La parabola dell'Istruzione Agraria
Libro Bianco sull'Istruzione Agraria - Giuseppe Murolo

Perché usiamo il termine "desaparesidos"

La direzione e l'amministrazione di un istituto agrario investe aspetti particolari che richiedono conoscenze specifiche e cultura adatta, sia per impostare una didattica adeguata, sia per gestire azienda e laboratori. Non a caso, sino all'inizio degli anni '70, il segretario di tali istituzioni era un ragioniere-economo.
Anticipazioni, ammortamenti, partita doppia, reintegrazioni aziendali sono fatti economici collegati ad una operativa tecnica che deve entrare a far parte dell'esperienza e della cultura degli allievi; ma sono fatti poco accetti a chi, presiedendo un istituto, non possiede alcuna esperienza relativa a tali aspetti e quindi è poco disposto ad assumersi responsabilità che a volte investono, oltreché la sfera amministrativa-contabile, anche quella penale.
Sarà tale preside quindi portato da un lato a non fare ed a non far fare, dall'altro a "trasferire" con i più svariati mezzi i nuovi allievi al tipo di istituzione accorpante, propagandando adeguatamente, al momento delle iscrizioni, ciò che gli è più noto e congeniale. Si tratta di un comprensibile comportamento, legato alla tipologia dell'imprinting.
Aggiungasi che spesso gli originari collaboratori della gestione aziendale o dei laboratori, avviliti perché parte non più di una scuola ma di una "dependance", facciano il meno possibile o litighino per decidere a chi spetta redigere una bolletta di carico o scarico riguardante la gestione di una serra che produce pochi milioni annui.
I ministri agitano grandi idee e covano propositi di significative riforme; i direttori generali si adeguano o vanno avanti attenti ai tanti e non facili equilibri; ma i problemucci, quelli di cui si è fatto cenno, vanno avanti, esistono, caratterizzano il quotidiano, determinano l'ascesa o la estinzione, il buono o il cattivo funzionamento di una Scuola.
Sarebbe bastato poco per una razionalizzazione assennata, ammesso che bisognasse farla: istituti agrari con istituti professionali per l'agricoltura. I contrasti a volte campanilistici si sarebbero in breve tempo risolti e tutto avrebbe potuto funzionare adeguatamente. Lo dimostra ciò che si è verificato a Firenze, a Lecce, a Cremona. Poteva essere l'uovo di Colombo, ma sarebbe apparso troppo facile per l'organicità e l'assolutismo del pensiero politico-burocratico. Poi sono venute le esigenze di decentramento: le amministrazioni provinciali, di colpo, sono divenute arbitre della vita della scuola, e gli assessori provinciali hanno acquistato una importanza imprevedibile, potendo decidere, come hanno deciso, senza dover seguire alcun rigore od orientamento.
Spesso ci si è riferiti alla formazione di "poli": ma in alcuni casi il polo è stato solo un riferimento numerico, in altri semigenerico (il polo tecnico, il polo professionale, quasi che fra istituti per l'agricoltura ed istituti per l'industria o il commercio vi potessero essere affinità).
Di un solo polo non si è parlato (salvo eccezioni poco note), quello classico o classico-scientifico, perché accorpare due licei è apparso in tanti casi una operazione rischiosa, poco ripagante, rispetto, ad esempio all'accorpamento ad un liceo di una scuola coordinata di un istituto per l'agricoltura.
Nessuno naturalmente ha ipotizzato che in anni di programmazione un istituto abbia strutturato in maniera coordinata le attrezzature delle diverse scuole, sicché il caseificio di una scuola e l'oleificio di un'altra sono stati realizzati perché utili a tutte le scuole dell'istituto; che laboratori ubicati in sedi diverse siano tra loro integrativi.
Si toglie una scuola coordinata alla "casa madre" e la si accorpa ad un liceo, in modo che il suo preside possa divenire manager, e tanto basti.
Le strutture attuali degli istituti sono eredi, in parte, di edifici ed aziende provenienti da donazioni, da acquisti diretti, da permute, trasformazione di terreni demaniali o pubblici. Molti istituti hanno in gestione patrimoni notevolissimi, in qualche caso in via di totale degrado per irresponsabilità ed insensibilità assai gravi.
A chi, ad esempio, transiti in treno per la stazione di Cancello Arnone in provincia di Caserta, diventa familiare l'immagine avvilente di un fabbricato un tempo nuovo, realizzato come scuola con convitto, arredato in tutti i particolari, mai usato e divenuto uno scheletro perché non furono reperiti, nel 1975, dieci milioni per la costruzione di una cabina elettrica di trasformazione.
Ma per l'impegno e la volontà di tante persone, molte scuole utilizzano tuttora strutture valide, mantenute tali con notevoli sacrifici: non è a tutti chiaro che in un istituto agrario non vi sono periodi di ferie giacché le colture e gli allevamenti non sanno attendere, sicché presidi, docenti e personale ausiliario si sforzano di sopperire all'ignavia degli uffici centrali e provinciali, dai quali, nel tempo, è stato diffuso, con costanza unica, un solo avvertimento. Quello di arrangiarsi. Esistono laboratori dotati di attrezzature delicate e costose quali gas-cromatografi, spettrometri, fotometri a fiamma, apparecchi ad assorbimento atomico, HLPC e così via, utilissimi per determinazioni di elementi e composti essenziali, validissimi per il controllo e la certificazione di qualità.
Di recente una commissione mista, composta da rappresentanti del Ministero della P.I. e da quello delle Politiche agricole ha iniziato un discorso per utilizzare al meglio strutture e persone; ma gli intoppi, le incertezze, il disinteresse di tanti hanno sicuramente reso vano il tentativo di realizzare qualcosa di valido.

da CERERE - Rassegna di problemi tecnici e didattici per l'indirizzo agrario dell'Istruzione Secondaria
Quadrimestrale - Anno XII N. 27 Gennaio - Aprile 1999 - ITAS "Basile - Caramia" LOCOROTONDO (BA)

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