Le uve destinate alla produzione del vino a DOC “Galluccio”, nei tipi bianco, rosso e rosato, devono essere prodotte nell’intero territorio amministrativo dei comuni di: Conca della Campania, Galluccio, Mignano Monte Lungo, Rocca d’Evandro, Tora e Piccilli; tutti in provincia di Caserta.
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata
		    tradizione hanno contribuito ad ottenere il vino in Campania.
		    La coltivazione della vite in Campania ha origini antichissime. La coltivazione della vite nella zona
		    ha certamente tradizioni antiche. E’ possibile ritenere, con qualche fondamento, che il Falerno fosse
		    prodotto anche in quest’area, sebbene nessuno studioso ha potuto stabilire con certezza dove fosse
		    esattamente ubicato e quale estensione avesse l’ager falernus. E’ indubbio però che una parte
		    dell’area è ubicata a ridosso e tra alcune delle principali arterie di comunicazione dell’età romana ed
		    in specie la via Appia e la via Latina, attualmente S.S. Casilina ove insistevano alcuni assai rilevanti
		    insediamenti agricoli dell’età classica. Ancora lungo l’attuale Casilina è infatti possibile riscontrare
		    antichi insediamenti agricoli ed in specie le c.d. “ville agricole” dedite alla coltivazione della vite e
		    dell’olivo.
		    
		    Abbiamo la testimonianza di Giannantonio Campano, l’eminente umanista nato nel 1429 a Cavelle,
		    piccolo villaggio di Galluccio. Allievo di Lorenzo Valle, diviene amico carissimo di Jacopo
		    Ammannati, Cardinale di Pavia, al quale invia in dono dell’uva locale, che così descrive: “E’
		    sana,vigorosa,non inferiore al miele imetteo. Niente di meglio produce la mia Cavelle, il Villaggio
		    paterno reso famoso del mio ingegno. Lì sono nato e quali siano i miei costumi ed il mio talento te
		    lo dirà questa dolce uva che ti mando.” (Lib.VII ode 19; storia di Galluccio e nei comuni limitrofi.
		    La coltivazione dell’aleatico, nel comune di Galluccio risale al milleseicento,quando una nobile
		    famiglia toscana,i Velluti di Firenze,acquistarono il feudo di Galluccio. Infatti furono proprio loro
		    ad impiantare i primi vigneti di aleatico in questa zona. Ed è proprio a Galluccio ,che con l’aleatico,
		    il duca Velluti/ Zati produceva il famoso “Vin Santo” che vendeva a Firenze come vino
		    fiorentino,riscuotendo grandi soddisfazioni (rif. “Storia di Galluccio” di Mons. Ernesto Gravante).
		    Una certa notorietà storica, ben più recente, l’ha avuta lo stesso vino “rosso di Conca”, cui ci si
	      riferisce più volte in testi risalenti e citato ancora, sin dagli anni sessanta, in alcune pubblicazioni da
	      Luigi Veronelli.
		  
		  Galluccio Doc 
Base ampelografica
		  Il vino a denominazione di origine controllata “Galluccio” deve essere ottenuto esclusivamente
		  mediante vinificazione delle uve prodotte nella zona di produzione delimitata dal Disciplinare e
		  provenienti da vigneti che, nell’ambito aziendale, abbiano le seguenti composizioni ampelografiche:
		  “Galluccio” bianco
		  Falanghina minimo 70%
		  Possono concorrere alla produzione di detto vino, da soli o congiuntamente, altri vitigni a bacca
		  bianca, non aromatici, idonei e/o in osservazione, ammessi alla coltivazione nella Provincia di
		  Caserta, fino ad un massimo del 30%.
		  “Galluccio” rosso e rosato
		  Aglianico minimo 70%
		  Possono concorrere alla produzione di detti vini, da soli o congiuntamente, altri vitigni a bacca
		  rossa, non aromatici, idonei e/o in osservazione, ammessi alla coltivazione nella provincia di Caserta, fino ad un massimo del 30%.
		  I vini ad a DOP “Galluccio” bianchi, rossi e rosati devono essere ottenuti da uve provenienti da
		  vigneti composti, nell'ambito aziendale, da uno o più vitigni inclusi tra quelli idonei alla
		  coltivazione per i rispettivi bacini viticoli e unità amministrative della regione Campania iscritti nel
		  registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino, 
		  riportati nel disciplinare.
I vini a denominazione di origine controllata «Galluccio» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
“Galluccio” bianco:
		    titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
		    acidità totale minima: 5,0 g/l;
	      estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
“Galluccio” rosso:
		    titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
		    acidità totale minima: 5,0 g/l;
		    estratto non riduttore minimo: 18,0 g/l.
“Galluccio” rosato:
		    titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
		    acidità totale minima: 5,0 g/l;
	      estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
E’ in facoltà del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, modificare, con proprio decreto, sentito il Consorzio di tutela, i valori minimi riferiti all’acidità totale e ll’estratto non riduttore.
I vini a denominazione di origine controllata «Galluccio» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
“Galluccio” bianco:
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
profumo: delicato, fruttato, caratteristico;
sapore: secco, fresco, armonico.		  
“Galluccio” rosso:
		    colore: rosso rubino più o meno intenso, tendente al granata con
		    l’invecchiamento;
		    profumo: gradevole, delicato, caratteristico;
		    sapore: asciutto, fresco, armonico.		  
“Galluccio” rosato:
		    colore: rosa più o meno intenso;
		    profumo: delicato, fruttato, caratteristico;
		    sapore: secco, fresco, armonico.		  
Galluccio bianco:  si accompagna con  timballi, calamari, pesci alla griglia, fritture di pesce. Temperatura di serviuzio 8° - 10°C.
		    Galluccio rosso: Si accompagna con cacciagione, selvaggina, grigliate di carni, formaggi stagionati. Temperatura di servizio 18°C.