Valcalepio DOC
Atlante dei prodotti tipici - Vini DOP e IGP

Zona di produzione e storia

La denominazione di origine controllata “Valcalepio”, è riservata ai vini:
Rosso
Bianco
Moscato passito
che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione.

Le uve destinate alla produzione dei vini a d.o.c. “Valcalepio” devono essere prodotte nell’intero territorio amministrativo dei seguenti comuni:
Villongo, Credaro, Gandosso, Cenate Sotto, Carobbio degli Angeli, San Paolo d’Argon, Torre de’ Roveri, Villa di Serio, Ranica, Entratico,
e parte del territorio amministrativo dei seguenti comuni:
Predore, Sarnico, Viadanica, Adrara San Martino, Adrara San Rocco, Foresto Sparso, Castelli Calepio, Grumello del Monte, Telgate, Bolgare, Chiuduno, Gorlago, Zandobbio, Trescore Balneario, Luzzana, Cenate Sopra, Costa di Mezzate, Montello, Bagnatica, Brusaporto, Seriate, Albano Sant’Alessandro, Scanzorosciate, Nembro, Alzano Lombardo, Torre Boldone, Bergamo, Ponteranica, Sorisole, Villa d’Almè, Paladina, Valbrembo, Mozzo, Curno, Palazzago, Pontida, Barzana, Mapello, Villa d’Adda, Carvico, Sotto il Monte Giovanni XXIII, tutti in provincia di Bergamo.

La tradizione vitivinicola nella Valcalepio è molto antica e risale all’epoca dei Romani. L’equipaggiamento dei legionari che andavano in battaglia infatti, comprendeva anche una barbatella -un pezzo di tralcio di vite- da piantare nel fazzoletto di terra che gli veniva dato come ricompensa.  A Bergamo la coltura della vite per i Romani divenne così importante che dedicarono un tempio a Bacco nell’antico borgo di San Lorenzo.
Durante l’invasione longobarda la vite subisce un tracollo produttivo e la viticoltura viene praticata solo nelle proprietà ecclesiastiche.
Occorre aspettare il 1243 perché a Bergamo si ripiantino le viti grazie alla vittoria dei liberi comuni su Barbarossa e allo Statuto di Vertova che impone a chiunque tenesse in affitto terre comunali di piantarvi una vigna.
Alla fine del 1300 i Guelfi saccheggiano le case dei Ghibellini di Scanzo portando via 170.000 litri di moscatello e vino rosso.
Alla fine del secolo successivo i Benedettini si insediano nell’Abbazia di Pontida e in quella di San Paolo d’Argon gettando le basi di quelli che saranno i più importanti centri enologici della bergamasca. 
Fra il 1400 e il 1600 Bergamo produce più vino del suo fabbisogno destinando l’eccesso al commercio con il milanese. Ma nel 1700 con lo svilupparsi dell’allevamento dei bachi da seta, le viti vengono sostituite con i gelsi e nei primi dell’800 il vino deve essere importato dalle altre regioni. Nel 1886 l’invasione della fillossera distrugge in dieci anni quasi tutti i vigneti che in breve tempo non solo vengono ripristinati ma se ne amplia la superficie.
Nel 1950 la Camera di Commercio promuove l’innovazione in viticoltura spingendo gli agricoltori all’utilizzo di nuovi vitigni.
Sebbene l’estensione attuale delle terre coltivate sia notevolmente ridotta, il miglioramento degli impianti e delle tecniche enologiche, hanno portato ad un prodotto di grande qualità che ha ottenuto il riconoscimento DOC nel 1993 nelle tipologie rosso, bianco e moscato passito.

Valcalepio Doc Valcalepio Doc (foto www.valcalepio.org)

Vitigni - Grado alcolometrico minimo - Invecchiamento e qualifiche

Base ampelografica
La denominazione di origine controllata “Valcalepio” è riservata ai vini ottenuti da uve provenienti da vigneti aventi, in ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica:
“Valcalepio” rosso:
Cabernet Sauvignon dal 25 al 60%
Merlot dal 40 al 75%
“Valcalepio” bianco:
Pinot bianco e/o Chardonnay, congiuntamente dal 55 all’80%
Pinot grigio dal 20 al 45%
“Valcalepio” Moscato passito:
Moscato di Scanzo e/o Moscato al 100%.

I vini a D.O.C “Valcalepio”, all’atto dell’immissione al consumo, devono rispondere alle seguenti caratteristiche:

“Valcalepio” rosso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 5,00 g/l;
estratto non riduttore minimo: 22,00 g/l.

“Valcalepio” rosso riserva:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,50% vol;
acidità totale minima: 5,00 g/l;
estratto non riduttore minimo: 22,00 g/l.

“Valcalepio” bianco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
acidità totale minima: 4,50 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18,00 g/l.

“Valcalepio” Moscato passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 17,00% vol;
titolo alcolometrico volumico svolto minimo: 15,00% vol;
residuo zuccherino minimo: 30,00 g/l;
residuo zuccherino massimo: 80,00 g/l;
acidità totale minima: 5,50 g/l;
estratto non riduttore minimo: 22,00 g/l.

E’ facoltà del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali modificare, con proprio decreto, i limiti sopra indicati per l’acidità totale e l’estratto non riduttore.

Caratteristiche organolettiche

I vini a D.O.C “Valcalepio”, all’atto dell’immissione al consumo, devono rispondere alle seguenti caratteristiche:

“Valcalepio” rosso:
colore: rosso rubino più o meno carico;
profumo: intenso, gradevole, caratteristico;
sapore: asciutto, pieno, armonico, persistente.

“Valcalepio” rosso riserva:
colore: rosso rubino più o meno carico, tendente al granata;
profumo: etereo, intenso, caratteristico;
sapore: asciutto, di corpo, vellutato, armonico, persistente.

“Valcalepio” bianco:
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
profumo: delicato, caratteristico;
sapore: secco, armonico, caratteristico.

“Valcalepio” Moscato passito:
colore: rosso rubino più o meno carico che può tendere al cerasuolo con riflessi granata;
profumo: delicato, aromatico, intenso, caratteristico;
sapore: dolce, gradevole, armonico, con leggero retrogusto di mandorla.

Abbinamenti e temperatura di servizio

- Valcalepio rosso: si accompagna a piatti di carne rosse e bianche, arrosti o cacciagioni, polenta e vivande saporite. Temperatura di servizio 18°C.
- Valcalepio bianco: si abbina ad antipasti di pesce non salati, pesci di acqua dolce alla brace, primi piatti al sugo di pesce in bianco e con verdure, risotti con verdure e carni delicate. Temperatura di servizio 10° - 12°C.
- Valcalepio Moscato passito: si beve generalmente a fine pasto con pasticceria secca, o da solo come vino da conversazione servito in calici piccoli. Temperatura di servizio 18°C.

Zootecnia Cani e gatti Coltivazioni erbacee Fruttiferi Coltivazioni forestali Insetti Prodotti tipici Funghi Parchi ed aree protette
Copyright © www.agraria.org - Codice ISSN 1970-2620 - Webmaster: Marco Salvaterra - info@agraria.org - Privacy