Euprotto o Tritone Sardo - Euproctus platycephalus Gravenhorst, 1829
Atlante della Fauna selvatica italiana - Anfibi

Classificazione sistematica e distribuzione

Classe: Anfibi
Ordine:  Urodeli
Famiglia:  Salamandridi
Genere: Euproctus
Specie: E. platycephalus

Il Tritone sardo (o Euprotto sardo) è una specie endemica della Sardegna, dove è diffusa principalmente nella parte est dell'isola, tra i monti Limbara a nord ed i monti Sette Fratelli a sud. Esistono soltanto poche segnalazioni della sua presenza nel sud ovest. Si trova da 50 a 1.800 metri di quota, ma soprattutto tra i 400 e gli 800 metri. È l'unico urodelo sardo ad essere strettamente legato all'ambiente acquatico; talvolta, in presenza d'acqua, si può trovare anche in ambiente ipogeo.

Caratteri distintivi

La sua lunghezza massima s'aggira sui 14 cm; il colore dorsale è variabile, in genere con la predominanza di tinte mimetiche sul tono verde, frammisto a macchie biancastre o marroni; talvolta, specie negli esemplari giovani o neometamorfosati, è presente un'elegante linea dorsale di colore arancione che percorre tutto il corpo, dal collo sino alla punta della coda. La cresta, a differenza dei più comuni tritoni italiani, è presente solo sulla coda. La parte ventrale è punteggiata di scuro, su uno sfondo sfumato dal colore marrone-aranciato dei fianchi e della gola al biancastro del ventre. Come in tutti i congeneri del genere Euproctus, la cloaca ha una forma conica e rilevata (da cui il nome generico Euproctus; da questi si distingue per il profilo piatto della testa (da cui il nome specifico platycephalus). Il maschio si distingue dalla femmina per la presenza di uno sperone sulle zampe posteriori, usato per afferrare la femmina nell'accoppiamento, che superficialmente può assomigliare a un sesto dito. (Altre informazioni >>>)

Biologia

Strettamente legato all'ambiente acquatico, l'euprotto sardo, come tutti gli urodeli, si nutre di insetti ed altri piccoli animali, specialmente acquatici. La sua vita attiva si svolge nelle stagioni intermedie; nelle stagioni estreme cade in ibernazione e, particolarmente in caso di siccità, in estivazione, uscendo dai torrenti e nascondendosi sotto le pietre nel fango umido, in buche o in fessure della roccia rocciose. I suoi costumi sono generalmente notturni o crepuscolari.
L'accoppiamento può avvenire in primavera o in autunno, si svolge nelle acque basse ed avviene senza particolari rituali di corteggiamento ma piuttosto con una specie di "cattura" della femmina, presa per il tronco con la bocca dal maschio, che la può trattenere, prima del vero e proprio accoppiamento, anche per un'ora. La spermatofora non è deposta all'esterno, ma passsata dalla cloaca del maschio a quella della femmina. La femmina depone poi 50-200 uova gelatinose, di dimensioni maggiori rispetto alla media degli urodeli, facendole aderire alla superficie immersa dei sassi; dalle uova nascono delle larve inizialmente delle dimensioni di 8 mm o poco più, che svolgeranno una vita integralmente acquatica, con respirazione branchiale, per diversi mesi, e talvolta anche per più di un anno. Quindi avverrà la metamorfosi, le branchie scompariranno, l'animale potrà lasciare per brevi periodi l'acqua e l'aspetto s'avvicinerà a quello degli adulti. Nonostante l'ipotrofia dei polmoni, comincerà anche la respirazione aerea, attraverso la mucosa faringea, che determinerà l'abitudine alle emersioni dall'acqua.

Euprotto o Tritone sardo Euprotto o Tritone Sardo (foto http://csc.sardegna.it)

Euprotto o Tritone sardo Euprotto o Tritone Sardo (foto www.hylawerkgroep.be)

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