Larice - Larix decidua Mill.
Atlante degli alberi - Piante forestali

Classificazione, origine e diffusione

Divisione: Spermatophyta
Sottodivisione: Gymnospermae
Classe: Coniferae
Famiglia: Pinaceae

Originario delle montagne dell'Europa centrale (Alpi, Carpazi, Tatra). In Italia è molto comune in tutte le Alpi, dove si spinge anche a quote molto elevate (oltre i 2.500 metri). Dove il bosco lascia il posto alle praterie alpine si incontrano individui isolati, deformati dal vento e dalla neve.

Larice con e senza foglie e rametto di Larice con cono Larice con e senza foglie e rametto di Larice con cono

Esemplare di larice millenario Esemplare di larice millenario in Val d'ultimo - Alto Adige (foto Alberto Tomasi)

Caratteristiche generali

Dimensione e portamento
Albero alto fino a 40 metri.
Tronco e corteccia
Tronco cilindrico e chioma aperta e rada. I rami di primo ordine orizzontali, mentre quelli di secondo ordine sono penduli.
Foglie
Foglie decidue (lunghe 2-4 centimetri), aghiformi, molli e non pungenti, distribuite a spirale tutt'attorno al ramo sui macroblasti riunite invece a fascetti di 20-30 sui brachiblasti. Colore verde chiaro che diventa giallo oro in autunno.
Strutture riproduttive
Fiori unisessuali, coni maschili gialli, femminili rossi, fioritura ad aprile maggio; dopo l'impollinazione diventano bruni, si allungano fino a 4 cm e persistono a lungo sul ramo, anche per anni.

Usi

Il legno di larice è conosciuto fin dall'antichità per la sua durata e robustezza. Per la facile lavorazione, il suo bel colore rosso intenso, è apprezzato nei lavori di falegnameria, specie per gli esterni. Immerso in acqua, diviene resistentissimo. Come altre conifere, dalla resina si estrae la trementina (trementina di Venezia). La corteccia è impiegata per l'estrazione dei tannino.

Indicazioni selvicolturali

Il lariceti svolgono sia funzione di produzione che di protezione, la funzione di protezione è ben svolta considerando il rapido accrescimento, il fusto robusto e le radici profonde. Tuttavia la chioma caducifoglia impedisce l'intercettazione delle precipitazioni, è quindi preferibile la consociazione con altre specie come l'abete rosso o latifoglie.
Per i lariceti di produzione, il sistema più usato è quello del taglio marginale, che consiste in tagliate a raso di 0,1 - 0,5 ettari di forma rettangolare o circolare che favoriscono la rinnovazione naturale. Se si attua la rinnovazione artificiale, si piantano 3000 piantine ad ettaro che poi dovranno essere diradate fino ad un minimo di 500 - 600 piante. I lariceti più produttivi contengono 200 - 300 piante ad ettaro.

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