Ragnetto rosso e Ragnetto giallo della vite
Viticoltura - Coltivazione della vite

Inquadramento sistematico e morfologia

Gli acari tetranichidi dannosi alla vite sono le specie Panonychus ulmi (Koch) e Eotetranychus carpini (Oudemans).
Le due specie sono conosciute, rispettivamente, anche con i nomi volgari di “ragnetto rosso della vite e dei fruttiferi” e “ragnetto giallo della vite”.

Biologia

Ragnetto rosso della vite e dei fruttiferi Panonychus ulmi:
1. specie polifaga, oltre la vite attacca anche il melo, il pesco e diverse altre latifoglie;
2. sverna come uovo su legno di diversa età;
3. compie tra le 6 e le 8 generazioni all’anno.

Ragnetto giallo Eotetranychus carpini:
1. specie monofaga su vite;
2. sverna come femmina fecondata sotto il ritidoma della vite;
3. compie molte generazioni all’anno (7-8 nell’Italia settentrionale).

I principali antagonisti naturali dei tetranichidi sono gli acari appartenenti alla famiglia dei fitoseidi. Questi svernano come femmina fecondata sotto il ritidoma della vite del legno di due o più anni e soprattutto nel cercine di inserzione del legno di un anno su quello di due anni. Presentano due caratteristiche favorevoli ad un controllo biologico permanente degli acari tetranichidi: la persistenza, legata allo svernamento su vite, e la capacità di svilupparsi non solo su prede alternative (acari eriofidi, tisanotteri), ma anche su cibi alternativi (pollini, succhi cellulari, ife fungine). I fitoseidi possono venir eradicati da trattamenti antiparassitari e ricolonizzano con difficoltà la vite non essendo dotati di ali.
In assenza di fitoseidi sono attivi numerosi insetti predatori, quali coleotteri coccinellidi e stafilinidi, eterotteri antocoridi, neurotteri crisopidi e tisanotteri. Essi sono detti predatori “territoriali” in quanto, dopo essersi sviluppati su altre prede e colture, possono colonizzare la vite quando c’è disponibilità di prede.

Danni

Gli attacchi degli acari tetranichidi su vite interessano soprattutto le foglie. Con l’apparato boccale pungente e succhiante svuotano le cellule del mesofillo; le foglie decolorano, assumendo successivamente una colorazione “bronzata” (ragnetto rosso), o virano verso il rosso o il giallo (ragnetto giallo) (Foto 1 e 2). Il danneggiamento della funzionalità delle foglie, nei casi più gravi, può anche comportare una filloptosi anticipata. Questi danni portano di conseguenza ad una riduzione delle rese (t/ha) e del contenuto zuccherino delle uve.
Strategie di controllo
Il controllo degli acari tetranichidi deve privilegiare l’attività predatoria da parte degli acari fitoseidi. A tal fine bisogna limitare o evitare l’uso di antiparassitari tossici (es. insetticidi piretroidi e anticrittogamici ditiocarbammati) e incrementare le sorgenti di polline attraverso una gestione oculata della biodiversità vegetale. Gli acari fitoseidi, quando sono stati eradicati, possono venir reintrodotti prima della ripresa vegetativa attraverso il legno di potatura, ove sono presenti le forme svernanti, prelevato in vigneti in cui tale predatore è abbondante.
In assenza di un controllo biologico, tale da mantenere le popolazioni di tetranichidi al di sotto delle soglie di intervento, è possibile effettuare una lotta chimica per mezzo di acaricidi.

Ragnetto rosso Ragnetto rosso della vite e dei fruttiferi Panonychus ulmi
(fonte: Francesco Pavan, docente di entomologia presso l'Università degli Studi di Udine)

Ragnetto giallo Ragnetto giallo Eotetranychus carpini
(fonte: Francesco Pavan, docente di entomologia presso l'Università degli Studi di Udine)

Fitoseidi Fitoseide adulto
(fonte: Francesco Pavan, docente di entomologia presso l'Università degli Studi di Udine)

Bibliografia
- Ruzzene E., tesi di Laurea Magistrale “Influenza di tecniche agronomiche sulle infestazioni di fitofagi della vite”, 2013

Scheda a cura di Enrico Ruzzene >>>

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