Ormeasco di Pornassio DOC
Atlante dei prodotti tipici - Vini DOP e IGP

Zona di produzione e storia

La denominazione di origine controllata «Pornassio» od «Ormeasco di Pornassio» e' riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione per le seguenti tipologie: rosso, sciactra', rosso superiore, passito e passito liquoroso.

La zona di produzione delle uve atte alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata «Pornassio» od «Ormeasco di Pornassio» ricade nella provincia di Imperia. Comprende i terreni vocati alla qualita' dell'intero territorio dei comuni di Aquila d'Arroscia, Armo, Borghetto d'Arroscia, Montegrosso Pian Latte, Ranzo, Rezzo, Pieve di Teco, Vessalico e, per il solo versante tirrenico, il territorio dei comuni di Mendatica, Cosio d'Arroscia e Pornassio in Valle Arroscia; l'intero territorio del comune di Molini di Triora in Valle Argentina ed il versante orograficamente ricadente in Valle Arroscia del comune di Cesio.

La presenza della vite nella circonvicina Valle del Tanaro e lungo le pendici sud-occidentali dei monti piemontesi è attestata già durante il periodo romano. Nei secoli altomedievali la pianta guadagna sempre più spazio in molti territori alpini: ha quindi inizio con buona probabilità un razionale sfruttamento agricolo anche dei versanti dell’alta Valle Arroscia. Se, per un verso, nei punti dei Capitula della “castellania” di Cosio, Mendatica e Montegrosso, emanati nel 1297, emerge l’urgenza di garantire quantomeno l’integrità di un vigneto ormai diffuso, per l’altro, negli Ordinamenta promulgati nel 1303 per volontà del podestà, il marchese Francesco di Clavesana, e nei pressoché coevi statuti di Pornassio non sono pochi i riferimenti alla viticoltura: i redattori delle due normative fanno obbligo ai gestori dei fondi di moltiplicare, nella forma dell’ “aggrego”, le piante di vite e di fico; cinque “officiali” hanno il compito di sorvegliare gli appezzamenti “separati” o “recintati”; la vendemmia può avviarsi solo trascorsa la festa di San Raffaele (29 settembre) in modo da garantire la piena maturazione dei frutti.
La documentazione notarile cinquecentesca, per quanto riguarda Pornassio (dove l’attecchimento del vitigno Dolcetto è dato per certo), conferma la concentrazione di vigneti principalmente tra i 400 e gli 800 metri s.l.m. nella conca esposta a mezzogiorno tutt’intorno ai quattro insediamenti che costituiscono la comunità, ossia le borgate di Ottano, “Case Soprane” (nucleo antico dell’odierna San Luigi), Villa e Ponti. Tra Sei e Settecento, l’agro pievese, densamente coltivato, abbonda «di vini ottimi», mentre il sito pornassino «ha territorio vasto, e fertile di vigna, ulivi, castagne, grani d’ogni sorte».
Nella descrizione del Mandamento di Pieve, scritta nel 1806, troviamo un’ulteriore certificazione della qualità della produzione locale: «I vini di Pornassio, di Cosio, di Teco, di Ligassorio, di Armo, di Trovasta, di Vessalico, di Ranzo sono ottimi. I vini di Pornassio, diligentati, rivalizzano coi vini forestieri più accreditati, come se ne sono fatte le esperienze in Genova, più anche nelle mense più doviziose, e più laute. Il vino di Ligassorio e di Teco gareggia anche il comune coi vini di Provenza».
Nell’Esposizione Agraria Provinciale, organizzata a Porto Maurizio nel 1868, alcuni produttori dell’alta Valle Arroscia si distinguono per l’eccellenza dei loro vini rossi, taluni vecchi di tre-quattro anni. All’inizio del XX secolo, prima dell’impatto devastante della fillossera, la superficie vitata del suddetto Mandamento supera i 1.200 ettari (in media 89 ettari per comune), circa il 20% del totale provinciale. Il vitigno più coltivato è il Dolcetto, detto Ormeasca, tuttavia discreta è la presenza nei filari di varietà minori quali il Crovetto e la Barbarossa.
Intorno alla metà del Novecento, infine, le “moderne” proposte vinicole della zona ricevono già lusinghieri apprezzamenti: succede, ad esempio, ai concorsi enologici di Asti, riservati alle eccellenze produttive dell’Italia settentrionale, dove vengono presentate bottiglie di vino Ormeasco sottoposto a periodo di invecchiamento, di “Sciac-trà” e di Passito.

