Tentredine nera della rosa - Cladius pectinicornis Geoffroy
Atlante di Entomologia Agraria - Insetti utili e dannosi

Classificazione e piante ospiti

Classe: Insetti
Ordine: Imenotteri
Sottordine: Sinfiti
Famiglia: Tentredinidi
Genere: Cladius
Specie: C. pectinicornis Geoffroy

Riferimento bibliografico:
Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata” – M.Ferrari, E.Marcon, A.Menta; Edagricole scolastico - RCS Libri spa

Piante ospiti: Rosa.

Identificazione e danno

Gli adulti sono insetti lunghi 5-6 mm, hanno il corpo nerastro con alcuni articoli delle zampe biancastri (tibie e tarsi); le larve sono di colore verdastro o verde giallastro. È un fitofago specifico delle Rosacee. Gli adulti compaiono fra aprile e maggio, le femmine ovidepongono nei piccioli fogliari soprattutto delle Rose, le larve sono defogliatrici come quelle degli Argidi, ma a differenza di queste, che rodono partendo dai margini fogliari, quelle di C. pectinicornis rodono stazionando sulla pagina fogliare inferiore bucherellando e scheletrizzando le foglie, inoltre hanno un comportamento gregario.
Simili alla specie trattata, sia come biologia che come danno, sono le Tentredini Allantus cinctus L. e Endelomya aethiops (F.); quest’ultima risulta particolarmente dannosa in quanto le larve, lunghe 15-20 mm di colore verde scuro nella parte dorsale e verde giallastro in quella ventrale, rodono e scheletrizzano le foglie e danneggiano i boccioli fiorali rodendoli in fase di apertura.

Ciclo biologico

Nel corso dell’anno compie 2-3 generazioni, a seconda degli ambienti, svernando nel terreno generalmente come larva matura.

Tentredine nera della rosa Adulto di Tentredine nera della rosa - Cladius pectinicornis Geoffroy

Larva di Tentredine nera della rosa Larva di Tentredine nera della rosa - Cladius pectinicornis Geoffroy (foto http://bugguide.net)

Lotta

La lotta contro questi fitofagi è di tipo chimico; essa è giustificata solo in presenza di forti attacchi soprattutto in coltivazione intensiva. l trattamenti vengono effettuati contro le larve, ai primi stadi.
Per diminuire il potenziale infestante, buona pratica è anche l'eliminazione tempestiva dei getti con segni da ovideposizione, ed eventualmente di quelli con le colonie larvali in attività nel caso di infestazioni limitate e localizzate.

Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata

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