Contea di Scaflani DOC
Atlante dei prodotti tipici - Vini DOP e IGP

Zona di produzione e storia

La denominazione di origine controllata «Contea di Sclafani» è riservata ai vini bianchi, rossi e rosati che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione.
Tali vini sono i seguenti:
«Contea di Sclafani» rosso
«Contea di Sclafani» rosato
«Contea di Sclafani» bianco
«Contea di Sclafani» Ansonica o Insolia
«Contea di Sclafani» Catarratto
«Contea di Sclafani» Grecanico
«Contea di Sclafani» Grillo
«Contea di Sclafani» Chardonnay
«Contea di Sclafani» Pinot bianco
«Contea di Sclafani» Sauvignon
«Contea di Sclafani» Nerello Mascalese
«Contea di Sclafani» Nero d’ Avola o Calabrese
«Contea di Sclafani» Perricone
«Contea di Sclafani» Cabernet Sauvignon
«Contea di Sclafani» Pinot nero
«Contea di Sclafani» Syrah
«Contea di Sclafani» Merlot
«Contea di Sclafani» Sangiovese
«Contea di Sclafani» dolce
«Contea di Sclafani» dolce vendemmia tardiva
«Contea di Sclafani» novello.

Le uve destinate alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata «Contea di Sclafani» devono provenire da vigneti coltivati all’interno della zona appresso indicata:
- provincia di Palermo: l’intero territorio amministrativo dei comuni di Valledolmo, Caltavuturo, Alia e Sclafani Bagni; parte del territorio dei comuni di Petralia Sottana, Castellana Sicula, Castronovo di Sicilia, Cerda, Aliminusa, Montemmagiore Belsito e Polizzi Generosa;
- provincia di Caltanissetta: l’intero territorio amministrativo dei comuni di Vallelunga Pratameno e Villalba;
- provincia di Agrigento: parte del territorio del comune di Cammarata.

Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione hanno contribuito ad ottenere i vini a doc “Contea di Sclafani”.
La denominazione “Contea di Sclafani” è un nome storico-geografico; la Contea di Sclafani era un antico stato feudale siciliano, sorto durante il dominio dei Normanni; nel 1330 , sotto il dominio di Giovanni Sclafani, il possedimento ricevette il titolo di Contea e lo mantenne per quasi 500 anni, fino al 1813, quando fu abolito il feudalesimo.
Della Contea di Sclafani , facevano parte numerosi feudi che si estendevano in quelli che oggi sono gli ambiti territoriali dei comuni compresi nella zona geografica di produzione.
La prima testimonianza di presenza di vigneti risale all’ epoca del domino aragonese in Sicilia, nell’ultimo decennio del 1300, allorquando Antonio Verntimiglia , conte di Collesano, chiedeva al re Martino nel 1391, la conferma della gabella regia sul vino di Bilici, testimoniando l’alta redditività della coltura viticola in una zona adiacente al feudo di Regaliali appartenente alla Contea di Sclafani.
Nel feudo di Valle dell’Olmo , intorno al 1570, la viticoltura fiorì ad opera del conte Giuseppe Cutelli il quale diede lotti di terreno in enfiteusi con l’obbligo di impiantare vigneto, fornendo anche le barbatelle; in questo modo in poco tempo s’incremento notevolmente la produzione di vino del luogo.
Molti vigneti furono piantati nelle vicinanze del paese di Valledolmo e lo storico L. Tirrito ci dice che a metà dell’ottocento vi erano nell’agro di Valledolmo 535 ettari di vigneto dai quali si produceva un vino venduto nei paesi limitrofi.
Nel 1828 Nicolò Cacciatore, descrivendo Sclafani, scriveva: “il suolo è feracissimo : vi prosperano a meraviglia le viti, gli olivi e i gelsi, ecc.”
Dai “Catasti di Sicilia” di Vincenzo Mortillaro si apprende che tra il 1838 ed il 1840 in quella che fino a 25 anni prima era la Contea di Sclafani, vi erano più di ottocento salme di vigneto corrispondente a circa 1.800 ettari.
Nel corso dei secoli dunque la viticoltura ha mantenuto un ruolo di coltura molto importante per il territorio, fino ad arrivare ad oggi. La storia recente è caratterizzata da una evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende, la professionalità degli operatori che hanno contribuito ad accrescer il livello qualitativo e la rinomanza della DOC “Contea di Sclafani”, come testimoniano i riconoscimenti in campo nazionale ed internazionale dei vini a DOC Contea di Sclafani prodotti dalle aziende della zona geografica di riferimento.
E’ stato riconosciuto come DOC nel 1996 con decreto ministeriale del 21/08/1996 poi modificato con D.m. del 23/09/1996.

