Dalia - Dahlia spp.
Atlante dei fiori - Bulbose, Rizomatose, Tuberose

Classificazione, provenienza e descrizione

Famiglia: Asteraceae
Genere: Dahlia
Nome comune: Dalia Giorgina, Georgina

Tipologia: Perenni, Tuberose
Propagazione: divisione, talea, seme

Etimologia: il nome cel genere è dedicato al botanico svedese Andreas Dahl (1751-1789), allievo di Linneo.

Il genere comprende specie erbacee originarie del Messico. del Guatemala e di altri stati del Centroamerica. Sono piante che presentano radici tuberiformi oblunghe, fusto eretto, spesso legnoso alla base, di altezza variabile tra i 20 cm e i 2 m; le fogle sono foglie grandi e formate da 3-5 foglioline dentate; i fiori sono semplici o doppi molto decorativi, di forma e colori vari. Le prime Dalie sono giunte in Europa a fine Settecento. Per la lunga e copiosa fioritura è molto utilizzata come pianta ornamentale nei giardini, in vaso sui terrazzi e industrialmente per la produzione del fiore reciso. Le specie riconosciute sono una trentina, ma non tutti gli studiosi sono concordi. La prima D, di colore rosa, descritta dal botanico spagnolo de Cavanilles nel 1791 fu la Dahlia pinnata, la quale viene anche oggi classificata come tale, seppure considerata da molti solo un sinonimo di D. sorensenii. Anche la Dahlia coccinea di de Cavanilles è tuttora riconosciuta come una specie vera.

Dalia Dalia (foto www.agraria.org)

Come si coltiva

Nelle zone dove d'inverno si verificano gelate è necessario togliere i tuberi dal terreno in autunno, mentre in molte regione italiane a clima invernale mite anche le piante coltivate in grandi vasi potranno rimanere nel suolo indisturbate per più anni e daranno risultati particolarmente buoni, soprattutto con fioriture assai precoci.
Le D. hanno bisogno di molta luce e sole. Hanno bisogno di molta acqua e di gterreni ben concimati. L'epoca migliore per l'Italia per cominciare a coltivare i tuberi è l'inizio di marzo. Si tolgono i tuberi dalla cantina e si mondano dei vecchi tronconi di fusto e delle radici fibrose, poi si mettono in vassoi di plastica riempiti di uno strato sottili di torba e si coprono leggermente, lasciando però liberi la corona e l'inizio del fusto. Questi vassoi , ove possibile, vanno situati su una finestra a mezzogiorno in un ambiente riscaldato. Naturalmente tali norme valgono per le regioni più fredde; nei climi miti si possono mettere le D. subito all'aperto. La precoltura in vassoi è però sempre utile, perché permette una migliore conoscenza della forza dei tuberi e una divisione più razionale. L'importante è tenerli moderatamente umidi. i primi getti appariranno, secomndo le zone, già a fine marzo o aprile: questo è il momento di mettere le D. a dimora. La distanza da tenere tra pianta e pianta e di circa 75 cm. I buchi per i tuberi devono avere una profondità di 15 cm circa. Le D. coltivate in serra e già in fronda andranno piantate, secondo i luoghi, appena la temperatura invernale accenna a mitigarsi. I tutori vanno piantati nel terreno prima del tubero per evitare di danneggiare le radici.
Non appena i getti abbiano raggiunto un'altezza di 10 cm circa, si sfoltiscono lasciando i 3 più robusti per ogni pianta e tagliando gli altri a livello del terreno. L'operazione di taglio va ripetuta sui nuovi getti. Quando i getti prescelti avranno raggiunto un'altezza di cm 15-20, si potranno cimare per incoraggiare la pianta all'accrescimento, e renderla più robusta (questo vale per le specie alte). Dopo la cimatura la D. formerà alla sommità un gruppetto di bottoni: quello centrale, il più grosso, va conservato, mentre vanno tolti i 2 immediatamente sottostanti e i getti sotto a questi. Così tutta la linfa andrà a nutrire il bocciolo centrale, e si otterrano fiori giganti. Naturalmente non è un procedimento da usare con le D. nane. Da tutte le specie occorre rimuovere tempestivamente i fiori appassiti. Terminata la fioritura i tuberi vanno tolti dal terreno e conservati in un locale a temperatura non bassa e a una certa umidità. La moltiplicazione delle D. è facilissima e si fa o per seme, o per divisione dei tuberi, o per talea.
La riproduzione per seme viene praticata dagli orticoltori per ottenere nuove varietà. La germinazione dei semi è facile e rapida. Normalmente essi vengono sparsi su uno strato di terriccio o un substrato a base di torba poco profondo in recipienti piatti o su letto caldo coprendoli appena con del terriccio fino. Le piantine vengono ripicchettate su un substrato più ricco ed invasate in piccoli vasetti rettangolari. Verso la fine di aprile o a maggio esse vengono poi collocate nei contenitori definitivi all'aperto nello stesso modo come i tuberi. Normalmente le piante crescono rapidamente e fioriscono già nel primo anno, formando a loro volta dei tuberi, i quali possono servire per la propagazione nel caso si ottenga un ibrido di particolare interesse.
Con la propagazione agamica si riesce moltiplicare velocemente una data varietà, ottenendo in poco tempo alti numeri di individui. La divisione si pratica al momento della ripresa vegetativa dei ceppi. Essi si frammentano in singoli rizomi facendo attenzione che ognuno abbai almeno una gemma e una radice.
Dai ceppi in ripresa vegetativa si possono ottenere delle talee tagliando i getti della lunghezza di circa 10 cm al primo nodo sopra il tubero. I rametti vengono privati delle foglioline ad eccezione del ciuffetto apicale e si interrano alla profondità di un centimetro in un letto caldo nel substrato di radicazione, costituito in prevalenza da sabbia. Entro pochi giorni si sviluppano le radici. Appena cresciute a sufficienza, le nuove piantine vengono trasferite in vasetti e usate successivamente come quelle ottenute da seme. Talvolta dai ceppi messi a vegetare vengono staccati i getti con una piccola porzione del rizoma stesso e messi a radicare direttamente nei vasetti. Delle talee si possono prelevare anche successivamente, quando le piane si trovano in pieno sviluppo. Particolarmente facile è la propagazione da tessuti lignificati delle specie dette "arboree".

