedimannara.org)

Standard del Cane di Mannara - Mastino Siciliano

Modifiche proposte dall’Associazione Samannara

approvate dal Consiglio Direttivo del 24 novembre 2022 con il parere conforme della Commissione Tecnica Centrale del 15 giugno 2022

Origine

Italia

Utilizzo

In origine impiegato nelle masserie in Sicilia per la guardia alla mannara (ovile) ed al gregge che difendeva dall’attacco dei lupi, così come oggi dalla predazione di volpi e cani randagi, per questo motivo tradizionalmente le orecchie venivano amputate molto corte. Non è, quindi, soltanto un cane da pastore in senso stretto.

Classificazione FCI

Gruppo 2: Cani di tipo Pinscher e Schnauzer, Molossoidi e cani bovari svizzeri. Sezione 2.2 Molossoidi, tipo cane da montagna. Senza prova di lavoro.

Breve cenno storico

Un mastino, antenato del Cane di Mannara, era presente in Sicilia sin dall’età del bronzo, come dimostra il ritrovamento di reperti ossei in siti archeologici a chiara economia agricolo pastorale. Introdotto dai Fenici nel I° millennio a.c. nel corso dei loro frequenti commerci lungo le rotte del Mediterraneo e diretto discendente del Molosso d’Epiro. Tracce della sua presenza si trovano nelle monete dei Mamertini del IV secolo a.c. che raffigurano un cane di tipo mastino posto a guardia del tempio di Adrano. Ha subito poi l’influsso dei cani nordafricani dei pastori berberi nomadi, importati in Sicilia forse già durante le guerre cartaginesi tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. e poi nell’878 d.C., durante la dominazione araba che ha influenzato per più di due secoli l’agricoltura siciliana. Storicamente poco esigente, adattato da secoli a un’alimentazione povera a base di pane raffermo e scarti di lavorazione del latte. Si ritiene abbia una particolare resistenza alle malattie endemiche dell’Isola, anche a causa di una dura selezione naturale.

Aspetto generale

Il Cane di Mannara è un cane di grande sostanza e di aspetto rustico ma mai grossolano, di costruzione robusta e mai pesante; brachicefalo moderato, la conformazione generale è quella del mesomorfo il cui tronco sta nel rettangolo; armonico rispetto al formato. Il suo tipico mantello lo isola dalle condizioni climatiche avverse delle zone più remote della Sicilia, proteggendolo nello svolgimento del suo duro lavoro, e lo rende immediatamente distinguibile, caratterizzandolo fortemente. La sua rusticità e l’armonia dell’insieme devono far pensare ad un cane di antico lignaggio. Deve dare l’impressione di una grande facilità di movimento. Evidente il dimorfismo sessuale.

Proporzioni importanti

Tronco più lungo dell’altezza al garrese del 12-15%, non deve tuttavia sembrare basso sugli arti.
La distanza dal gomito al suolo è uguale al 50% dell'altezza al garrese.
La lunghezza della testa è 3,8/10 dell'altezza al garrese, la lunghezza del muso è approssimativamente il 40% della lunghezza totale della testa; la lunghezza del cranio è approssimativamente il 60% della lunghezza totale della testa e la sua larghezza è quasi quanto la sua lunghezza. Indice cefalico di 55.

Comportamento/Carattere

Cane docile nei confronti dei familiari. La sua indole tranquilla nei confronti degli animali ad esso affidati deve essere considerata segno distintivo della razza. Molto legato all’uomo, riservato ma non indipendente, diffidente nei confronti degli estranei. Di notte, specie se in branco, può essere minaccioso per gli intrusi che dovessero avvicinarsi all’ovile od alla proprietà.

TESTA

Regione del cranio
Testa di buoni volumi, larga, a forma di tronco di cono a basi larghe, assi cranio facciali superiori tra loro paralleli, è ammessa una leggera divergenza. Profili antero-posteriore e trasversale del cranio lievemente convessi.

Cranio

Ampio, largo quasi quanto lungo. Seni frontali leggermente sviluppati senza essere troppo evidenti, solco mediano poco evidente, cresta occipitale poco rilevata;

Stop

Evidente, ma mai molto marcato.

