Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte.
TIPOLOGIA A | ANALISI DEL TESTO |
"La ritirata in piazza Aldovrandi a Bologna" di Umberto Saba
Piazza Aldrovandi e la sera d'ottobre
hanno sposate le bellezze loro;
ed è felice l'occhio che le scopre.
L'allegra ragazzaglia urge e schiamazza
che i bersaglieri colle trombe d'oro
formano il cerchio in mezzo della piazza.
Io li guardo: Dai monti alla pianura
pingue, ed a quella ove nell'aria è il male,
convengono a una sola vita dura,
a un solo malcontento, a un solo tu;
or quivi a un cenno del lor caporale
gonfian le gote in fior di gioventù.
La canzonetta per l'innamorata,
un'altra che le coppie in danza scaglia,
e poi, correndo già, la ritirata.
E tu sei tutta in questa piazza, o Italia.
Umberto Saba, nato a Trieste nel 1883 e morto a Gorizia nel 1957, cominciò a scrivere versi agli inizi del secolo XX e continuò per cinquant'anni all'incirca. Questa poesia è compresa nella raccolta La serena disperazione (1913-1915) confluita poi, insieme a tutte le altre raccolte di versi del poeta triestino, nel Canzoniere. Note preliminari alla comprensione del testo: la bolognese piazza Aldrovandi aveva accanto una caserma. In occasione di esercitazioni e di feste si esibiva nella piazza la banda dei bersaglieri.
Comprensione complessiva
Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo
in non più di dieci righe.
Analisi e interpretazione del testo
Illustra la struttura metrica e il ritmo del componimento.
Spiega le seguenti scelte lessicali: il verbo "sposare" (v. 2), l'intonazione data al sostantivo "ragazzaglia" (v. 4) e al suo urgere e schiamazzare; il significato del "che" (v. 5) e delle espressioni "pianura / pingue" e "quella ove nell'aria è il male" (vv. 7-8).
Chiarisci il significato dell'aggettivo "solo", iterato tre volte in due soli versi (vv. 9-10), e la situazione di contrasto che esso denota con la varia provenienza di questi giovani bersaglieri.
Analizza i modi linguistici con i quali l'autore indica i motivi compresi nel repertorio della banda (vv. 13-15).
Spiega la funzione riassuntiva del verso finale e l'atteggiamento del poeta che osserva l'allegra e festosa scena.
Esponi le tue osservazioni sul testo in un
commento personale di sufficiente ampiezza.
TIPOLOGIA B |
Redazione di un
"SAGGIO BREVE" o di un "ARTICOLO DI GIORNALE" |
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(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)
CONSEGNE
Sviluppa l'argomento scelto o in forma di "saggio breve" o di
"articolo di giornale", utilizzando i documenti e i dati che
lo corredano.
Se scegli la forma del "saggio breve", interpreta e confronta
i documenti e i dati forniti e svolgi su questa base la tua trattazione,
anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di
studio.
Da' al tuo saggio un titolo coerente e ipotizzane una destinazione
editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e
documentazione, rassegna di argomento culturale, altro).
Se scegli la forma dell'"articolo di giornale", individua nei
documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano
rilevanti e costruisci su di essi il tuo 'pezzo'.
Da' all'articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul
quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa,
giornale scolastico, altro). Per attualizzare l'argomento, puoi
riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari,
convegni o eventi di rilievo).
Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque
colonne di metà di foglio protocollo.
1. AMBITO ARTISTICO - LETTERARIO
ARGOMENTO: Il male di vivere nella poesia e nell'arte del Novecento.
DOCUMENTI
Spesso il male di vivere ho
incontrato: Bene non seppi, fuori del
prodigio E. MONTALE, Ossi di Seppia,
1925 |
Anche questa notte passerà Questa solitudine in giro Guardo le teste dei brumisti G. UNGARETTI, L'allegria,
1942 |
Quell'uguale belato era
fraterno In una capra dal viso semita U. SABA, La capra, in "Casa e Campagna", 1909-1910 |
S. QUASIMODO, Elegia, 1947 |
Edvard MUNCH, L'urlo, 1893 |
"Sento il grido della natura!" (Munch).