Contea di Scaflani Doc Contea di Scaflani Doc

Vitigni - Grado alcolometrico minimo - Invecchiamento e qualifiche

Base ampelografica
La denominazione di origine controllata «Contea di Sclafani» senza alcuna specificazione è riservata al vino rosso, rosato o bianco ottenuto da uve provenienti da vigneti aventi nell’ambito aziendale la seguente composizione ampelografica:
«Contea di Sclafani» bianco:
Catarratto, Insolia (detta anche Ansonica) e Grecanico congiuntamente o disgiuntamente minimo 50%;
possono concorrere alla produzione di detto vino per la restante percentuale le uve di altri vitigni, presenti in ambito aziendale, idonei alla coltivazione nella Regione Sicilia, iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino approvato, riportati nel disciplinare.
«Contea di Sclafani» rosso:
Nero d’Avola e Perricone, congiuntamente o disgiuntamente, minimo 50%;
possono concorrere alla produzione di detto vino, per la restante percentuale, le uve di altri vitigni, presenti in ambito aziendale, idonei alla coltivazione nella Regione Sicilia, come sopra specificato.
«Contea di Sclafani» rosato:
Nerello Mascalese minimo 50%;
possono concorrere alla produzione di detto vino, per la restante percentuale, le uve di altri vitigni, presenti in ambito aziendale idonei alla coltivazione nella Regione Sicilia, come sopra specificato.
La denominazione «Contea di Sclafani» seguita da una delle seguenti specificazioni di vitigno «Ansonica o Insolia», «Catarratto», «Grecanico», «Grillo», «Chardonnay», «Pinot bianco», «Sauvignon», «Nerello Mascalese», «Perricone», «Nero d’Avola o Calabrese», «Cabernet Sauvignon», «Pinot nero», «Syrah», «Merlot» e «Sangiovese» è riservata ai vini ottenuti da vigneti composti dai corrispondenti vitigni per almeno l’85%;
possono concorrere alla produzione di detto vino, per la restante percentuale, le uve di altri vitigni, presenti in ambito aziendale, idonei alla coltivazione nella Regione Sicilia, come sopra specificato.

I vini a denominazione di origine controllata «Contea di Sclafani» di cui agli artt. 2 e 5 all’atto dell’immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:

«Contea di Sclafani» rosso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 21 g/l.

«Contea di Sclafani» rosato:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15 g/l.

«Contea di Sclafani» bianco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.

«Contea di Sclafani» spumante bianco o rosato (con o senza il riferimento al nome di vitigno):
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.

«Contea di Sclafani» riserva (con o senza riferimento al nome di vitigno):
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 23,0 g/l.

«Contea di Sclafani» Ansonica o Insolia:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.

«Contea di Sclafani» Catarratto:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.

«Contea di Sclafani» Grecanico:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.

«Contea di Sclafani» Grillo:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 16 g/l.

«Contea di Sclafani» Chardonnay:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.

«Contea di Sclafani» Pinot bianco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.

«Contea di Sclafani» Sauvignon:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.

«Contea di Sclafani» Nerello Mascalese:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.

«Contea di Sclafani» Perricone:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 21,0 g/l.

«Contea di Sclafani» Nero d’Avola o Calabrese:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 21,0 g/l.

«Contea di Sclafani» Cabernet Sauvignon:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 21,0 g/l.

«Contea di Sclafani» Pinot Nero:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 21,0 g/l.

«Contea di Sclafani» Syrah:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 21,0 g/l.

