Abete bianco - Abies alba Mill.
Atlante degli alberi - Piante forestali

Classificazione, origine e diffusione

Divisione: Spermatophyta
Sottodivisione: Gymnospermae
Classe: Coniferae
Famiglia: Pinaceae

Aree montuose dell’Europa occidentale, centrale e meridionale. In Italia, è frequente sulle Alpi, soprattutto orientali, ed è presente sugli Appennini in nuclei sparsi e disgiunti, sino alla Calabria (Sila, Serra S. Bruno, Aspromonte).

Alberi e strobilo di Abete bianco Alberi e strobilo di Abete bianco

Alberi e strobilo di Abete bianco Abete bianco - Abies alba Mill.

Caratteristiche generali

Dimensione e portamento
Albero con portamento colonnare e chioma a forma conico-piramidale. Caratteristica la sua punta a "nido di cicogna". Raggiunge altezze di 40-50 m.
Tronco e corteccia
Tronco diritto colonnare presenta una scorza liscia, grigio argenta che solo nei vecchi esemplari diventa opaca e rugosa a partire dalla base.
Foglie
Gli aghi sono pettinati appiattiti e lunghi fino a 3 cm, presentano base ristretta e apice arrotondato; la pagina superiore è verde scuro lucido, quella inferiore bianco azzurrina.
Strutture riproduttive
I coni maschili laterali, fitti, cilindrici, giallo-verdastri con squame purpuree; quelli femminili eretti sono portati sui rami più alti che hanno un aspetto ricco per le lunghe brattee sporgenti orizzontalmente.

Usi

Essenza forestale molto importante.
Fornisce un legname di minore qualità rispetto all'abete rosso, ma molto impiegato in falegnameria e nell'industria cartaria.

Indicazioni selvicolturali

L’abete bianco è tra le specie che nel nostro Paese ha maggiormente beneficiato della diffusione effettuata dall’uomo. Già a partire dall’anno 1000 d.C. la sua coltivazione ha avuto un forte sviluppo soprattutto grazie all’azione dei monaci (es. Vallombrosa e Camaldoli), in concomitanza con una grande richiesta di travi da opera dovuta allo sviluppo delle città. In passato la tipologia di trattamento più utilizzata era il taglio raso con rinnovazione artificiale posticipata con turni di 100 - 120 anni.
La tendenza attuale è quella di trasformare le abetine pure in boschi misti con strutture disetanee trattate con tagli a piccolissime buche e rinnovazione naturale
Nei boschi misti alpini con abete rosso e/o faggio l’unico trattamento adottato è il taglio saltuario con interventi ogni 10 - 15 anni.

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