Malattie e alterazioni da cause abiotiche della vite
Viticoltura - Coltivazione della vite

Malattie/Alterazioni da cause abiotiche

Le malattie dovute a cause abiotiche sono ascrivibili a molti fattori, quali:

  • squilibri nutrizionali (carenze o eccessi degli elementi nutritivi);
  • fattori ambientali (piovosità, luminosità, temperature troppo alte/basse, caratteristiche chimico-fisiche del terreno, grandine, vento, asfissia radicale da ristagno ecc.);
  • inquinanti ambientali (ozono troposferico, composti solforati, fluoruri, ammoniaca, particolati).

Carenze/eccessi nutrizionali

Per effettuare la diagnosi di anomalie e squilibri nutrizionali bisogna:

  • valutare i sintomi: la loro distribuzione sulla pianta (ad esempio, elementi mobili nella pianta (N, P, K, Mg) manifestano carenza su foglie vecchie e poi sulle giovani; elementi poco mobili (Cu, Zn, Mn, Mo) manifestano la carenza sulle foglie giovani e poi sulle vecchie) e la distribuzione delle piante in campo (se gli stessi sintomi si manifestano in molte piante vicine tra loro, è probabile che sia una carenza/eccesso nutrizionale);
  • effettuare analisi chimico-fisiche del terreno: le analisi del terreno sono precise, ma troppo puntuali, in quanto effettuate prima dell'impianto o di un intervento di concimazione;
  • effettuare analisi chimiche dei tessuti della pianta (ad esempio foglie);
  • valutare utilizzo di piante spia.

Azoto
L'azoto è un elemento essenziale per la sintesi proteica e molto mobile nella pianta. La carenza di azoto causa:

  • accrescimento limitato;
  • formazione di foglie clorotiche e di dimensioni ridotte rispetto al normale;
  • filloptosi anticipata.

L'eccessiva disponibilità nutrizionale di azoto causa:

  • lussureggiamento eccessivo;
  • allungamento del ciclo vegetativo (lignificazione non ottimale e possibili danno da gelate invernali);
  • scarsa induzione a fiore;
  • diminuzione tenore di zucchero nel mosto;
  • formazione di tessuti cellulari poco consistenti predisposizione a fitopatie).

Fosforo
Elemento importantissimo nella pianta, esplica molteplici funzioni (metabolismo degli zuccheri, presenza nelle molecole di vitamine, acidi nucleici e trasportatori di energia). Il fosforo favorisce la crescita degli apici radicali e dei tralci (Fregoni, 2013).
La carenza di fosforo causa:

  • ridotto accrescimento;
  • scarsa fioritura e fruttificazione;
  • colorazioni anomale delle foglie (rosso-violetto).

Potassio
Il potassio ha un ruolo importante nella regolazione stomatica e quindi nella traspirazione, nella regolazione del bilancio ionico cellulare, nella sintesi di grosse molecole, come proteine e amidi, e nell'attivazione di qualche sistema enzimatico; influisce, infine, direttamente sulle caratteristiche qualitative dell'uva (Fregoni, 2013).
I sintomi generici della carenza di potassio sulla vite sono:

  • sviluppo stentato;
  • arrossamento fogliare su vitigni rossi e ingiallimento fogliare su quelli bianchi;
  • scarsa produzione e di bassa qualità (pezzatura e sapidità);
  • tessuti scarsamente resistenti.

Un'eccesso di potassio è difficile da vedere come danno diretto, ma può causare squilibri nell'assorbimento del magnesio, in quanto i due elementi sono antagonisti a livello di assorbimento radicale.

Magnesio
Il magnesio è un elemento per il quale la vite è mediamente esigente; il suo ruolo biologico nelle piante è comunque importantissimo, essendo un elemento fondamentale della clorofilla (Fregoni, 2013).
La carenza di magnesio si manifesta con:

  • Ingiallimenti o arrossamenti internervali sulle foglie, che possono arrivare alla necrosi sulle foglie vecchie;
  • ridotta fotosintesi;
  • disseccamento del rachide e perdita di prodotto;
  • agostamento incompleto.

L'eccesso di magnesio si manifesta visivamente sulla vite tramite i sintomi di carenza di potassio.

Calcio
Il calcio è fondamentale in molti processi fisiologici di accrescimento vegetale; conferisce, inoltre, resistenza meccanica ai tessuti, svolgendo così un’importante funzione strutturale. In assenza di calcio lo sviluppo radicale è fortemente rallentato.
I sintomi dovuti a carenza di calcio sono:

  • scarso sviluppo delle fogli giovani, che ingialliscono, si arricciano e si arrotolano e successivamente necrotizzano;
  • morte degli apici vegetativi e dei viticci;
  • disseccamento del rachide.

Ferro
Il ferro è un oligoelemento che interviene in numerosi processi biochimici fra i quali la fotosintesi, la respirazione e, soprattutto, la biosintesi della clorofilla.
I sintomi di carenza di ferro consistono in:

  • clorosi molto sviluppata a carico esclusivamente delle foglie più giovani, dovuta ad una inibizione della sintesi della clorofilla;
  • foglie più vecchie: decolorazione delle zone internervali; successivamente ingialliscono anche le nervature;
  • necrosi fogliari;
  • colature intense (fino ad avere anche produzioni nulle);
  • caduta anticipata delle foglie;
  • a volte, la morte della pianta.