Specie e varietà

- Dahlia coccinea Cav.: è una delle prime dalie importate in Europa da de Cavanilles, che la descrisse nel 1791. E' originaria del Messico. La pianta raggiunge l'altezza di 150-300 cm, ha infiorescenze del diametro di 5-7 cm, portate su lunghi peduncoli eretti. Le ligule presentano vari colori e sfumature di rosso, ma esistono anche forme della specie con altri colori: cremisi, giallo, arancione, mauve, porpora e bianco. Da questa specie deriva direttamente il gruppo molto importante delle dalie orticole dette ''a collaretto".
- Dahlia merckii Lehm.: è una specie di particolare interesse per la sua maggiore rusticità rispetto ad altre specie originarie del Messico. Le piante raggiungono l'altezza da 1-2 m e portano fiori semplici con ligule rosa-lilla o rosa chiaro, quasi bianco, in tarda estate ed in autunno. Le foglie sono finemente pinnate e talvolta risultano sfumate di rosso.
- Dahlia excelsa L.: è la specie più grande (alta fino a 7 metri), con aspetto quasi arboreo, fusto legnoso e grandi foglie (35-40 cm) verde chiaro, molto suddivise, pennate, a segmenti dentati. I fiori sono radunati a mazzi all'estremità dei fusti centrali e laterali e hanno la forma di un'ampia campana, semipenduli, rosa porpora, di cm 12-15 di diametro. E' una specie da coltivare nelle regioni a clima temperato, dove si possono lasciare i tuberi in permanenza nel terreno.
- Dahlia imperialis Roezl.: è una specie semiarborea originaria del Messico, Guatemala, El Salvador, Costa Rica e Colombia. Essa è tra le dalie più alte conosciute, con fusti della lunghezza fino a 5 m. I capolini di questa pianta sono semipenduli, riuniti in racemi. La fioritura si verifica in tardo autunno ed è di lunga durata. In diverse città del Mediterraneo è presente in orti botanici ed anche in giardini privati. Le ligule delle infiorescenze sono soprattutto di colore rosa o rosa-porpora, a volte sfumate di rosso o lilla anche assai scuro, di rado bianche.

