La zona di produzione delle uve destinate alla produzione dei vini a Denominazione di Origine
		    Controllata “Savuto” comprende in parte i comuni appresso descritti:
		    
		    - provincia di Cosenza:
		    Rogliano, S. Stefano di Rogliano, Marzi, Belsito, Grimaldi, Altilia, Aiello Calabro, Cleto, Serra
		    Aiello, Pedivigliano, Malito, Amantea, Scigliano, Carpanzano.
		    - provincia di Catanzaro:
		    Motta S. Lucia, Martirano Vecchio, Martirano Lombardo, S. Mango d’Aquino, Nocera Terinese e
	      Conflenti.
La zona di produzione ha grande tradizione di vino pregiato sin dall’antichità. Decantato da Plinio e Strabone, amato dai
		    patrizi romani ai cui banchetti non poteva mai mancare, il Savuto (“Sanutum” per i Latini) si
		    distingue dagli altri vini calabresi perché, invece di essere il prodotto di vigneti degradanti verso il
		    mare, deriva da viti che sono piantate sulle pendici dei monti che sovrastano il fiume Savuto, da cui
		    questo vino prende il nome. Ancora oggi, peraltro, la vite da cui si trae questo vino di ottima
		    levatura è allevata ad alberello, con il sistema praticato dall’antica popolazione dei Bruzi nel III
		    secolo a.C. Nei secoli, sconvolgimenti del territorio causati da guerre, fattori politici, eventi
		    patologici, hanno decimato le produzioni e i vigneti del Savuto, la cui produzione si è dunque
		    stabilizzata solo a partire dal XV secolo, grazie all’evoluzione dei trasporti marittimi e alla
		    conseguente instaurazione di regolari rapporti commerciali con mercati lontani. Dopo la discesa dei
		    
		    Romani al sud della penisola italica,il vino “Sanutum“ ora Savuto,veniva ampiamente apprezzato
		    alla pari de grandi vini dell’epoca.
		    A quei tempi la Calabria,già sottomessa al dominio di Roma,pagava a questa tributi sotto forma di
		    legnami e vino. Nel 1807,il di arista, Duret de Tavel, ufficiale francese,di transito nella valle del
		    Savuto,in “ Lettere dalla Calabria” indirizzate al padre,scriveva tra l’altro: “ Rogliano 18 dicembre
		    1807…questo borgo abitato da duemila anime… ha diverse belle case ed è rinomato per l’aria
		    salubre e per il suo buon vino Successivamente alla seconda guerra mondiale la Calabria si è posta
		    su un piano di rinnovamento generale,ed anche nella nostra zona i produttori hanno badato più alla
		    qualità che alla quantità considerando il Savuto un vino tipico di classe elevata; i suoi attestati
		    vanno ricercati nelle attività promozionali intraprese. La plaga di questo vino, come è
		    noto,comprende i centri situati a sud della provincia di Cosenza.Caldo e robusto questo nettare ha
		    un uvaggio che è un atto di amore della terra che lo produce. Il suo vitigno più importante è il
	      Gaglioppo, detto anche Magliocco o Arvino, di antica origine, introdotto nel periodo magno greco.
		   Savuto Doc
		  Savuto Doc 
Base ampelografica
		  vini a Denominazione di Origine Controllata “Savuto” devono essere ottenuti dalle uve
		  provenienti da vigneti aventi, nell’ambito aziendale, la seguente composizione ampelografia:
		  “Savuto” bianco:
		  - Mantonico: fino ad un massimo del 40%;
		  - Chardonnay: fino ad un massimo del 30%;
		  - Greco bianco: fino ad un massimo del 20%;
		  - Malvasia bianca: fino ad un massimo del 10%;
		  - possono concorrere altri vitigni a bacca bianca, idonei alla coltivazione per la Regione Calabria,
		  fino al massimo del 45%.
		  “Savuto” rosso e rosato:
		  - Gaglioppo (localmente noto come Arvino): fino ad un massimo del 45%;
		  - Aglianico fino ad un massimo del 45%
		  - Greco nero, Nerello cappuccio, da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 10%;
		  - possono concorrere altri vitigni a bacca nera, idonei alla coltivazione per la Regione Calabria, fino
		  ad un massimo del 45%.
		  I vitigni idonei alla coltivazione nella Regione Calabria, come sopra richiamato, sono quelli
		  iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino, 
		  riportati nel disciplinare.
I vini a denominazione di origine controllata «Savuto» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
“Savuto” bianco:
		    - titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
		    - acidità totale minima: 5,0 g/l;
	      - estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
“Savuto” rosato:
		    - titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
		    - acidità totale minima: 5,0 g/l;
		    - estratto non riduttore minimo: 18,0 g/l.
“Savuto” rosso:
		    - titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
		    - acidità totale minima: 5,0 g/l;
		    - estratto non riduttore minimo: 25,0 g/l.
“Savuto” rosso superiore:
		    - titolo alcolometrico volumico totale minimo: 13,50% vol;
		    - acidità totale minima: 5,0 g/l;
		    - estratto non riduttore minimo: 25,0 g/l.
È in facoltà del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali modificare con proprio decreto il limite minimo dell'estratto non riduttore e dell'acidità totale.
I vini a denominazione di origine controllata «Savuto» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
“Savuto” bianco:
- colore: giallo paglierino talvolta con riflessi verdolini;
- odore: fine, caratteristico;
- sapore: secco, armonico.		  
“Savuto” rosato:
		    - colore: rosa tenue tendente al rosa cerasuolo;
		    - odore: delicato, caratteristico;
		    - sapore: secco, sapido,armonico.		  
“Savuto” rosso:
		    - colore: rosso rubino;
		    - odore: intenso, caratteristico;
		    - sapore: secco, pieno ed armonico.		  
“Savuto” rosso superiore:
		    - colore: rosso rubino;
		    - odore: intenso, caratteristico;
		    - sapore: secco, pieno ed armonico.		  
Savuto rosso: si abbina ad arrosti e selvaggina. Temperatura di servzio: 18°C. 
		    Savuto rosato: si abbina a primi piatti con sughi di verdure, secondi di   carne. Temperatura di servizio: 14° - 16°C.
	      Savuto bianco: si abbiana ad   antipasti e secondi di pesce, piatti a base di uova. Temperatura di servizio:   10° - 12 °C.