«Contea di Sclafani» Merlot:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 21,0 g/l.

«Contea di Sclafani» Sangiovese:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.

«Contea di Sclafani» novello:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 3,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.

È facoltà del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali di modificare con proprio decreto i limiti minimi sopra indicati e l’estratto non riduttore.

Caratteristiche organolettiche

I vini a denominazione di origine controllata «Contea di Sclafani» di cui agli artt. 2 e 5 all’atto dell’immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:

«Contea di Sclafani» rosso:
colore: rosso rubino più o meno intenso, con eventuali riflessi violacei;
odore: gradevole, fine, vinoso, nota olfattiva tipica;
sapore: asciutto, armonico, ricco di struttura.

«Contea di Sclafani» rosato:
colore: rosato tenue più o meno carico;
odore:gradevole, fine, fruttato, fragrante;
sapore: delicato, armonico, fresco, vivace.

«Contea di Sclafani» bianco:
colore: giallo paglierino più o meno intenso talvolta con riflessi verdognoli;
odore: gradevole, fine, elegante;
sapore: armonico, delicato, gustoso, sapido.

«Contea di Sclafani» spumante bianco o rosato (con o senza il riferimento al nome di vitigno):
colore: paglierino più o meno intenso o rosato tenue;
odore: caratteristico, fruttato;
sapore: sapido, caratteristico.

«Contea di Sclafani» riserva (con o senza riferimento al nome di vitigno):
colore: dal rosso rubino carico al granato;
odore: intenso, fruttato;
sapore: caratteristico, ricco di struttura, fruttato.

«Contea di Sclafani» Ansonica o Insolia:
colore: giallo paglierino più o menointenso;
odore: delicato, gradevole;
sapore: asciutto, sapido.

«Contea di Sclafani» Catarratto:
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
odore: intenso, caratteristico;
sapore: caratteristico con retrogusto talvolta amarognolo.

«Contea di Sclafani» Grecanico:
colore: giallo paglierino con riflessi verdolini;
odore: fruttato;
sapore: armonico, rotondo, delicato.

«Contea di Sclafani» Grillo:
colore: giallo più o meno intenso;
odore: elegante, fine;
sapore: asciutto, strutturato.

«Contea di Sclafani» Chardonnay:
colore: paglierino più o meno intenso;
odore: intenso, caratteristico;
sapore: gradevole, fruttato.

«Contea di Sclafani» Pinot bianco:
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
odore: fine, delicato;
sapore: armonico, rotondo.

«Contea di Sclafani» Sauvignon:
colore: giallo paglierino con riflessi verdolini;
odore: fruttato;
sapore: gradevole, armonico.

«Contea di Sclafani» Nerello Mascalese:
colore: rosso poco intenso;
odore: fine, delicato;
sapore: elegante, fruttato.

«Contea di Sclafani» Perricone:
colore: rosso rubino;
odore: fruttato, caratteristico;
sapore: caratteristico, leggermente tannico.

«Contea di Sclafani» Nero d’Avola o Calabrese:
colore: rosso rubino con riflessi violacei;
odore: delicato, caratteristico, fruttato;
sapore: corposo, armonico.

«Contea di Sclafani» Cabernet Sauvignon:
colore: rosso rubino carico tendente al granato;
odore: caratteristico;
sapore: ricco, corposo.

«Contea di Sclafani» Pinot Nero:
colore: rosso rubino più o meno intenso;
odore: fruttato;
sapore: armonico, gradevole.

«Contea di Sclafani» Syrah:
colore: rosso rubino carico;
odore: caratteristico, fruttato;
sapore: ricco, corposo.

«Contea di Sclafani» Merlot:
colore: rosso rubino;
odore: intenso, fruttato;
sapore: caratteristico, strutturato.

«Contea di Sclafani» Sangiovese:
colore: rosso rubino;
odore: vinoso, caratteristico;
sapore: rotondo armonico.

«Contea di Sclafani» novello:
colore: rosso più o meno intenso;
odore: fruttato;
sapore: armonico ed equilibrato.

Abbinamenti e temperatura di servizio

Variano a seconda della tipologia di vino.

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