"La deformazione della figura è giunta a un limite sconosciuto per
quell'epoca. L'uomo in primo piano, con la bocca gridante e le mani
strette sulle orecchie per non ascoltare il proprio incontenibile urlo,
che è anche urlo della natura, è ridotto ad una misera parvenza
ondeggiante in un paesaggio di delirio."
M. DE MICHELI, Le avanguardie artistiche del Novecento, Feltrinelli
1999
2. AMBITO SOCIO - ECONOMICO
ARGOMENTO: L'Italia da terra di emigranti a terra di immigrati: cause e conseguenze socio-economiche.
DOCUMENTI
"Tra i fenomeni particolari che presenta l'Italia
del Mezzogiorno nessuno è forse più significativo della sua
emigrazione. Da oltre un trentennio, prima in misura limitata, poi in
proporzioni sempre più vaste ed in maniera persistente, è incominciata
e si è diffusa ed affermata una corrente migratoria, un vero esodo
verso i più lontani paesi. A spingere verso l'ignoto avevano concorso,
insieme, la scarsa produttività del suolo rincrudita da sistemi
arretrati di coltura, dall'ignoranza e dalle ricorrenti crisi agrarie; i
sistemi tributari, gravi pel peso ed esosi per le forme di percezione;
gli intollerabili sistemi amministrativi, ancora più viziati nella
pratica di ambienti ancora compenetrati di usi ed abusi feudali.
L'emigrazione meridionale, per le proporzioni, per gli elementi di cui
si compone, per la funzione che va ad esercitare specialmente in alcuni
paesi di destinazione, si presenta in aspetto diverso dall'emigrazione
dei paesi più progrediti. Costituita in prevalenza di agricoltori, essa
ha tutt'al più la sua analogia nell'emigrazione di paesi aventi regioni
arretrate, come ne ha l'Austria e l'Ungheria o addirittura poco
progrediti come la Russia ed i paesi balcanici. Il danaro faticosamente
risparmiato dagli emigranti, certo una risorsa, ma in compenso quanti
altri lati sfavorevoli!"
E. CICCOTTI, L'emigrazione, in "La Voce", n° 11, 1911
"Non Roma o Napoli, ma New York sarebbe la vera
capitale dei contadini di Lucania, se mai questi uomini senza Stato
potessero avere una. E lo è, nel solo modo possibile per loro, in un
modo mitologico. Per la sua doppia natura, come luogo di lavoro essa è
indifferente: ci si vive come si vivrebbe altrove, come bestie legate a
un carro, e non importa in che strade lo si debba tirare; come paradiso,
Gerusalemme celeste, oh! allora, quella non si può toccare, si può
soltanto contemplarla, di là dal mare, senza mescolarvisi. I contadini
vanno in America, e rimangono quello che sono: molti vi si fermano, e i
loro figli diventano americani: ma gli altri, quelli che ritornano, dopo
vent'anni, sono identici a quando erano partiti. In tre mesi le poche
parole d'inglese sono dimenticate, le poche superficiali abitudini
abbandonate, il contadino è quello di prima, come una pietra su cui sia
passata per molto tempo l'acqua di un fiume in piena, e che il primo
sole in pochi minuti riasciuga. In America, essi vivono a parte, fra di
loro: non partecipano alla vita americana, continuano per anni a
mangiare pan solo, come a Gagliano, e risparmiano i pochi dollari: sono
vicini al paradiso, ma non pensano neppure ad entrarci. Poi, tornano un
giorno in Italia, col proposito di restarci poco, di riposarsi e
salutare i compari e i parenti: ma ecco, qualcuno offre loro una piccola
terra da comperare, e trovano una ragazza che conoscevano bambina e la
sposano, e così passano i sei mesi dopo i quali scade il loro permesso
di ritorno laggiù, e devono rimanere in patria. La terra comperata è
carissima, hanno dovuto pagarla con tutti i risparmi di tanti anni di
lavoro americano, e non è che argilla e sassi, e bisogna pagare le
tasse, e il raccolto non vale le spese, e nascono i figli, e la moglie
è malata, e in pochissimo tempo è tornata la miseria, la stessa eterna
miseria di quando, tanti anni prima, erano partiti."
