Originaria della Val Pusteria in provincia di   Bolzano. Deriva dall'incrocio di Pinzgau con razze pezzate nere e pezzate rosse.   Dal secondo dopoguerra è stata massicciamente sostituita da Pinzgau. Presenti   pochi capi  in Val Pusteria.
	      Dal 1985 è stato istituito il Registro   Anagrafico delle popolazioni bovine autoctone e gruppi etnici a limitata   diffusione. Tale registro è stato istituito per salvaguardare le razze bovine   minacciate di estinzione che risultano allevate in Italia e per la salvaguardia   di questi patrimoni genetici. Sono state ammesse le seguenti razze: Agerolese,   Bianca Val Padana (Modenese), Burlina, Cabannina, Calvana, Cinisara, Garfagnina,   Modicana, Mucca Pisana, Pezzata Rossa d'Oropa, Pinzgau, Pontremolese,   Pustertaler, Reggiana, Sarda, Sardo-Modicana, Varzese.
Mantello pezzato rosso (mogano) o nero, con rosso o   nero che predomina decisamente.
		    Presenta una tipica fascia bianca che   circonda il corpo longitudinalmente.
	      Animali armonici, con taglia e statura   media. 
Razza a duplice attitudine con lieve prevalenza per   il latte.
	      Molto idonea all'ambiente alpino, anche se ormai si è perso quasi   completamente il patrimonio genetico (pochissimi esemplari, razza reliquia). 
 Bovine di razza Pustertaler
		  Bovine di razza Pustertaler 
 Toro di razza Pustertaler
		  Toro di razza Pustertaler 
di Battaglini L., Ighina A., Mimosi   A., Bianchi M.
		    Lo studio scaturisce dall’interesse un gruppo di   allevatori della Val Sangone (in provincia di Torino) che, nel 2001, si rivolse   al Dipartimento di Scienze Zootecniche e alla Regione Piemonte segnalando la   presenza in allevamento di un tipo di bovino che fino ad allora non era stato   sottoposto ad alcuna forma di controllo ufficiale. Questa popolazione,   localmente denominata Barà, viene allevata da lungo tempo per la sua equilibrata   duplice attitudine alla produzione di latte e carne e per la buona adattabilità   ad ambienti difficili come quelli montani. Queste favorevoli caratteristiche   hanno determinato il mantenimento di questi soggetti all’interno di numerosi   allevamenti nelle vallate della provincia di Torino. Nonostante la mancanza di   un registro anagrafico, e di qualsiasi forma di controllo o selezione ufficiale,   si è in ogni modo mantenuta una razza-popolazione alpina con una discreta   consistenza numerica (intorno a 4.000 capi).
		    
		    Caratteristiche della   razza
		    Il carattere distintivo è rappresentato dal mantello che presenta   spruzzatura irregolare, con aree pigmentate (di colore nero o rosso-castano) di   estensione variabile, ma, in tutti i soggetti, presenti maggiormente sui   fianchi, sul musello, le orecchie e le parti distali degli arti. Per quanto   riguarda l’origine della popolazione Barà attualmente rinvenibile in in Piemonte   sono state formulate diverse ipotesi: la prima farebbe risalire la provenienza   di questi capi in ad epoche remote, a seguito delle migrazioni delle popolazioni   Walser. Un’altra è legata alla testimonianza di alcuni allevatori che   ricondurrebbero la presenza di questi soggetti ai primi del ‘900, quale   conseguenza dei numerosi flussi di immigrazione coinvolgenti anche gruppi di   allevatori, avvenuti negli anni immediatamente successivi alla Prima Guerra   Mondiale. Altre testimonianze riconducono la presenza sul territorio di questa   razza alla notevole movimentazione di animali, avvenuta tra gli anni ‘60 e ‘70,   ad opera di alcuni commercianti di bestiame della provincia di Torino. Lo scopo   di questo lavoro è stato chiarire l’origine di tale razza-popolazione attraverso   il confronto di genotipi di razze dell’arco alpino che manifestano una evidente   affinità fenotipica (Pustertaler e Vosgienne) e approfondire le conoscenze   relative alle caratteristiche morfologiche e produttive, in modo da arrivare ad   una precisa caratterizzazione di questo tipo di bovini. La prima parte   dell’indagine ha riguardato il prelievo di campioni di materiale biologico   (bulbi piliferi) da soggetti bovini Barà da inviare al Laboratorio dei Gruppi   Sanguigni (LGS) di Cremona che ha provveduto a costruire una mappatura genetica   ed ha operato un confronto tra le distanze alleliche di alcune razze   rappresentative. Per questa analisi sono stati usati 59 campioni Barà, 27   Pustertaler, 50 Frisona e 50 Piemontese. Sono state calcolate le distanze   genetiche tra questi 4 gruppi con il programma MICROSAT in base alla proporzione   di alleli condivisi. La matrice delle distanze è stata usata per costruire il   diagramma N-J  con il metodo Neighbour-Joining. I soggetti interessati al   campionamento sono stati scelti mantenendo come vincolo quello della non   parentela tra essi per almeno due generazioni e di avere un aspetto esteriore   comune a quelli che usualmente sono definiti bovini di tipo Barà. Su un totale   di 56 allevamenti visitati nelle valli Sangone, Susa, Lanzo, Pellice, nel   Canavese e nella pianura torinese, sono