Vanno effettuate quando è bel tempo, nelle ore più calde e meglio se in assenza di vento. Infilata la tuta possiamo accendere l’affumicatore utilizzando cartone ondulato, tessuto naturale o corteccia di pino e aghi; calziamo maschera e guanti (i più arditi possano farne a meno). Solleviamo il coprifavo con la leva e immediatamente introduciamo qualche sbuffo di fumo, dopodiché poggiamo a terra il coprifavo.
Affumichiamo dai lati dell’arnia in direzione centrale in modo da far entrare tutte le api presenti sopra i favi nel nido, iniziamo così l’estrazione del primo favo rompendo con la leva i ponti di cera costruiti tra un favo e l’altro.
Dopo aver rotto i ponti di cera fra i primi telai si può estrarre il primo favo (foto www.agraria.org)
I favi ai lati estremi contengono solo miele e rappresentano la riserva alimentare dell’alveare, una sorta di dispensa; mentre poggiamo il primo favo a lato dell’arnia, procedendo con il seguente, lo spostiamo al posto vuoto del precedente e così via. L’affumicatore ci aiuterà in tutte queste fasi.
Ogni favo dev’essere studiato accuratamente per individuare:
La regina, seguita in ogni movimento dal suo corteo, generalmente si trova nei favi più interni dell’arnia ed è importante assicurarci che ci sia.
Rimessi nella stessa posizione tutti i telai riposizioniamo il primo che era stato poggiato all’esterno dell’arnia e chiudiamo il coprifavo.
Durante la visita, diverse api vi ronzeranno intorno, a volte possono innervosirsi e ronzare più intensamente, ma ogni cosa che farete dovrà avvenire con delicatezza e pazienza senza movimenti bruschi.
Terminata la visita annotate su un quaderno le informazioni raccolte e cosa dovrete fare nella prossima visita.