Valpolicella Ripasso DOC
Atlante dei prodotti tipici - Vini DOP e IGP

Zona di produzione e storia

1) La zona di produzione della denominazione di origine controllata “Valpolicella ripasso” comprende in tutto o in parte i territori dei Comuni di: Marano, Fumane, Negrar, S. Ambrogio, S. Pietro in Cariano, Dolcè, Verona, S. Martino Buon Albergo, Lavagno, Mezzane, Tregnago, Illasi, Colognola ai Colli, Cazzano di Tramigna, Grezzana, Pescantina, Cerro Veronese, S. Mauro di Saline e Montecchia di Crosara.
2) La zona di produzione delle uve per la produzione dei vini della denominazione di origine controllata “Valpolicella ripasso” designabili con la specificazione geografica Valpantena è così delimitata... (omissis).
3) La zona di produzione delle uve per la produzione dei vini della denominazione di origine controllata “Valpolicella ripasso” designabili con la menzione Classico comprende i Comuni di Negrar, Marano, Fumane, Sant'Ambrogio, S. Pietro in Cariano.

Numerose e certe sono le testimonianze di un’intensa attività vitivinicola nella zona di produzione del “Valpolicella Ripasso” fin dai tempi antichi. Il vino “ Retico” tanto declamato da scrittori e storici romani è il più lontano antenato di tutti i vini della Valpolicella e quindi del “Valpolicella Ripasso”. La lunga e consolidata tradizione di ripassare il vino sulle vinacce caratteristica del “Valpolicella Ripasso” è una precisa tecnica enologica di antica consuetudine ed esclusiva elaborazione dei vitivinicoltori della Valpolicella. Tracce dell’utilizzo di questo particolare prodotto proprio della Valpolicella si ritrovano nel medio evo, in alcuni documenti di acquisto di terreni vitati e negli accordi di commercializzazione dell’ uva e del vino. All’epoca della Serenissima Repubblica di Venezia i vini della Valpolicella sono definiti “vini dogali” sottolineando il carattere sontuoso attribuito a questi prodotti che erano prediletti dai dogi veneziani. Successivamente, in epoca risorgimentale, la Valpolicella conobbe un notevole progresso tecnico-scientifico anche in campo enologico, come testimonia una cospicua documentazione riconducibile alla Società Enologica Veronese. In quei documenti si racconta che nella Valpolicella si perfezionò la tecnica agricola e vitivinicola attraverso l’introduzione di macchine agricole e, nel 1873, all’esposizione universale di Vienna, quello che sarebbe diventato il “Valpolicella Ripasso”, ottenne lusinghieri giudizi. Ai primi del Novecento, il poeta della veronesità Berto Barbarani, più volte nei suoi componimenti fa riferimento ad un “Valpolicella” “fatto di velluto”, che pare più vicino alle caratteristiche del “Valpolicella Ripasso” rispetto a quelle del “Valpolicella”. Negli anni ’60 la pratica tradizionale alla base del “Valpolicella Ripasso” viene riconosciuta e regolamentata dai decreti prefettizi che regolamentavano le vendemmie in “Valpolicella”. L’individuazione della zona di produzione e l’affinamento delle tecniche di produzione e vinificazione del vino “Valpolicella Ripasso” hanno portato nel 1968 all’approvazione ufficiale del primo disciplinare di produzione e al riconoscimento della DOC Valpolicella. Allo scopo di tutelare l’identità delle diverse tipologie inserite nella denominazione “Valpolicella”, “Valpolicella Ripasso”, “Recioto della Valpolicella” e “Amarone della Valpolicella”, il 24 marzo 2010 sono stati adottati appositi decreti ministeriali con i quali le quattro tipologie sono state rese autonome. Il gradimento negli ultimi anni del “Valpolicella Ripasso” ha portato ad una sua sempre più massiccia presenza nelle recensioni di giornalisti ed esperti di vino, che ne riconoscono la peculiarità inserendolo nelle più importanti guide enologiche come Buoni Vini d’Italia Touring Club, Vini d’Italia Gambero Rosso, Veronelli, Luca Maroni, Espresso, Enogea, Wine Enthusiast.

Valpolicella Ripasso Doc Valpolicella Ripasso Doc

Vitigni - Grado alcolometrico minimo - Invecchiamento e qualifiche

Base ampelografica
I vini della denominazione di origine controllata “Valpolicella ripasso” devono essere ottenuti dalle uve prodotte dai vigneti aventi, in ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica:
- Corvina Veronese (Cruina o Corvina) dal 45% al 95 %; è tuttavia ammesso in tale ambito la presenza del Corvinone nella misura massima del 50%, in sostituzione di una pari percentuale di Corvina;
- Rondinella dal 5 % al 30 % .
Possono concorrere alla produzione di detti vini, fino ad un massimo del 25% totale le uve provenienti dai vitigni:
- a bacca rossa non aromatici, ammessi alla coltivazione per la provincia di Verona di cui al Registro nazionale delle varietà di viti, nella misura massima del 15%, con un limite massimo del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato;
- classificati autoctoni italiani ai sensi della legge n. 82/06, art. 2, a bacca rossa, ammessi alla coltivazione per la Provincia di Verona di cui al Registro nazionale delle varietà di viti.

I vini a denominazione di origine controllata «Valpolicella Ripasso» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:

I vini a D.O.C. “Valpolicella ripasso”, all’atto dell’immissione al consumo, devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
- titolo alcolometrico volumico effettivo minimo: 12,50% vol, (con un residuo alcolometrico volumico potenziale massimo di 0,60% vol) e 13,00% vol per la tipologia “superiore”;
- acidità totale minima: 5,0 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 24,0 g/l e 26,0 g/l per la tipologia “superiore”.

E’ facoltà del Ministero delle politiche agricole alimentari e di modificare con proprio decreto, i limiti sopra indicati per l’acidità totale e l’estratto non riduttore minimo.

Caratteristiche organolettiche

I vini a denominazione di origine controllata «Valpolicella Ripasso» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:

I vini a D.O.C. “Valpolicella ripasso”, all’atto dell’immissione al consumo, devono rispondere alle seguenti caratteristiche :
- colore: rosso carico tendente al granato con l'invecchiamento;
- odore: caratteristico con profumo gradevole;
- sapore: pieno, vellutato, di corpo.

Abbinamenti e temperatura di servizio

Si abbina a piatti importanti a base di carne, salumi in genere e formaggi stagionati. Temperatura di servizio 18°C.

Zootecnia Cani e gatti Coltivazioni erbacee Fruttiferi Coltivazioni forestali Insetti Prodotti tipici Funghi Parchi ed aree protette
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