La denominazione di origine controllata “Ostuni” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni
ed ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:
Ostuni bianco;
Ostuni Ottavianello o Ottavianello di Ostuni.
Le uve devono essere prodotte nella zona che comprende tutto il territorio comunale di Ostuni Carovigno San Vito dei Normanni San Michele Salentino e in parte il territorio di: Latiano Ceglie Messapico Brindisi tutti in provincia di Brindisi.
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata
tradizione hanno contribuito ad ottenere il vino “DOC OSTUNI”.
La coltivazione della vite in zona di produzione che comprende tutto il territorio amministrativo dei
comuni di OSTUNI,Carovigno, San Vito dei Normanni, San Michele Salentino, e in parte il
territorio di Latiano, Ceglie Messapico , tutti in provincia di Brindisi ha origini antichissime. Dalle
testimonianze umane che risalgono alla venuta Spagnolie Messapi l’impianto urbano è
caratterizzato da mura a protezione di centri abitati. La dominazione greca sviluppò attività politica
e culturale e l’espansione longobarda sono state sicuramente i catalizzatori della attività agricola.
Nei diversi passaggi successivi di dominazione le terre, sempre coltivate sia per il sostentamento
che per la possibilità di pagamento delle tasse imposte, vedono il loro sfruttamento in maniera
diversa con la possibilità di animare il commercio e l’economia generale della provincia.
L’intero territorio provinciale è disseminato di testimonianze e reperti di quell’epoca che
documentano la presenza della vite e l’eccellente qualità dei vini ottenuti.
Nella metà dell’ottocento sorsero moderni impianti per la pigiatura delle uve e la vinificazione in
prossimità della ferrovia per agevolare gli scambi commerciali.
In questo periodo e per le particolari condizioni si richiedeva un incremento della coltivazione della
vite e ciò si imponeva a causa della forte richiesta di vini da parte delle regioni settentrionali
costrette a rimediare alla crisi produttiva anche francese causata dalla fillossera. ottavianello, Negro
amaro,Malvasia nera,Notar Domenico e Susumaniello . Impigno, Francavilla, Bianco di Alessano e
Verdeca sono i vitigni più rinomati della zona ma bisogna ricordare anche una notevole quantità di
altri vitigni a bacca bianca e nera, coltivati da sempre in tutta l’area molto spesso conosciuti solo
con nomi locali, che hanno sostenuto per tanto tempo un ruolo importante nella viticoltura locale
Possiamo affermare, quindi, che OSTUNI è tra le antiche zone d’Italia a vocazione viticola; ed
insieme alle altre aree della Puglia , intorno alla metà del Novecento diventava buona produttrice di
vino in Italia. Inoltre in quest'area geografica esiste anche l’elevato livello di specializzazione
raggiunto dai produttori locali nella conduzione della tecnica della coltivazione del Carciofo
brindisino, le cui caratteristiche organolettiche di pregio sono il risultato di una tecnica culturale
affinatasi negli anni in stretto rapporto con il territorio di produzione e dell’ olio DOP COLLINA di
BRINDISI.
Veduta panoramica del borgo antico di Ostuni (foto www.zerodelta.net)
Base ampelografica
Il vino a DOC “Ostuni bianco” che può essere denominato “Bianco di Ostuni” deve essere ottenuto
dalle uve provenienti dai vigneti composti dai vitigni nella percentuale appresso indicata:
Impigno dal 50 all’85%,
Francavilla dal 15 al 50%,
possono concorrere alla produzione di detto vino, da sole o congiuntamente, le uve provenienti dai
vitigni:
Bianco di Alessano e Verdeca fino ad un massimo complessivo del 10%.
Il vino a DOC “Ostuni Ottavianello o Ottavianello di Ostuni” deve essere ottenuto dalle uve
provenienti dai vigneti composti dal vitigno:
Ottavianello minimo 85%,
possono concorrere alla produzione di detto vino, da sole o congiuntamente le uve provenienti dai
vitigni:
Negro amaro, Malvasia nera, Notar Domenico e Sussumariello, presenti nei vigneti fino ad un
massimo del 15%.
I vini DOC “Ostuni” , all’atto dell’immissione al consumo, devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
Ostuni bianco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
Ostuni Ottavianello:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
E’ in facoltà del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali di modificare, con proprio decreto, i limiti sopra indicati per l’acidità totale e l’estratto non riduttore.
I vini DOC “Ostuni” , all’atto dell’immissione al consumo, devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
Ostuni bianco:
colore: giallo paglierino;
profumo: vinoso, delicato;
sapore: secco, armonico, netto di gusto.
Ostuni Ottavianello:
colore: dal cerasuolo al rosso rubino tenue;
odore: vinoso, delicato;
sapore: asciutto, arominco.
- Ostuni Bianco: si accompagna a preparazioni semplici come vermicelli al sugo di granchi, frittura di cozze, antipasti di pesce delicati e poco salsati, piccoli crostacei bolliti e conditi con maionese, latticini freschi. Temperatura di servizio 10° - 12°C.
- Ostuni Ottavianello: accompagna perfettamente antipasti a base di salumi, primi piatti con sughi di carne, supplì e arancini, carni di maiale e agnello alla griglia, formaggi ovini. Temperatura di servizio 12° - 14°C.