Possibili soluzione alla carenza in ferro sono:

  • trattamenti fogliari con ferro chelato;
  • trattamenti al terreno con ferro complessato con sostanza organica;
  • modificazione del pH del terreno per portarlo verso la neutralità (impegnativo).

Boro
Il boro è un microelemento importantissimo, che ricopre diversi ruoli nei processi fisiologici della pianta.
I sintomi della carenza di boro si manifestano particolarmente sulle foglie, sui germogli e sulle infiorescenze:

  • foglie: nella parte mediana e apicale dei germogli, prima della fioritura, nei settori internervali si osservano zone chiare, giallastre, dai contorni sfumati; successivamente, le foglie non si accrescono più e restano piccole, formando bollosità tra le nervature. Nei casi gravi, si osservano delle necrosi internervali;
  • germogli: gli internodi sono corti e, nei casi gravi, l’arresto della crescita dei meristemi terminali provoca delle ramificazioni che conferiscono al germoglio un aspetto di «scopa di strega»;
  • fioritura: la carenza in boro altera il processo di fioritura e di fecondazione; numerosi fiori non fecondati disseccano.

La carenza di boro si manifesta soprattutto nei terreni calcarei, nei terreni leggeri, irrigui e poveri in sostanza organica.
L'eccesso di boro causa sintomi simili a danni da salinità: ingiallimento e disseccamento degli apici, poi delle giovani foglie a partire dal margine.

Fattori ambientali

I fattori ambientali possono contribuire a causare nella vite le alterazioni più disparate. I sintomi dipendono dalla fase fenologica della pianta e dall'intensità con cui si manifesta il fattore ambientale: ad esempio, temperature molto basse durante la fase di germogliamento o di fioritura possono comportare gravi squilibri fisiologici e compromettere il normale sviluppo della pianta; identico discorso per temperature molto alte.

Danni da inquinanti

Diversi sono gli inquinanti atmosferici che possono danneggiare le piante e la vite, tra i quali ricordiamo:

- ozono troposferico;
- composti solforati;
- ammoniaca;
- particolati.

In generale, la sintomatologia da inquinanti atmosferici si esprime in danni fogliari visibili (come lesioni, spesso necrotiche), ingiallimenti/clorosi della lamina fogliare e riduzione dello sviluppo.

Danni da ozono
L'ozono è un inquinante che si sviluppa a livello della troposfera in presenza di temperature elevate e inquinanti (come ossidi di azoto, gli ossidi di azoto (NOx), e composti organici volatili). I maggiori danni da ozono si verificano nei periodi più caldi (giugno, luglio agosto) in areali antropizzati (non necessariamente vicino a centri urbani) e poco ventilati (pianure).

Danni da composti solforati
Il biossido di zolfo (anidride solforosa, SO2) è un gas incolore, irritante, molto solubile in acqua e dall’odore pungente. Deriva dalla ossidazione dello zolfo nel corso dei processi di combustione delle sostanze che contengono questo elemento (ad esempio i combustibili fossili). Il biossido di zolfo, insieme al biossido di azoto, è il maggior responsabile delle piogge acide. In presenza di anidride solforica e di biossido di azoto, l’acqua conyenuta nelle nuvole reagisce formando rispettivamente acido solforico e nitrico, i quali, essendo acidi forti, determinano un forte abbassamento del pH. Le piante colpite presentano modificazioni nella chioma (rallentato accrescimento; ingiallimento e precoce caduta delle foglie; ramificazione alterata e meno attiva) e un apparato radicale che risulta meno sviluppato.
Il meccanismo di aggressione delle piogge acide é duplice:

  • diretto, attraverso il fogliame (esposto direttamente alle precipitazioni, alle nebbie, ecc.);
  • indiretto, attraverso la modificazione nella composizione chimica del terreno (l'acidificazione, infatti, compromette la disponibilità di sostanze nutritive nel suolo).

Danni da ammoniaca
Danni dovuti alla presenza di ammoniaca nell'aria possono verificarsi, in ambienti molto inquinati o vicino a grandi allevamenti animali, su colture sensibili, specie con temperature elevate. Generalmente i sintomi sono lesioni necrotiche di dimensioni variabili, spesso localizzate ai margini fogliari e sempre nelle regioni internervali di foglie giovani.

Danni da particolato
Le particelle di smog intrise di sostanze acide, depositandosi su organi vegetali, causano imbrattamento e necrosi localizzate dei tessuti. I danni da particolato sono certamente più rilevanti per ortaggi da foglia o piante floreali, ma bisogna tener conto che l'imbrattamento delle parti verdi della vite può ridurre molto la capacità di intercettazione luminosa e quindi la capacità fotosintetica. Grosse quantità di particolato si riscontrano solitamente in prossimità di insediamenti industriali come centrali elettriche a carbone, ferriere ecc.; esistono anche sorgenti naturali di particolato, i vulcani.

Clorosi ferrica - Carenza di magnesio (foto www.ersa.fvg.it)

Bibliografia
- Appunti del corso Patologia vegetale speciale, tenuto dal prof. Paolo Ermacora dell'Università degli Studi di Udine
- Fregoni M, Viticoltura di qualità, 2013, pp. 665-684, Tecniche Nuove

Scheda a cura di Enrico Ruzzene >>>

Zootecnia Cani e gatti Coltivazioni erbacee Fruttiferi Coltivazioni forestali Insetti Prodotti tipici Funghi Parchi ed aree protette
Copyright © www.agraria.org - Codice ISSN 1970-2620 - Webmaster: Marco Salvaterra - info@agraria.org - Privacy