Clerodendrum - Clerodendrum spp.
Atlante delle piante da vaso - Piante da appartamento e da balcone

Classificazione, provenienza e descrizione

Nome comune: Clerodendro
Genere: Clerodendrum.

Famiglia: Verbenaceae.

Etimologia: dal greco kléros, sorte, destino, e déndron, albero, forse dovuto al fatto che essendo alcune specie del genere tossiche e altre terapeutiche, il loro utilizzo risultava un po’ come un “tirare a sorte”.
Provenienza: regioni tropicali e sub-tropicali di tutto il mondo con predominanza di Asia e Africa.

Descrizione genere: comprende circa 400 specie di alberi, arbusti e rampicanti, sia sempreverdi che a foglia caduca. Presentano foglie opposte o verticillate (attaccate in più d’una allo stesso nodo), con la lamina crenata ai margini o intera e che, in molte specie, se strofinate emettono uno sgradevole odore. Le piante di questo genere sono comunque coltivate per i bei fiori, generalmente riuniti in pannocchie o cime apicali (anche se in alcune specie sono ascellari) che presentano calice persistente e corolla tubolare con lembi espansi, e per i colorati frutti, che spesso li seguono, rappresentati da drupe inserite nel calice, che in alcune specie resistono sulla pianta anche dopo la caduta autunnale delle foglie. Le specie coltivate da noi possono essere coltivate in esterno solo alle zone con clima più temperato, mentre altrove richiedono posizioni riparate. Molte delle specie rampicanti sono coltivabili solo in serra.

Clerodendrum speciosissimum Clerodendrum speciosissimum (Giardino Botanico di Berlino) (foto www.agraria.org)

Specie e varietà

Clerodendrum bungei: originaria della Cina, questa specie arbustiva raggiunge 1,5-2,5 m di altezza. Le foglie decidue, cuoriformi, acuminate, dentate ai margini, di colore verde scuro sulla pagina superiore e con peli rossastri su quella inferiore, se strofinate, emettono uno sgradevole odore (tanto che ancora oggi la specie viene spesso chiamata con il vecchio nome di C. foetidum). I fiori, profumati, stellati, con calice piccolo e tubo corollino lungo e sottile che si apre in cinque segmenti lineari, sono di colore rosa brillante e compaiono, in luglio-agosto, riuniti in grandi corimbi ombrelliformi. È una specie semi-rustica che preferisce posizioni protette con luce molto forte, ma al riparo dai raggi diretti del sole, specie in estate, e temperature invernali né troppo fredde né troppo calde (ideale una serra fredda o una veranda fresca e arieggiata; temperature superiori ai 10°C sono già eccessive). Tende ad accestire facilmente e questo rende la divisione dei cespi il miglior metodo di moltiplicazione per questa specie.

Clerodendrum fragrans: specie arbustiva delicata adatta alla serra, raggiunge altezze di 0,5-3 m e presenta foglie ovate, pelose e grigiastre e fiori bianchi all’interno e rossi all’esterno riuniti in infiorescenze ombrelliformi che compaiono all’inizio dell’autunno.

Clerodendrum speciosissimum: originaria dell’isola di Giava (ma il suo areale si estende fino a Ceylon), questa specie arbustiva e ramificata viene anche chiamata C. fallax. Presenta foglie grandi, cordato-ovate con margini interi e lamina corrugata tra le venature secondarie ricoperte, come i fusti a sezione quadrangolare, da una fitta peluria bianca. I fiori, di colore arancio-scarlatto, dal lungo tubo corollino e lobi divisi ed estroflessi, con stami e pistillo che fuoriescono, sbocciano in estate riuniti in lunghe pannocchie erette e ramificate. Raggiunge l’altezza di 1 m e richiede una temperatura invernale minima di 16°C, nonché un ambiente molto luminoso e con elevata umidità ambientale (evitando le spruzzature che potrebbero macchiare le foglie) che la rendono adatta alla coltivazione in serra.

Clerodendrum thomsonae: originaria dell’Africa occidentale, questo arbusto sempreverde e rampicante può raggiungere i 4 m di altezza. Ha foglie opposte, oblungo-ovate, acuminate, con lamina intera solcata da nervature depresse. I fiori hanno un calice bianco a forma di lanterna, con cinque angoli molto pronunciati, assottigliato all’apice da dove fuoriesce la corolla, che presenta la parte terminale del sottile tubo che si allarga in cinque lembi color carminio e gli stami e il pistillo estroflessi. Essi sono raccolti in pannocchie ascellari e terminali, di solito pendule. È una specie molto delicata che richiede una temperatura minima invernale non inferiore a 16°C (con temperature inferiori diventa in parte decidua) e un ambiente luminoso (ma senza sole diretto) e molto umido, tanto da renderla adatta alla serra calda. Le piante adulte dovranno essere guidate e fermate su appostiti sostegni e richiedono la potatura, per una buona lunghezza, dei rami che hanno fiorito e alcune cimature che contribuiranno a mantenere una forma compatta.