Regione del muso Tartufo

Voluminoso, con narici ampie, visto di profilo non deve sporgere oltre la faccia anteriore del muso; nero, marrone (nel fegato chiaro) o antracite (nel grigio).

Muso

Lungo circa il 40% della lunghezza totale della testa. Largo e profondo. Canna nasale rettilinea. Le facce laterali del muso in senso longitudinale sono solo lievemente convergenti e la faccia anteriore è ben ampia. Il sotto-orbitale è pieno.

Labbra

Labbra spesse e asciutte, con profilo inferiore del labbro superiore che coincide con il margine inferiore della mandibola. Non sono mai pendenti. La rima buccale è lunga e la commessura labiale può essere visibile. Completamente pigmentate.

Mascelle/Denti

Mascella e mandibola forti, larghe, dentatura corretta e completa, denti grandi, incisivi posizionati su una curva ampia, chiusura a forbice o a tenaglia.
Ampie ma non molto rilevate.

OCCHI

Relativamente piccoli in rapporto alle dimensioni del cranio, a forma di mandorla, il colore dell'iride varia tra il miele ed il marrone scuro in relazione al mantello, non sporgenti né infossati; posizione quasi sub frontale; palpebre ben aderenti e completamente pigmentate.

ORECCHI

Inseriti più̀ in alto dell'arcata zigomatica, portati pendenti e aderenti o a rosa, simmetrici. La forma è triangolare con apice smussato. Piuttosto piccoli in rapporto alle dimensioni della testa.

COLLO

Lungo circa l'85% della lunghezza della testa. Forte e muscoloso a forma di tronco di cono. Soprattutto nei soggetti adulti è presente pelo abbondante fino alla nuca, che può formare criniera e collare; sempre negli stessi è presente una giogaia ben divisa.

CORPO

Linea superiore
Solida e rettilinea. A causa dell’angolazione moderata del posteriore è tollerato che la linea superiore risalga soltanto lievemente verso la groppa e la qualità del pelo tipico, sulla stessa, ne accentua l’effetto.

Garrese

Lungo e rilevato.

Dorso

Solido e muscoloso.

Regione lombare

Forte e ben raccordata con la groppa.

Groppa

Deve essere piuttosto lunga, larga e muscolosa, con inclinazione di circa 30°

Torace

Ben cerchiato e ben sviluppato nelle tre dimensioni, il profilo inferiore raggiunge almeno il gomito. Costole lunghe e ben inclinate; petto largo e ben prominente.

Linea inferiore

Il profilo inferiore risale leggermente verso il posteriore.

CODA

Inserita sul prolungamento della linea del dorso, grossa, lunga almeno fino al garretto, ricca di pelo folto, riccio o ondulato, non deve essere cespugliosa. A riposo pendente a scimitarra o con il suo terzo distale che può̀ formare un gancio quasi chiuso; quando il cane è in attenzione è portata alta a 45°, anche a formare un ampio cerchio che può̀ arrivare a poggiare sul dorso.

ARTI ANTERIORI

Con ossatura forte; ben distanziati tra loro stante la larghezza del petto.

Spala

Relativamente lunga con buona inclinazione.

Braccio

Ben inclinato, lungo all'incirca quanto la spalla.

Gomiti

Ben aderenti al tronco.

Avambraccio

Della stessa lunghezza del braccio, dritto e forte.

Carpo

In prosecuzione della linea verticale dell'avambraccio.

Metacarpo

Non lungo e lievemente flesso.

Piedi anteriori

Tondeggianti e compatti con cuscinetti forti e spessi.

ARTI POSTERIORI

Forti e muscolosi con moderate angolazioni.

Coscia

Lunga, forte e muscolosa.

Ginocchio

Moderatamente angolato, non diretto in fuori né in dentro.

Gamba

Di media lunghezza.

Garretto

Mediamente angolato e fermo.

Metatarso
Di media lunghezza, mai troppo corto robusto, asciutto; la presenza di speroni, semplici o doppi, non è da penalizzare.

Piedi posteriori

Compatti come gli anteriori, ma leggermente ovaleggianti.