Classificazione delle Dalie orticole
Già nelle prime decadi del XIX secolo furono intrapresi vari tentativi volti a classificare il crescente numero di dalie ibride offerte nei cataloghi dei vivaisti dell'epoca. Attualmente sono tredici i gruppi riconosciuti internazionalmente. Le varietà di dalie vengono assegnate ai gruppi unicamente a seconda della forma dei capolini. Altre caratteristiche, come il colore dei fiori, l'altezza delle piante, il colore e la forma delle foglie ecc., non vengono prese in considerazione.

- Gruppo 1: Dalie a fiore semplice
I fiori fertili tubulosi sono riuniti in un disco centrale ben visibile, circondati dai fiori del raggio, generalmente con otto (ma talvolta più numerose) ampie ligule ovate .

- Gruppo 2: Dalie a fiore di anemone
I fiori del disco centrale sono tubulosi e parzialmente ligulati che formano un ciuffo circondato dalle ampie ligule periferiche.

- Gruppo 3: Dalie a collaretto
Infiorescenze con due cerchi distinti di segmenti: quello esterno formato dalle ligule dei fiori periferici, quello più interno (il collare) formato da stami trasformati (petaloidi). Il disco centrale è parzialmente visibile e simile a quello delle dalie a fiore semplice.

- Gruppo 4: Dalie a fiore di ninfea
Capolini pieni (cosiddetti doppi) con il disco non visibile sotto i segmenti (ligule) piatti ed allargati, eventualmente incurvati verso l'interno o verso l'esterno.

- Gruppo 5: Dalie decorative
Capolini pieni (doppi), vistosi, con segmenti fitti, allargati e spesso ovati senza punte, disco non visibile.

- Gruppo 6: Dalie a globo
Capolini pieni (doppi), con segmenti fitti, appuntiti e rivolti verso l'alto, infiorescenza a forma di sfera con un diametro maggiore di 6 cm, eventualmente parzialmente schiacciata.

- Gruppo 7: Dalie pompon
Capolini pieni (doppi), con segmenti generalmente ovati, infiorescenza a forma molto vicina a quella delle dalie a globo, ma con un diametro solo fino a 6 cm.

- Gruppo 8: Dalie a fiore di cactus
Capolini pieni (doppi), con i segmenti stretti ed appuntiti attorcigliati all'indietro per più della metà della loro lunghezza. Sono compresi capolini a fiore di cactus con i segmenti dritti oppure incurvati.

- Gruppo 9: Dalie semi-cactus
Capolini pieni (doppi), con i segmenti allargati e piatti, come nelle dalie decorative, ma appuntiti e verso l'estremità attorcigliati all'indietro. Le infiorescenze si presentano spesso piatte ed aperte, come quelle delle dalie decorative.

- Gruppo 10: Dalie diverse
Questo gruppo contiene tutte le dalie con capolini con forme non assimilabili ai gruppi precedenti. Per esempio quelle dette "a fior di peonia" oppure le "duplex", con due cerchi distinti di fiori del raggio ecc.

- Gruppo 11: Dalie fimbriate
Il gruppo comprende le dalie con ligule di qualsiasi forma sfrangiate uniformemente nel capolino; esse sono presenti soprattutto nelle dalie decorative ed a fiore di cactus.

- Gruppo 12: Dalie a fiore di orchidea semplice
In questo gruppo vengono inserite le dalie a fiore semplice con le ligule dei fiori del raggio attorcigliate verso l'esterno per circa un terzo della loro lunghezza. Il gruppo comprende anche le cosiddette dalie "a stella" (Star dahlias).

- Gruppo 13: Dalie a fiore di orchidea pieno
Il gruppo raccoglie le dalie con capolini completamente pieni (doppi), in cui il disco generalmente non è visibile, con il centro triangolare e con segmenti dei fiori del raggio longitudinalmente piegati verso l'alto oppure verso il basso.
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Tuberi di Dalia Tuberi di Dalia (foto www.cooltropicalplants.com)

Dahlia variabilis Dahlia variabilis

Malattie, parassiti e avversità

Da evitare i ristagni idrici che possono provocare marciumi radicali. Tra i parassiti delle dalie spiccano le limacce e gli afidi. Tra le malattie fungine la più pericolosa è il mal bianco (Oidium).

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