Esercizio
Appunti di Estimo

Argomento: danni a un frutteto (frutti pendenti)

Testo
Un’operazione di diserbo lungo le sponde di un canale di bonifica, mal condotta, provoca danni per una fascia profonda 50 m e per una superficie complessiva di 2 ha ad un impianto arboreo contiguo specializzato.
Dopo aver descritto sinteticamente le caratteristiche agrologiche della zona e quelle tecniche dell’arboreto, si indichi la natura e l’entità del danno e si analizzino i criteri per la sua quantificazione, ipotizzando i dati tecnico-economici mancanti.

Svolgimento

PREMESSA
Per poter definire l’entità del danno è importante sapere in che modo il diserbante ha causato danni alla coltivazione. L’ipotesi di un danno per assorbimento radicale è subito scartabile per una fascia di terreno larga ben 50 metri. È plausibile invece che il danno sia dovuto all’«effetto deriva» durante il trattamento, cioè allo spargimento accidentale del liquido, una miscela contenente un diserbante totale, ad opera del vento. Le parti di piante colpite direttamente risultano così solo quelle aeree. Essendo la persistenza di questi non superiore a un anno, si conclude che il danno arrecato alla coltura è dovuto alla perdita delle produzioni in corso, escludendo danni al soprassuolo.
L’operazione di diserbo si considera eseguita il 9 giugno.

DESCRIZIONE
Il terreno danneggiato appartiene all’azienda …………….., ubicata nel comune ………….., provincia di ………...
Si trova nella bassa valle padana, ad una ventina di km a nord del Po, ad una altitudine di circa 60 m s.l.m.
Il clima della zona è continentale padano. La piovosità, tipicamente primaverile e autunnale, è di circa 900 mm annui. Negli ultimi anni si è spesso verificata una alta frequenza della piovosità nei mesi di maggio e giugno, che ha impegnato i frutticoltori in una pesante lotta anticrittogamica. Al contrario i mesi di luglio e agosto risultano in genere molto caldi e siccitosi; sono perciò necessari abbondanti interventi irrigui. L’irrigazione col sistema ad aspersione, prelevando l’acqua da un pozzo presente in azienda.
Il terreno, del tutto pianeggiante, è di natura tendenzialmente argillosa con la seguente composizione granulometrica: sabbia 39%, limo 34%, argilla 27%. Lo scheletro è assente. Risulta adeguatamente dotato di elementi nutritivi. Il potassio, in particolare, per la composizione mineralogica del terreno, è presente in quantità più che soddisfacente. Il calcare attivo è scarso e non si creano problemi di adattabilità per il portainnesto. La sua non eccessiva permeabilità rende necessarie accurate sistemazioni drenanti. Il canale di bonifica all’origine del danno ha proprio lo scopo di evacuare le acque in eccesso e mantenere quanto più asciutte possibile le aziende della zona nei periodi piovosi.
Il frutteto è costituito da un pereto coetaneo, allevato a fusetto, giunto all’ottavo anno dall’impianto, di varietà Abate Fetel. Questa varietà, che matura a partire dalla fine di agosto fino a metà settembre, sta oggi incontrando sul mercato il crescente favore dei consumatori, spuntando prezzi decisamente interessanti. Il portainnesto impiegato è il cotogno EMA, adatto per terreni freschi e fertili. Induce una debole vigoria e una precoce messa a frutto. I sesti d’impianto sono di 4 m tra le file e 1,5 m sulla fila per un investimento di 1667 piante per ettaro. È dotato di impalcatura costituita da pali in cemento H = 3 e fili Ø 20. Per la forma di allevamento semilibera, il frutteto richiede per i lavori di potatura, rispetto alle più tradizionali forme di allevamento (palmetta compresa), un contenuto impiego di manodopera.

ENTITA' DEL DANNO
Il valore della produzione in corso viene espresso con il criterio dei frutti pendenti, cioè in base al valore di trasformazione (nota 1). Al 9 giugno il frutteto si trova in fase di allegagione dei frutti.

Nota 1. - Riguardo al problema di fondo su quale criterio di stima sia meglio rispondente al quesito estimativo (stima dei danni a colture), molti autori propendono decisamente per il criterio del valore di trasformazione.

Nota 2. - Come spese di manodopera risparmiate si considerano solo quelle dovute ai salariati avventizi in quanto i salariati fissi devono comunque essere pagati. Per questa ragione, per i costi delle lavorazioni, si considerano gli omeri dovuti solo all’impiego delle macchine (manutenzione, carburanti, lubrificanti) e non al conducente, con un costo orario di esercizio omnicomprensivo.


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