stati prelevati complessivamente 59   campioni. L’indagine sulle caratteristiche morfologiche e produttive ha, invece,   interessato 14 aziende nelle vallate alpine della provincia di Torino: 2 nelle   Valli di Lanzo, 4 in Val di Susa, 5 in Val Sangone e 3 nelle valli Pellice e   Chisone. Le aziende scelte hanno indirizzi produttivi volti sia alla produzione   di latte, trasformato in prodotti caseari sia di carne, grazie alla equilibrata   duplice attitudine caratterizzante i bovini Barà; tutte praticano l’alpeggio nel   periodo estivo. In ciascun allevamento sono stati individuati 10 soggetti   considerati rappresentativi della razza-popolazione Barà. Su queste bovine sono   stati compiuti prelievi del latte rilevandone anche la quantità prodotta. Sui   campioni raccolti sono state effettuate analisi riguardanti le caratteristiche   merceologiche (grasso, proteine, lattosio), la determinazione del tenore di urea   ed il conteggio delle cellule somatiche. I prelievi sono stati effettuati a   cadenza stagionale in periodi considerati rappresentativi sia del sistema di   allevamento che del tipo di alimentazione. Analogamente a molte aziende con   bovini dell’areale alpino piemontese tutti gli allevamenti considerati   presentano un sistema zootecnico che si basa sull’utilizzo di pascoli aziendali   nel periodo primaverile e autunnale; durante l’estate gli animali vengono   portati negli alpeggi alle quote più alte mentre nella stagione invernale   vengono tenuti a stabulazione fissa con un’alimentazione basata quasi   esclusivamente su fieno e insilati. Per quanto riguarda i parametri morfologici,   sui soggetti controllati sono stati misurati: altezza al garrese, circonferenza   toracica, lunghezza del tronco e peso.
		    
		    Risultati
		    Dai primi   risultati ottenuti, confrontando il genotipo dei campioni inviati e i dati   disponibili per le altre razze, è emerso come non vi sia alcuna significativa   separazione tra i gruppi della popolazione Barà e della Pustertaler, razza   allevata in Austria e in Alto Adige, dove ne rimangono alcune centinaia di capi.   Circa il confronto con le altre due razze è apparso chiaramente come Barà e   Pustertaler abbiano una origine comune e non possano essere considerate come   appartenenti a due gruppi chiusi e separati. Per entrambe si può osservare una   evidente distanza genetica rispetto alla Frisona, mentre, soltanto per la Barà,   appare evidente la vicinanza con la Piemontese, risultato che può essere   facilmente spiegabile dato il frequente impiego per la monta anche di tori di   tale razza.
		    I rilievi sulle caratteristiche morfologiche hanno portato a   rilevare una certa variabilità sia tra allevamenti che tra i soggetti di una   stessa azienda: questo perché, fino ad oggi ogni allevatore ha puntato sulle   caratteristiche che più riteneva utili, non essendo prevista alcuna forma di   selezione concordata. L’altezza al garrese è risultata in media di 135 cm, la   circonferenza toracica di 198 cm e la lunghezza del tronco di 163 cm, per un   peso medio di 660 kg.
		    Analoga variabilità si è potuta riscontrare nei   risultati riguardanti le analisi del latte, sia per quanto riguarda le   caratteristiche merceologiche che per gli altri parametri qualitativi. E’ emersa   peraltro una produttività del tutto soddisfacente se abbinata alle interessanti   caratteristiche qualitative.
Caratteristiche quanti-qualitative latti individuali (medie ± DS) (n=140)
| inverno | primavera | estate | autunno | |
| Latte prodotto (kg) | 10,6 ± 3,5 | 12,2 ± 3,5 | 8,8 ± 3,8 | 10,3 ± 4,3 | 
| Grasso (%) | 3,8 ± 0,6 | 3,6 ± 0,5 | 3,9 ± 0,8 | 3,7 ± 0,6 | 
| Proteine (%) | 3,5 ± 0,5 | 3,2 ± 0,2 | 3,3 ± 0,3 | 3,5 ± 0,4 | 
| Lattosio (%) | 4,8 ± 0,3 | 4,9 ± 0,2 | 4,7 ± 0,2 | 4,8 ± 0,3 | 
| CCS (n*1000/ml) | 333 ± 308 | 208 ± 209 | 324 ± 273 | 243 ± 246 | 
| Urea (mg/100 ml) | 22,5 ± 5,6 | 23,4 ± 3,5 | 22,3 ± 4,6 | 24,8 ± 5,4 | 
	      Conclusioni
	      Gli studi effettuati dimostrano come ci si trovi di   fronte ad una scoperta piuttosto interessante per la zootecnica montana   piemontese e non solo. Tale razza, La razza Barà, oltre che rappresentare un   importante serbatoio genetico per i bovini di razza Pustertaler, che in Alto   Adige sono ormai ridotti a qualche centinaio di capi, si è dimostrata di   particolare convenienza per le sue attitudini produttive e per la grande   rusticità e adattabilità ad ambienti particolarmente difficili quali sono molti   alpeggi piemontesi. In un territorio dove vengono prevalentemente allevate le   bovine di razza Piemontese e Valdostana Pezzata Rossa, (due razze ormai   specializzate nelle produzioni rispettivamente di carne e di latte), valorizzare   un bovino a duplice attitudine, quale ha dimostrato essere la Barà, potrebbe   rappresentare la chiave per un recupero di redditività in aree marginali montane   e per una ulteriore tutela e valorizzazione delle produzioni lattiero-casearie   che si realizzano in questi ambienti.