Clerodendrum trichtomum: detto anche Clerodendro giapponese (originario del Giappone è stato introdotto in Italia nel 1860) o albero del destino è un arbusto a portamento espanso (che raggiunge l’altezza di 1,5 m e la larghezza di 4 m in vaso; 5-6 m di altezza e 6-7 di larghezza in piena terra) con foglie grandi, opposte, decidue, ruvide sulla pagina superiore e tomentose su quella inferiore, con margine intero o irregolarmente dentato, di colore verde scuro e di forma ovale o ellittica, che possono raggiungere la lunghezza di 20 cm. I fiori tubulosi, di tre cm di diametro, bianchi con calice bianco-rosato e quattro stami molto lunghi sono profumati e sbocciano in agosto-settembre, riuniti in racemi apicali che si formano sui rami dell’anno e raggiungono i 20 cm di diametro. Sono seguiti da bacche velenose, sferiche, persistenti, di colore blu-nero con riflessi turchese, circondate dai calici persistenti di colore rosso fucsia. La corteccia appare ruvida e grigia. È una pianta che cresce abbastanza rapidamente. È una delle poche specie appartenenti al genere a resistere al gelo (resiste fino a -15°C). Risulta di facile coltivazione specie nei giardini delle regioni a clima fresco come pianta da ombra. Allevato in forma arborea sviluppa una chioma tondeggiante se coltivato a mezz’ombra, piuttosto espansa se cresciuto in pieno sole. Preferisce posizioni riparate dal vento e dalla salsedine. Si riproduce per seme. Si schiacciano le bacche appena raccolte e si interrano leggermente i semi in una cassettina riempita di torba e sabbia in parti uguali. Si coprono i semi con un telo di juta e si mette la cassetta all’aperto in un luogo fresco, dove dovrà restare per tutto l’inverno, avendo l’accortezza di mantenere umido il substrato. A primavera, non appena i semi cominceranno a germinare, si rimuoverà il telo. Le piantine andranno ripicchettate in vasetti piccoli, una volta raggiunta l’altezza di 5 cm. Andranno poi nuovamente rinvasate non appena le radici avranno colmato la zolla. Se ne segnalano due varietà: “Fargesii”, con foglie dai riflessi bronzei e fruttificazione abbondante, ”Carnival”, con foglie di colore verde-blu marginate irregolarmente di giallo-grigio.

Clerodendrum speciosissimum Clerodendrum speciosissimum (Giardino Botanico di Berlino) (foto www.agraria.org)

Esigenze ambientali, substrato, concimazioni ed accorgimenti particolari

Temperatura: la temperatura minima invernale sopportata può variare dai 5 ai 16°C (il C. trichotomum sopporta anche –15°C).
Luce: ottima per ottenere la fioritura, ma assolutamente non in pieno sole, soprattutto in estate (a parte il C. trichotomum che può essere coltivato anche all’aperto in pieno sole, come alberello da ombra).
Annaffiature e umidità ambientale: abbondanti in primavera ed estate, ridotte in inverno, per le specie sempreverdi, sospese del tutto per le altre. L’umidità ambientale dovrebbe essere buona per tutte le specie e incrementata al massimo per quelle tropicali. Nei periodi più caldi è bene che l’ambiente sia arieggiato e non stagnante.
Substrato: le specie da serra richiedono una miscela di terricciato di letame, terra di foglie e torba in parti uguali, con aggiunta di sabbia; le specie da esterno richiedono terreni fertili e ben drenati.
Concimazioni ed accorgimenti particolari: regolari concimazioni somministrate durante il periodo vegetativo favoriscono e stimolano la fioritura. Le specie da serra o appartamento dovranno essere coltivate in vasi con diametro non inferiore a 15-20 cm e, comunque, adeguato alla pianta che, in particolare per le specie dell’Estremo Oriente, presenta un apparato radicale piuttosto espanso. Si dovrà quindi adeguare la dimensione di questo alle dimensioni dell’esemplare rinvasandolo ogni anno a primavera. Le specie da esterno verranno piantate in settembre-ottobre o in marzo-aprile, meglio se a ridosso di qualche riparo ed eventualmente con la possibilità di una copertura per i mesi invernali.

Moltiplicazione e potatura

Moltiplicazione: la moltiplicazione dei Clerodendrum si esegue in primavera utilizzando talee erbacee, ottenute dai germogli laterali, per le specie da serra e fino a luglio con talea semilegnosa con piede per quelle rustiche. In ogni caso, queste andranno messe a radicare in una miscela di sabbia e torba alla temperatura di 21°C con copertura che mantenga l’umidità e che dovrà essere rimossa di tanto in tanto per evitare ristagni. Le piante che presentano polloni basali radicati possono essere moltiplicate per distacco di questi, in autunno o marzo, piantandoli in vivaio o cassone freddo, avendo cura di eseguire il trapianto con un buon pane di terra, visto che queste specie si adattano male ai trapianti a radice nuda. Si può anche provare la semina in serra calda sotto copertura di vetro, in primavera, dà generalmente buoni risultati, anche se molto più lenti rispetto alle precedenti tecniche.
Potatura: i Clerodendrum non necessitano di vere e proprie potature ma più che altro di un lavoro di sfoltimento delle parti troppo fitte e di eliminazione di eventuali rami danneggiati dal gelo. Gli esemplari coltivati all’aperto, che abbiano raggiunto dimensioni esagerate, possono essere potati drasticamente, in primavera, all’altezza di circa 30 cm dalla base. Fa eccezione il C. speciosissimum che, dopo la fioritura, dovrà essere potato a fondo, tagliando tutti i rami a una quindicina di centimetri dalla base. Se si intende coltivare il C. trichotomum come alberello da ombra in giardino sarà necessario effettuare una potatura di formazione, facendo crescere le nuove piante con un unico fusto fino all’altezza di 200-220 cm. Quindi si procederà a una cimatura per stimolare la produzione di nuovi rami e negli anni successivi si spunteranno nuovamente per consentire la formazione della chioma. Una volta che questa risulta impostata, la pianta non richiede ulteriori potature, a meno che non si renda necessario contenerne le dimensioni.

Malattie, parassiti e avversità

 

Nome genere A - H
Versione italiana English version Versión española
Zootecnia Cani e gatti Coltivazioni erbacee Fruttiferi Coltivazioni forestali Insetti Prodotti tipici Funghi Parchi ed aree protette
Copyright © www.agraria.org - Codice ISSN 1970-2620 - Webmaster: Marco Salvaterra - info@agraria.org - Privacy