C. LEVI, Cristo si è fermato ad Eboli, Einaudi, Torino 1945
"Il fenomeno dell'immigrazione è cominciato ad
affacciarsi timidamente nella realtà italiana negli anni '60 e '70, ma
solo nella prima metà degli anni '80 ha assunto una dimensione sociale
pienamente visibile e socialmente rilevante.
Le cause specifiche che hanno portato all'esplosione del fenomeno
immigrazione possono essere così individuate. L'Italia negli anni '80
aveva raggiunto una situazione di piena occupazione nelle aree
economicamente sviluppate, essenzialmente il Nord nel paese. La
disoccupazione persistente era un fenomeno prevalentemente giovanile e
intellettuale localizzato nelle aree meridionali. Ciò ha comportato un
tendenziale rifiuto dei lavori più dequalificati e più faticosi
(lavoro domestico, agricoltura, pesca, fonderie, commercio ambulante,
terziario dequalificato). Sostanzialmente connesso con tale fenomeno è
il blocco della crescita demografica. Accanto alle ragioni strutturali,
va ricordata la tendenziale apertura delle frontiere per ragioni
turistiche che ha sostanzialmente favorito l'ingresso e successivamente
la permanenza illegale nel Paese degli immigrati."
M. NAPOLI, Questioni di diritto del lavoro, Giappichelli, Torino,
1996
3. AMBITO STORICO - POLITICO
ARGOMENTO: Giovanni Giolitti: metodi di governo e programmi politici
DOCUMENTI
"La via della reazione sarebbe fatale alle nostre
istituzioni, appunto perché le porrebbe al servizio degli interessi di
una esigua minoranza, e spingerebbe contro di esse le forze più vive e
irresistibili della società moderna, cioè l'interesse delle classi più
numerose e il sentimento degli uomini più colti. Esclusa la
convenienza, anzi la possibilità, di un programma reazionario, resta
come unica via, per scongiurare i pericoli della situazione attuale, il
programma liberale, che si propone di togliere, per quanto è possibile,
le cause del malcontento, con un profondo e radicale mutamento di
indirizzo tanto nei metodi di governo, quanto nella legislazione.
I metodi di governo hanno capitale importanza, perché a poco giovano le
ottime leggi se sono male applicate.
[...] Nel campo politico poi vi è un punto essenziale, e di vera
attualità, nel quale i metodi di governo hanno urgente bisogno di
essere mutati. Da noi si confonde la forza del governo con la violenza,
e si considera governo forte quello che al primo stormire di fronda
proclama lo stato d'assedio, sospende la giustizia ordinaria, istituisce
tribunali militari e calpesta tutte le franchigie costituzionali. Questa
invece non è la forza, ma è debolezza della peggiore specie, debolezza
giunta a tal punto da far perdere la visione esatta delle cose."
G. GIOLITTI, Discorso agli elettori del collegio di Dronero, Busca,
20 ottobre 1899 (in Giolitti, "Discorsi extraparlamentari",
Torino, 1952)
"[La] importante e svariata opera legislativa,
amministrativa e associativa [di Giolitti] era resa possibile dalla
fioritura economica che si osservava dappertutto nel paese, e che,
quantunque rispondesse a un periodo di generale prosperità
dell'economia mondiale e fosse aiutata dall'afflusso degli esuberanti
capitali stranieri in Italia, aveva, dentro questo quadro, un
particolare rilievo, perché, come i tecnici notavano, nessun altro
paese di Europa compiva, in quel tempo, progressi tanto rapidi ed estesi
quanto l'Italia."
