Parco Naturale Alpi Apuane - Toscana
Atlante dei Parchi e delle aree protette in Italia

Tipologia di area protetta - Dove si trova

Tipologia: Parco Naturale Regionale; istituito con L.R. 22 gennaio 1985, n. 5 e 11 agosto 1997, n. 65.
Regione: Toscana
Province: Lucca, Massa-Carrara

Le Apuane, definite Alpi per la loro morfologia, sono un sistema montuoso che si sviluppa all'estremità nordoccidentale della Toscana per un estensione di circa 400 km quadrati. La catena, in gran parte composta da formazioni di natura calcarea, è costituita da una dorsale che corre parallela alla costa tirrenica e si innalza fino alla quota massima di 1947 metri con il Monte Pisanino. La complessa storia geologica di queste montagne, iniziata circa 220 milioni di anni fa, con il loro sollevamento dal fondo del mare, si può leggere nel susseguirsi degli strati rocciosi e nella ricchezza dei giacimenti marmiferi, il cui sfruttamento ha ridisegnato nei secoli l'intero paesaggio e ha fornito la "materia prima", il marmo bianco statuario, a grandi scultori come Michelangelo.
Il Parco Naturale Regionale della Alpi Apuane interessa un'area è di 20.598 ettari e due province, Lucca e Massa-Carrara, con la Garfagnana, la Media Valle del Serchio, l'Alta Versilia e la Lunigiana.

Le Alpi Apuane viste da Rometta Le Alpi Apuane viste da Rometta (foto C.F. Ravera www.parcapuane.it)

Descrizione

Le Alpi Apuane costituiscono una delle aree montuose più originali della Penisola, per ricchezza di ambienti e paesaggi. Famosissime per la bellezza dei marmi, la cui estrazione rappresenta un'attività economica di primaria importanza economica: sono circa 300 le cave presenti e la loro presenza entra spesso in conflitto con i difensori dell'ambiente. Moltissimi i tesori presenti nel Parco, come la Grotta del Vento, la Grotta di Equi, l'Antro del Corchia, una serie di cavità con 60 km di sviluppo ipogeo e oltre 1.000 m di profondità, e il villaggio di Isolasanta presso l'omonimo lago artificiale.
Le Alpi Apuane sono una vera isola biogenetica, dove trovano rifugio molte specie botaniche endemiche e relitti glaciali. Fino a una certa altezza i versanti sono coperti di boschi, in prevalenza carpini, castagni e faggi, alternati a zone prive di alberi ma ricche di elementi floristici, fra cui diverse specie di orchidee selvatiche. La fauna è ricca, soprattutto per quanto riguarda le specie di uccelli legate agli ambienti sommitali (aquila reale, falco pellegrino, corvo imperiale, picchio muraiolo, sordone, pernice rossa e grachio corallino, simbolo del Parco).
La Via Vandelli è una spettacolare strada progettata nel Settecento dal matematico Domenico Vandelli per collegare Modena a Massa attraverso l'Appennino e le Alpi Apuane. Il tratto nel Parco è molto suggestivo: da Resceto al Passo della Tambura, in tre ore circa di cammino si copre un dislivello di oltre 1.600 metri grazie a una spirale vertiginosa di tornanti, usati anche per il trasporto a valle del marmo.

Antro del Corchia

Il Monte Corchia (1.658 m), nei pressi dei paesi di Levigliani e Terrinca (nel territorio del Comune di Stazzema in Alta Versilia), si trova nel settore meridionale delle Alpi Apuane, lungo lo spartiacque principale della catana montuosa: si tratta di un massiccio carbonatico dai fianchi ripidi, con pendii erbosi alla sommità, scavati da circhi e altre forme dell'ultima glaciazione. Complessivamente ci sono 60 km di gallerie e pozzi e 1.200 metri di dislivello massimo (la terza grotta più profonda d'Italia). L'Antro del Corchia rappresenta il più grande sistema carsico italiano e uno tra i maggiori in Europa. Dal 2001 può essere visitato grazie alla realizzazione di un percorso completamente attrezzato e illuminato con andamento pressochè orizzontale. La lunghezza complessiva del percorso è di 1.978 m, un dislivello di 43 m (dislivello totale a/r 356 m), con un tempo di percorrenza, comprese le soste, di circa 2 ore. Il paese punto di partenza dell'escursione nell'Antro del Corchia è Levigliani di Stazzema (LU), nell'entroterra della Versilia, a 600 metri circa di quota. E' raggiungibile in auto attraverso la strada provinciale d'Arni, passando da Serravezza, Ruosina e Retignano, oppure provenendo da Castelnuovo Garfagnana. (sito web www.antrocorchia.it)