MOVIMENTO

Il trotto è sciolto, ordinario con buona spinta e allungo. All’aumentare della velocità piuttosto radente, tende a portare la testa in linea col dorso. Buon saltatore. Con scatti di velocità passa facilmente al galoppo.

PELLE

Pelle spessa, aderente ai tessuti sottostanti, liscia e tesa, sempre ben aderente al corpo tranne alla gola dove forma giogaia.

MANTELLO

Pelo

Pelo di copertura semilungo con grandi ricci aperti o ben ondulato, ben duro al tatto, folto e compatto, con presenza di sottopelo non deve lasciare intravedere la pelle, è corto su cranio e muso. Leggermente più lungo sugli orecchi, senza formare frange. Sugli arti è corto, ma è tollerata una leggerissima frangiatura. Sulla coda è folto e ricco ed, a volte, può formare una leggera frangia al suo margine inferiore mantenendone sempre l’ondulazione. Presenti, soprattutto nel maschio adulto, la criniera ed il collare.

Colore

Nero, fulvo (dal crema al mogano), fegato chiaro (pulce) grigio e tigrato; tutti più o meno puri. I colori di cui sopra possono avere bianco, più o meno esteso. Nel caso il bianco sia presente è preferita la distribuzione denominata a “Monaca”: macchie bianche su muso con lista, gola, petto, collo, calzini e punta della coda. Non è ricercata la simmetria del colore. Il bianco non deve mai predominare. In tutti i colori precedenti possono essere presenti alcune tenui focature (anche tigrate) sopra gli occhi (denominato quattrocchi), al muso, guance, petto e arti. Caratteristico della razza è che le focature schiariscono e si espandono nella età̀ adulta fino a diventare di un colore avorio molto chiaro. I colori grigio e tigrato, sia solidi che con bianco, sono ammessi ma non desiderabili.

TAGLIA

Altezza al garrese: Maschi: minima 65cm. Ideale 69 cm. Femmine minima: 59 cm. Ideale 64 cm.
Si ricerca la grande taglia, ma non a scapito dell’agilità, dell’armonia delle forme, della grande sostanza, o del corretto movimento.

DIFETTI

Qualsiasi deviazione dai punti di cui sopra deve essere considerata come un difetto che sarà penalizzato in funzione della sua gravità e delle sue conseguenze sulla salute e sul benessere del cane.

DIFETTI GRAVI

Mantello con bianco predominante. Pelo poco ondulato o con riccioli troppo piccoli e chiusi. Tronco nel quadrato o eccessivamente raccolto.
Accentuata divergenza degli assi cranio facciali superiori. Muso corto.
Orecchi grandi o inseriti bassi, eretti o semi-eretti. Cranio bombato, stop troppo definito o sfuggente. Depigmentazione parziale delle mucose.
Ossatura leggera.
Forbice inversa. Mancanza di più di un premolare o molare oltre i PM1 ed M3 (che non vengono presi in considerazione).
Occhi di colore nero o giallo. Labbra superiori pendenti.
Completa mancanza di giogaia nei soggetti adulti. Coda corta o a forma di anello stretto. Cespugliosa. Ventre retratto

DIFETTI DA SQUALIFICA

Soggetto aggressivo o eccessivamente timido.

Ogni cane che presenta in modo evidente delle anomalie fisiche o comportamentali deve essere squalificato.
Enognatismo o prognatismo. Qualsiasi deformazione o deviazione delle mascelle. Mancanza di incisivi o canini;
Assi cranio-facciali convergenti. Presenza di barba o baffi.
Ampie depigmentazioni delle mucose. Occhio gazzuolo.
Mantello unicolore bianco e altri colori non indicati dallo standard.
Pelo liscio, corto o lungo, non conforme alla descrizione. Frange lunghe e abbondanti sulle orecchie, sugli arti. Pelo tagliato o regolato.
Taglia inferiore ai limiti.

N.B.:

  • I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.
  • Solo i soggetti sani ed in grado di svolgere le funzioni per le quali sono stati selezionati, e la cui morfologia è tipica della razza, possono essere utilizzati per la riproduzione.


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