B. CROCE, Storia d'Italia dal 1871 al 1915, Laterza, Bari, 1939
"La tattica dell'onorevole Giolitti è stata sempre
quella di far la politica conservatrice per mezzo dei condottieri dei
partiti democratici: sia lusingandoli e addomesticandoli per via di
attenzioni individuali (siamo arrivati già alle nomine senatoriali)
sia, quando si tratti di uomini personalmente disinteressati, come
Turati e Bissolati, conquistandoli con riforme le quali non intacchino
seriamente gli interessi economici e politici dei gruppi dominanti nel
governo.
[...] Giolitti migliorò o peggiorò i costumi elettorali in Italia? La
risposta non è dubbia per chi voglia giudicare senza le traveggole
dell'amicizia. Li trovò e li lasciò nell'Italia settentrionale quali
si andavano via via migliorando. Li trovò cattivi e li lasciò
peggiori, nell'Italia meridionale."
G. SALVEMINI, Il ministro della malavita e altri scritti sull'Italia
giolittiana, Feltrinelli, Milano, 1962
"Giolitti affermò che le questioni sociali erano
ora più importanti di quelle politiche e che sarebbero state esse in
avvenire a differenziare i vari gruppi politici gli uni dagli altri.
[...] Egli avanzò pure la teoria del tutto nuova che i sindacati
dovevano essere benvenuti come una valvola di sicurezza contro le
agitazioni sociali, in quanto le forze organizzate erano meno pericolose
di quelle disorganizzate."
D. Mack SMITH, Storia d'Italia dal 1861 al 1958, Laterza, Bari, 1959
"La politica giolittiana, soprattutto dal 1900 in
poi, appare tutta costruita sulla richiesta della collaborazione
governativa con il partito della classe operaia e con i suoi uomini più
rappresentativi. [...] Assurdo pretendere che Giovanni Giolitti, uomo
politico uscito dalla vecchia classe dirigente borghese e conservatrice,
fosse l'araldo del rinnovamento della società italiana; non si può però
negare che tra gli uomini politici della sua epoca egli appaia oggi
quello che più degli altri aveva compreso qual era la direzione in cui
la società italiana avrebbe dovuto muoversi per uscire dai contrasti
del suo tempo."
P. TOGLIATTI, Momenti della storia d'Italia, Editori Riuniti, Roma,
1963
"Da buon politico, egli [Giolitti] aveva avvertito
che i tempi erano ormai maturi perché si addivenisse a una convivenza
nella tolleranza con la Chiesa di Roma, aveva compreso che
l'anticlericalismo era ormai una inutile frangia che si portavano i
governi [...] Quando egli passò a realizzare la politica delle
"due parallele" [Stato e Chiesa autonomi nei loro ambiti]
nello stesso tempo denunciò, di fatto, la fine di un certo tipo di
anticlericalismo, provocò lo svuotamento di tutte le illusioni che la
monarchia a Roma avrebbe ucciso il papato, che il liberalismo avrebbe
dovuto disintegrare il cattolicesimo".
G. DE ROSA, La crisi dello stato liberale in Italia, Studium, Roma,
1955
4. AMBITO TECNICO - SCIENTIFICO
ARGOMENTO: Da Gutenberg al libro elettronico: modi e strumenti della comunicazione.
DOCUMENTI
"L'homo sapiens che moltiplica il proprio
sapere è il cosiddetto uomo di Gutenberg. È vero che la Bibbia
stampata da Gutenberg tra il 1452 e il 1455 ebbe una tiratura (per
noi, oggi, risibile) di 200 copie. Ma quelle 200 copie erano
ristampabili. Il salto tecnologico era avvenuto. E dunque è con
Gutenberg che la trasmissione scritta della cultura diventa
potenzialmente accessibile a tutti. Il progresso della riproduzione
a stampa fu lento ma costante e culmina nell'avvento - a cavallo tra
il Settecento e l'Ottocento - del giornale che si stampa ogni
giorno, del "quotidiano". Nel contempo, dalla metà
dell'Ottocento in poi comincia un nuovo e diverso ciclo di
avanzamenti tecnologici. Primo, l'invenzione del telegrafo, poi
quella del telefono (di Alexander Graham Bell). Con queste due
invenzioni spariva la distanza e cominciava l'era delle
comunicazioni immediate. La radio, anch'essa un eliminatore di
distanze, aggiunge un nuovo elemento: una voce facile da diffondere
in tutte le case. La radio è il primo formidabile diffusore di
comunicazioni; ma un diffusore che non intacca la natura simbolica
dell'uomo.