Antro del Corchia Antro del Corchia (foto www.antrocorchia.it)

Il Monte Pisanino visto dalle rive del lago di Gramolazzo Il Monte Pisanino visto dalle rive del lago di Gramolazzo (foto C.F. Ravera www.parcapuane.it)

Valle del Frigido-Renara

La Valle del fiume Frigido-Renana ha per cornice buona parte della dorsale delle Alpi Apuane, almeno in quel tratto di cime che corre tra il Monte Sagro e l'Altissimo. L'energia del rilievo, tra il crinale e il fondovalle di Forno e Resceto, assume aspetti rilevanti ed inconsueti per la penisola italiana, superando in più tratti un dislivello di 1.500 metri. I versanti strapiombanti e vertiginosi si mostrano pressoché spogli di vegetazione. La nudità dei fianchi calcarei è interrotta soltanto da qualche isolato e stentato boschetto di carpino nero. Solo all'imbocco della Valle, dove affiorano rocce scistose ed il suolo è più profondo e ricco di acque, i colli apuani si rivestono di castagneti nei versant a bacìo e di pinete di pino marittimo in quelli a solatìo. La Valle deve il suo primo nome alla frescura delle acque correnti, che il fiume raccoglie oltre i limiti certi del suo spartiacque, poichè cattura i deflussi profondi dalle alte valli garfagnine. La Valle è come un imbuto sotterraneo, anzi un doppio imbuto, che porta alla luce le acque rubate ad altri bacini nelle copiose sorgenti di Renana e soprattutto di Forno. La ricchezza d'acqua e la diffusione di filoni idrotermali di minerali cupriferi e ferriferi hanno condizionato la presenza e l'insediamento umano fin dalla preistoria. Dall'età dei metalli fino allo sviluppo delle ferriere preindustriali del XIII-XVI sec., la Valle del Frigido-Renara è stata sede di coltivazioni minerarie. A partire dalla località Rotino, lungo la destra idrografica del fiume, si snoda un antico sentiero particolarmente suggestivo, che incontra miniere di rame e ferro, oggi dismesse.
Nei pressi dell'abitato di Canevara, sulla destra idrografica del Fiume Frigido, si eleva una torre rondiniana (la Casa delle rondini), costruita per sfruttare a fini alimentari la nidificazione del rondone (Apus apus L.), uccello molto simile alla rondine ma appartenente a tutt'altra Famiglia e di maggiori dimensioni.
Il Canale degli alberghi è una stretta forra, spesso caratterizzata da bruschi salti di livello che, a partire dalle pendici del Monte Contrario, raggiunge il fondovalle poco sopra il paese di Forno. Il regime del canale a carattere torrentizio e l'impetuosità delle acque è tale da aver originato forme di erosione peculiari, come le "marmitte dei giganti" (grosse concavità scavate nella viva roccia dal moto vorticoso delle acque). La vegetazione è assai ricca ed annovera specie di notevole interesse geobotanico.
Fornoè il principale centro della Valle del Frigido, stretto fra il fiume e ripidi versanti; ha antica origine legata alla lavorazione del ferro che iniziò fin dal XIII secolo, ma a causa dell'esaurimento del legname utilizzato come materia prima per alimentare i forni, terminò qualche secolo dopo. A questa attività subentrò quella della fabbricazione dei cappelli grazie alla quale furono realizzate nel paese ben nove fabbriche. Alla fine dell'Ottocento il conte Ernesto Lombardo creò un cotonificio detto La Filanda che, sfruttando l'energia prodotta dalla sorgente del Frigido, impegnò molta manodopera anche non locale. E' in questo periodo che nacquero i tipici alloggi a più piani, di cui resta oggi traccia nel "palazzo operaio", posto fra la Filanda e il paese. Questi edifici furono costretti a svilupparsi in altezza, fra l'angusto fondovalle e le pareti rocciuose, quasi verticali, che vi incombono sopra. La Filanda, distrutta dalle rappresaglie tedesche durante l'ultima guerra mondiale, è oggi in parte restaurata e ospita il Centro Visite del Parco.

Valle del Frigido Valle del Frigido (foto Claudio Venturi www.parcapuane.it)

Informazioni per la visita

Musei del Parco:
- Museo civico del Marmo (Carrara)
- Centro museale ed etnografico Arti e mestieri della cività agreste ed apuana (Pruno di Stazzema)
- Museo del territorio dell'Alta Valle Aulella (Casola in Lunigiana)
- Museo del castagno (località Colognora - Pescaglia)
- Orto botanico "Pietro Pellegrini" (località Pian della Fioba - Massa)

Gestione:

Sede: Via C. del Greco, 11
55047 Seravezza (LU)
Sito web: www.parcapuane.it

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