Frankliniella - Frankliniella occidentalis Pergande
Atlante di Entomologia Agraria - Insetti utili e dannosi

Classificazione e piante ospiti

Classe: Insetti
Ordine: Tisanotteri
Sottordine: Terebrinti
Famiglia: Tripidi
Genere: Frankliniella
Specie: F. occidentalis Pergande

Riferimento bibliografico:
Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata” – M.Ferrari, E.Marcon, A.Menta; Edagricole scolastico - RCS Libri spa

Piante ospiti: Colture ortive in serra ed in pieno campo (Solanacee, Liliacee, Leguminose, Cucurbitacee, Composite), Floricole (Crisantemo, Geranio, Saintpaulia, Garofano, Rosa, Ciclamino, Poinsettia), Fruttiferi (Pomacee e Drupacee).

Identificazione e danno

La Frankliniella è un piccolissimo Tripide, di origine americana, di recente introduzione in Europa (1986-87), segnalato in Spagna, Paesi Scandinavi, Inghilterra, Germania, Francia ed Italia (1987). Nel nostro Paese questo fitofago è stato segnalato e descritto, per la prima volta, su colture ornamentali. Gli adulti (circa 1 mm di lunghezza) sono di colore variabile a seconda dello stadio di sviluppo.
Le forme attive primaverili-estive sono di colore ocraceo, più o meno chiaro, con striature o punteggiature più scure nella regione dorsale; le forme svernanti sono brunastre. Gli stadi giovanili sono molto chiari.
Il danno si manifesta su tutti gli organi aerei ed è determinato dalle punture trofiche, sia degli adulti che delle forme giovanili, e dalle ovideposizioni.
Sulle foglie l’attacco provoca depigmentazioni argentee che tendono a divenire necrotiche, provocando una deformazione del lembo che si arrotola e dissecca; queste alterazioni sono dovute alla presenza di sostanze tossiche nella saliva dell’insetto.
Il danno da ovideposizione, determinato dalla incisione della terebra, si manifesta con suberificazioni e deformazioni dei tessuti interessati.
Il danno sui fiori, particolarmente grave per le ornamentali, si evidenzia con depigmentazioni (a volte necrotiche), più o meno sparse sui petali e con lesioni agli organi riproduttivi. Il danno sui frutti, determinato da lesioni o punture, si manifesta sulla parte esterna dell’epicarpo che suberifica provocando delle deformazioni del frutto stesso. Inoltre la Frankliniella è agente vettore di virosi (Pomodoro).

Ciclo biologico

La Frankliniella sverna allo stadio adulto, in anfratti vari, sia in pieno campo che nelle strutture, interne od esterne, delle coltivazioni protette, o nel terreno.
L’attività riprende in momenti diversi a seconda delle zone e degli ambienti di svernamento: in ambienti caldi o in coltura protetta la ripresa avviene a fine inverno-inizi primavera; in pieno campo a inizio estate. L’attività prosegue fino a fine estate o in autunno con un numero di generazioni, a volte sovrapposte, che varia da 6 a 7 all’anno, nei nostri ambienti.
La Frankliniella è una specie che si riproduce, prevalentemente, per partenogenesi e colonizza tutti gli organi della pianta ovideponendo all’interno dei tessuti, mediante il robusto ovopositore (terebra).

Frankliniella - Frankliniella occidentalis Frankliniella - Frankliniella occidentalis Pergande (foto http://insects.tamu.edu)

Frankliniella: danno su foglia di lattuga Frankliniella: danno su foglia di lattuga (foto www.inra.fr)

Lotta

La lotta contro la Frankliniella, che è di tipo chimico, presenta ancora molte difficoltà sia:
- Per il difficile ritrovamento delle forme mobili che normalmente, di giorno, sono riparate nel terreno, tra i fiori o in altri anfratti delle piante ospiti;
- Per le manifestazioni sintomatologiche molto subdole, poco evidenti agli inizi ma con esplosione del danno, spesso repentina e con intensità tale da avere già compromesso parte del prodotto;
Per una “certa” resistenza che questo fitofago ha dimostrato ai Fitofarmaci utilizzabili; infatti questi non sono sempre in grado di esplicare tutto il loro effetto, perché non raggiungono bene il fitofago (compresi gli endoterapici) che è molto riparato. Inoltre non tutti i principi attivi sono utilizzabili, perché non registrati sulle coltivazioni interessate o perché, specialmente sui fiori, presentano fitotossicità.

Lotta chimica
La lotta che attualmente può essere suggerita consiste in alcuni interventi diretti come:
- Geodisinfestazioni (in pieno campo);
- Fumigazioni (specialmente in coltura protetta).
La tecnica prevede un frequente campionamento e monitoraggio delle popolazioni, mediante trappole cromotropiche di colore bianco che sembra il colore più efficace.
Sono in fase di sperimentazione anche trappole cromotropiche bluastre e gialle (1 ogni 50 m2).
L’intervento mediante trattamenti alla vegetazione si effettua quando si ritiene di essere in condizioni a rischio utilizzando prodotti, registrati per le coltivazioni attaccate, che manifestano attività contro gli altri Tripidi.
I trattamenti vanno ripetuti a intervalli molto ravvicinati circa ogni 4-5 giorni.
In coltura protetta possono essere attivati mezzi di controllo biologico mediante il lancio di Orius laevigatus, Rincote Antocoride attivo predatore di Tripidi, in ragione di 1-2 entomofagi per metro quadrato.

Fitopatologia, entomologia agraria e biologia applicata


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