Patologie abortigene della coniglia - Dr. Cristiano Papeschi
Coniglio da carne

Patologie abortigene della coniglia

Con il termine “aborto” si intende la morte dei feti durante la gestazione. In genere, nel coniglio, l’aborto avviene tardivamente e cioè dal 18° giorno di gestazione in poi. L’aborto spontaneo si manifesta, con maggior frequenza, nelle primipare. Le cause di aborto si possono scolasticamente dividere in due gruppi principali: infettive e non infettive.<

Cause non infettive:
Innanzitutto è necessario ricordare che il coniglio è un “ansioso congenito” per il quale lo stress rappresenta uno dei principali fattori predisponenti alle diverse patologie e agli squilibri comportamentali. Per cui, tra le cause abortigene non infettive, è necessario non dimenticare fattori stressogeni quali:
1) manipolazioni eccessive
2) azioni violente
3) spaventi
4) sovraffollamento
5) rumore ed altri elementi di disturbo
6) microclima inadeguato
Tra le altre cause non infettive troviamo:
- squilibri alimentari: dovuti ad una non corretta formulazione della razione come nel caso di diete a basso tenore proteico, carenze vitaminiche (soprattutto vit. A e vit. K) e carenza di acqua;
- eccessiva somministrazione di antibiotici;
- tossicosi e micotossicosi: nella maggior parte dei casi dovute a contaminazione degli alimenti da parte di sostanze nocive o microorganismi produttori di tossine.

Cause infettive:
Infezioni sostenute da microorganismi patogeni che raggiungono l’utero attraverso il sangue (via discendente) o direttamente dal mondo esterno attraverso gli stessi organi genitali (via ascendente) possono provocare aborto. Si tratta di batteri, miceti e virus che, oltre ad aborto, si rendono responsabili di altre manifestazioni patologiche ma la trattazione, in questa sede, verterà prevalentemente sui danni a carico dell’apparato riproduttore della femmina gestante. Tra questi microorganismi troviamo:
- Pasteurella multocida: è un batterio in grado di colpire, oltre all’apparato genitale, anche altri apparati. Le coniglie gravide possono contrarre la patologia per via aerogena (aria inspirata), attraverso lesioni della cute o tramite il materiale utilizzato per l’inseminazione artificiale. Inoltre va ricordato che molte femmine sono portatrici sane del batterio il quale, in condizioni normali, si mantiene silente e durante la gestazione, grazie anche alle particolari condizioni fisiologiche dell’animale, si “riattiva” scatenando la patologia. La pasteurellosi provoca innanzitutto un indebolimento della fattrice con calo delle performances riproduttive; l’utero va soggetto a metrite con conseguente piometra (utero pieno di pus) che comporta aborto e sterilità e spesso setticopiemia e morte dell’animale. Oltre all’utero, Pasteurella multocida, si rende spesso responsabile di mastiti (infiammazioni-infezioni delle mammelle) con perdita di funzionalità da parte della ghiandola mammaria. Molto frequente, in caso di parto, è il contagio perinatale dei piccoli intorno ai 20 giorni di vita. Nonostante la sensibilità in vitro di Pasteurella multocida a numerosi antibiotici la pasteurellosi resta, ancor oggi, una malattia di difficile trattamento.
- Salmonella spp.: gli animali si contagiano per via orale ingerendo materiale (alimentare e non) contaminato, in genere, da feci di animali portatori quali uccelli e roditori. L’aborto è tardivo e viene causato, in genere, intorno al 22-23° giorno di gestazione anche se a volte si manifesta precocemente durante la fase embrionale della gravidanza. L’aborto è in genere preceduto da diarrea poichè le salmonelle colonizzano, in primis, l’intestino da cui, per via ematica, raggiungono l’utero ed altri organi. La mortalità tra le gestanti è piuttosto bassa (2-3%). I sintomi principali, per quel che riguarda la sfera riproduttiva, sono: aborto, mortinatalità, scolo vaginale purulento. La patologia, una volta entrata in allevamento, è di difficile eradicazione ma si può comunque ricorrere all’utilizzo di autovaccini e terapia antibiotica associata a somministrazione di fermenti lattici adeguati.
- Listeria monocytogenes: è un batterio di piccole dimensioni che provoca una patologia chiamata Listeriosi. Tale batterio ha un tropismo sia per l’apparato genitale che nervoso. Il coniglio si contagia prevalentemente per via orale con le stesse modalità descritte per Salmonella spp. ma anche per via congiuntivale ed auricolare senza dimenticare il ruolo svolto dalle zecche infette. Le manifestazioni cliniche della forma genitale sono le seguenti: essudazione vaginale più o meno emorragica, metrite, aborto o nascita di piccoli disvitali e sterilità. I feti abortiti sono sottoposti a processi putrefattivi e spesso si presentano in avanzato stato di decomposizione. In caso di infezione si rende necessaria una terapia antibiotica mirata e l’eventuale eliminazione dei soggetti positivi.
- Toxoplasma gondii: patologia molto importante dal punto di vista zoonosico (trasmissione ad esseri umani). Il portatore per eccellenza della toxoplasmosi è il gatto che contamina l’ambiente con le oocisti espulse con le feci. Il coniglio si infetta per via orale. La toxoplasmosi si manifesta con aborti e morte fetale con mummificazione. In caso di parto i piccoli si presenteranno poco vitali, anoressici e paraplegici e la mortalità infantile sarà molto alta, prossima al 100%, a causa della trasmissione per via transplacentare del patogeno. Anche nel caso della toxoplasmosi è necessario ricorrere agli antibiotici.
- Chlamydia psittaci: i principali vettori di contagio sono uccelli selvatici ed ectoparassiti. I danni principali a carico dell’apparato genitale sono aborto, infertilità e mortalità neonatale.
Altri patogeni che possono provocare aborto:
- Streptococcus spp.
- Escherichia coli
- Corynebacterium pyogenes
- Aspergillus fumigatus
- Virus della Mixomatosi

Dr. Cristiano Papeschi - Università della Tuscia (VT)

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