Ormeasco di Pornassio Doc

Vitigni - Grado alcolometrico minimo - Invecchiamento e qualifiche

Base ampelografica
I vini rossi e «sciac-tra» a denominazione di origine controllata «Pornassio» od «Ormeasco di Pornassio» devono essere ottenuti dalle uve prodotte dai vigneti di vitigno Ormeasco o Dolcetto aventi, nell'ambito aziendale la seguente composizione ampelografica: Ormeasco o Dolcetto percentualmente non inferiore al 95%. Per il complessivo rimanente possono concorrere, fino ad un massimo del 5%, le uve di vitigni a bacca di colore analogo non aromatici, da soli o congiuntamente, comunque inseriti tra quelli “idonei alla coltivazione” per la Regione Liguria.

I vini a denominazione di origine controllata «Pornassio» od «Ormeasco di Pornassio» devono rispondere, all'atto dell'immissione al consumo, alle seguenti caratteristiche:

«Pornassio» od «Ormeasco di Pornassio»:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidita' totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 19,0 g/l.

«Pornassio» od «Ormeasco di Pornassio» Sciac-tra':
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
acidita' totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 17 g/l.

«Pornassio» od «Ormeasco di Pornassio» Superiore:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,50% vol;
acidita' totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 21,0 g/l.

«Pornassio» od «Ormeasco di Pornassio» Passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16,50% vol, di cui 15,00% vol. effettivi.
acidita' totale minima: 5,0 g/l;
Estratto non riduttore minimo 23,0 g/l.

«Pornassio» od «Ormeasco di Pornassio» Passito liquoroso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 18,00% vol. di cui 16,00% vol. effettivi;
acidita' totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 23,0 g/l.

E' in facolta' del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - modificare i limiti dell'acidita' totale e dell'estratto non riduttore con proprio decreto.

Caratteristiche organolettiche

I vini a denominazione di origine controllata «Pornassio» od «Ormeasco di Pornassio» devono rispondere, all'atto dell'immissione al consumo, alle seguenti caratteristiche:

«Pornassio» od «Ormeasco di Pornassio»:
colore: rosso rubino vivo;
odore: persistente, vinoso, caratteristico;
sapore: asciutto, gradevole, di medio corpo, con vena amarognola.

«Pornassio» od «Ormeasco di Pornassio» Sciac-tra':
colore: rosato, corallo;
odore: vinoso, di profumo delicato, gradevole, caratteristico;
sapore: secco, fresco, armonico.

«Pornassio» od «Ormeasco di Pornassio» Superiore:
colore: rosso rubino vivo;
odore: delicato, intenso, persistente, caratteristico;
sapore: secco, persistente con eventuale sentore di legno.

«Pornassio» od «Ormeasco di Pornassio» Passito:
colore: rosso rubino piu' o meno carico tendente al granato;
odore: intenso, persistente;
sapore: dolce, pieno, persistente.

«Pornassio» od «Ormeasco di Pornassio» Passito liquoroso:
colore: rosso granato piu' o meno intenso;
odore: intenso, molto persistente;
sapore: dolce sapido, persistente.

Abbinamenti e temperatura di servizio

Ormeasco di Pornassio: adatto ad accompagnare, se giovane, agnolotti al sugo di carne, polenta con salsiccia e spezzatino di maiale; se affinato si abbina al piccione ripieno, coniglio in umido e in porchetta, stecchi (spiedini di carni e funghi), colombacci alla pancetta. Temperatura di servizio 16° - 18°C.

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