[...] La rottura avviene, alla metà del nostro secolo, con la
televisione.
La televisione - lo dice il nome - è "vedere da lontano"
(tele), e cioè portare al cospetto di un pubblico di spettatori
cose da vedere da dovunque, da qualsiasi luogo e distanza. E nella
televisione il vedere prevale sul parlare, nel senso che la voce in
campo, o di un parlante, è secondaria, sta in funzione
dell'immagine, commenta l'immagine. Ne consegue che il
telespettatore è più un animale vedente che non un animale
simbolico. Per lui le cose raffigurate in immagini contano e pesano
più delle cose dette in parole. E questo è un radicale
rovesciamento di direzione, perché mentre la capacità simbolica
distanzia l'homo sapiens dall'animale, il vedere lo ravvicina alle
sue capacità ancestrali, al genere di cui l'homo sapiens è specie.
[...] I veri studiosi continueranno a leggere libri, avvalendosi di
Internet per i riempitivi, per le bibliografie e le informazioni che
prima trovavano nei dizionari; ma dubito che se ne
innamoreranno."
G. SARTORI, Homo videns, Laterza Bari 1997
"Attraverso il disegno e la stampa, già nei
secoli scorsi, l'uomo aveva catturato e imparato a governare
l'immagine. Solo in questo secolo è stato capace di realizzare una
delle sue più antiche ambizioni: quella di catturare, riprodurre,
trasmettere a distanza i suoni delle voci e delle cose.
La galassia Gutenberg ha fatto piombare il mondo nel silenzio. La
galassia multimediale gli ha ridato voce, ne ha moltiplicato le
immagini acustiche."
R. MARAGLIANO, Nuovo manuale di didattica multimediale, Laterza
Bari 1998
"La rivoluzione dell'editoria comincia a
primavera. E nell'arco di pochi anni si verificheranno tali
trasformazioni nella produzione di libri e nella loro distribuzione
(ma anche in quella dei giornali) che alla fine tutto apparirà
radicalmente mutato. Addio carta, addio biblioteche con chilometri
di scaffali dal pavimento al soffitto. La rivoluzione si chiama
eBook. ... Gli eBook, conclude Fabio Falzea [responsabile delle
relazioni strategiche della Microsoft Italia], saranno il più
grosso fattore di accelerazione della cultura dopo Gutenberg".
L. SIMONELLI, "Tuttoscienze", 23 febbraio 2000
TIPOLOGIA C | TEMA DI ARGOMENTO STORICO |
Tra gli eventi tragici del XX secolo emerge in particolare l'olocausto degli ebrei. Spiegane le possibili cause, ripercorrendone le fasi e gli eventi, ricordandone gli esiti e aggiungendo riflessioni personali scaturite dall'eventuale racconto di testimoni, da letture, da film o documentari.
TIPOLOGIA D | TEMA DI ORDINE GENERALE |
Giovanni Verga, in una famosa novella dal titolo "Rosso malpelo", compresa nella raccolta "Vita dei campi", pubblicata nel 1880, racconta di due ragazzini che lavorano in condizioni disumane in una miniera. Le cronache odierne mostrano continuamente minori in luoghi di guerra, di fame, di disperazione o utilizzati in lavori faticosi e sottoposti a inaudite crudeltà, nonostante gli appelli e gli interventi delle organizzazioni umanitarie che tentano di arginare questa tragedia. Inquadra il problema ed esponi le tue considerazioni in proposito.
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