Coda di topo - Phleum pratense L.
Atlante delle coltivazioni erbacee - Foraggere

Famiglia: Poaceae o Gramineae o Graminaceae
Specie: Phleum pratense L.
Altri nomi volgari: Codina, Fleolo, Erba timotea

Francese: Fléole des prés; Inglese: Timothy, Cat's-tail; Spagnolo: Cola de topo; Tedesco: Timothe, Wiesenlieschgras.

Origine e diffusione

Il Phleum pratense L. (Coda di topo) è una specie spontanea in quasi tutta l’Europa e ormai diffusa in tutto il Mondo.

Coda di topo - Phleum pratense L. Coda di topo - Phleum pratense L.

Caratteri botanici

Il Phleum pratense è una pianta perenne, di taglia alta (80-140 cm) caratterizzata da un sistema radicale superficiale e da cespi poco serrati provvisti di corti rizomi, con culmi eretti dotati di bulbo basale, foglie allungate e leggermente spiralate, di colore glauco, a nervature poco marcate, con ligula bianca e senza orecchiette. L’infiorescenza è un pannicolo spiciforme, cilindrica, composta di numerosissime spighette uniflore, con semi globosi molto piccoli (1.000 semi = 0,4 g).

Esigenze ambientali e tecnica colturale

Il Phleum pratense svolge un ruolo importantissimo per la produzione foraggera in zone fredde e montane, specialmente alpine. Resistentissimo alle basse temperature e all’acidità, predilige infatti ambienti umidi e freddi, senza sbalzi termici eccessivi e terreni da neutri ad acidi, non troppo sabbiosi o secchi, mentre non riesce a sopravvivere in condizioni di aridità prolungata. Fra le foraggere pratensi è la più tardiva, anche se la gamma di precocità delle diverse cultivar copre tre settimane.

Varietà e utilizzazione

Graminacea di lunga persistenza (5-8 anni), tende a concentrare la produzione al primo ricaccio, mettendosi in riposo nel prosieguo della stagione. Il passaggio dalla fase vegetativa a quella riproduttiva è graduale, per cui non vi sono grossi problemi nell’utilizzazione. La produttività è paragonabile a quella dell’erba mazzolina. Il foraggio lascia un po’ a desiderare quanto a contenuto proteico, ma l’appetibilità è ottima. Può essere impiegato in coltura pura per assicurare produzioni tardive; in consociazione, data la sua modesta aggressività, è più indicato con il finestrino e il trifoglio bianco e ibrido, che con l’erba medica che tende a soffocarlo.
Esistono numerose varietà che si differenziano per precocità, ritmo di vegetazione e tipo di utilizzazione (sfalcio e pascolamento). Quasi tutte le cultivar provengono dal Nord e Centro Europa, Canada e Stati Uniti. Nel Registro italiano figurano 7 varietà, di cui 3 nazionali e 3 polacche; la più diffusa è “Toro”, precoce e a utilizzazione bivalente (pascolamento e sfalcio). Fra le cultivar straniere utilizzate in Europa, ricordiamo l’inglese “S48”, la canadese “Climax”, la belga “Comer” e la tedesca “Odenwalder”.

a cura di Francesco Sodi

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