Fagiolo Tianese (faitta tianesa)
Atlante degli Ortaggi antichi - Varietà della Sardegna

Zona di produzione e cenni storici

Regione: Sardegna
Zona di produzione: comprende tutto l’agro del comune di Tiana e quelle particelle confinanti al perimetro dell’agro, catastalmente ricadenti in comuni limitrofi.

La tradizionalità del fagiolo e fagiolino tianese è attestata da molteplici fonti orali e scritte.
Una delle fonti , prettamente storiografica, si fonda sul corredo documentario scritto e generato dalla cosiddetta “Vertenza del Rio Torrei”, , che ha visto la comunità tianese battersi per la difesa del proprio sistema agrario, fondato sulla coltura del fagiolo e su quella del nocciolo. Non manca, in questo stesso ambito di indagine, documentazione d’archivio appartenente a piccole ditte commerciali locali che esitavano i fagioli nel mercato al consumo più importante dell’Isola, rappresentato dal capoluogo regionale.
A tal riguardo, ricordiamo solo che il sindaco di Tiana, nel 1957, scriveva alla Cassa per il Mezzogiorno denunciando le gravi ripercussioni sull’assetto economico-agrario tianese generate dallo sbarramento del Rio Torrei, che avrebbe reso impraticabile l’ordinamento colturale vigente, imperniato sull’esercizio delle colture ortive e frutticole in irriguo e segnatamente del “fagiolo”. Ma la Cassa per il Mezzogiorno assicurava che le particolari esigenze dell’economia agraria di questa comunità sarebbero state dovutamente tenute in conto a tempo debito.
Anche la “storia orale”, che ancora oggi è possibile ricostruire attraverso testimonianze dirette, mostra come la coltura del fagiolo fosse praticata fin dai primi lustri del secolo scorso.

La denominazione è riservata ai seguenti ecotipi:
1. faitta brente e monza;
2. faitta capudarza o precoce;
3. faitta a cavanedda;
4. faitta ‘e colore;
5. faitta ‘e Fonne;
6. faitta ‘e duas caras;
7. faitta murra;
8. faitta sorgonesa o bianca

Fagiolo tianese Fagiolo Tianese - Faitta sorgonesa o bianca (foto https://comitatobiodiversitatiana.wordpress.com)

 

Caratteristiche

Con il nome di fagiolo di Tiana si identifica una popolazione di fagioli detti in dialetto locale “faitta” di vario colore ma tutte a portamento rampicante: faitta brente e monza, faitta capudarza o precoce, faitta a cavanedda, faitta ‘e colore, faitta ‘e Fonne, faitta ‘e duas caras, faitta murra, faitta sorgonesa o bianca. Il baccello, generalmente di colore verde, spesso presenta zone cromatiche distinte e talvolta coesistenti come il bianco crema, bianco avorio, nero o marrone ( come il “Faitta brente ‘e monza” o “Faitta ‘e duas caras”). Vi possono anche essere screziature di rosso o viola (“Faitta‘e colore”). Il prodotto può essere consumato fresco (in particolar modo il “Faitta cabudarza o precoce”), oppure secco o come granella (in particolar modo il “Faitta Sorgonesa” ed il “Faitta brente ‘e monza”).

Tecnica di coltivazione

La preparazione del terreno viene fatta nei mesi di Maggio, Giugno e Luglio. La lavorazione principale, effettuata con l’ausilio di trattrice, motocoltivatore, motozappa o zappa, è seguita da un amminutamento delle zolle con frangizolle o fresa. La semina viene fatta manualmente a partire dalla prima decade di Maggio. Non sono utilizzati concimi chimici ma solo concimazione organica con l’apporto di 3-5 Kg/metro quadrato di letame ben maturo. E’ praticata la rotazione della coltura ed il diserbo viene solitamente effettuato tramite sarchiatura manuale ( zappatura) tra le file e lungo la fila, senza l’impiego di diserbanti. I tutori generalmente utilizzati a sostegno dei fagioli sono: canne, pertiche di castagno, fillirea, corbezzolo, sambuco. Talvolta vengono utilizzate le reti elettrosaldate e , più raramente, i tradizionali tutori vivi come iI mais. E’ una coltura che necessita, nei periodi di maggiore stress, di una assidua irrigazione. Il sistema irriguo tradizionale “a scorrimento”, formato da opere di adduzione, dette “nessarzos” e opere di canalizzazione, dette “colas”, garantiva
l’approvvigionamento della risorsa acqua , tuttavia drasticamente limitata, negli anni ’70, con lo sbarramento sul Rio Crabosu. La carenza dell’ acqua ha inevitabilmente determinato la contrazione delle superfici coltivate a fagiolo. La raccolta avviene interamente in modalità manuale.

Produzione

Il prodotto non subisce attualmente alcuna lavorazione in fase di post raccolta. Esso viene raccolto in cassette e avviato tal quale ai mercati di acquisto, che attualmente si sono concentrati in un raggio di azione molto più ristretto che in passato.

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