Eloro DOC
Atlante dei prodotti tipici - Vini DOP e IGP

Zona di produzione e storia

Le uve destinate alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata “Eloro” devono essere prodotte nella zona appresso indicata, che comprende in tutto o in parte il territorio amministrativo dei comuni di Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero e Rosolini in provincia di Siracusa ed Ispica in provincia di Ragusa.

Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione hanno contribuito ad ottenere i vini a doc “Eloro”.
La denominazione “Eloro” è un nome storico-geografico; Eloro è il nome di una antica citta fondata da coloni greco-corinzi nel VII secolo A.C. , alla foce del fiume Tellaro, (allora chiamato Eloro come la città) ed ubicata su una collina prospiciente il mare Jonio, nei pressi della città di Noto, in provincia di Siracusa.
Più tardi la via che metteva in comunicazione le colonie greche di Siracusa, Kamarina e Gela venne chiamata la via “Elorina”.
La città di Pachino, fondata nel 1760 trae il nome da due parole greche “Pachis” (abbondante) e oinos (vino).
Alla fine dell’800 col nome di Pachino s’intendeva la produzione di Noto, Avola e Pachino a base esclusiva di “Nero d’Avola”. Questi vini erano molto richiesti dal Mezzogiorno della Francia che li dirottava verso la Gironda e la Borgogna.
Nel 1848 Noto poteva vantare 1.764 ettari di vigneto, Pachino nel 1929 vanta circa 3.000 ettari di vigneto a testimonianza dell’importanza che rivestiva la vitivinicoltura in questa zona.
Nella seconda metà dell’ottocento l’invasione della fillossera distrugge gran parte dei vigneti dell’isola e nel siracusano (1884-1886) la vite viene soppiantata da altre colture Negli anni della ricostituzione dei vigneti, dopo l’invasione fillosserica, il Nero d’Avola, come altri vitigni, viene utilizzato per innestare barbatelle di “Riparia” e offerto agli agricoltori. (in C. Di Rosa, 1996).
Nel 1933 i vini “Eloro” partecipano alla Prima Mostra-mercato dei vini tipici a Siena, dove vengono ampiamente apprezzati.
Nel corso dei secoli dunque la viticoltura ha mantenuto un ruolo di coltura molto importante per il territorio, fino ad arrivare ad oggi. La storia recente è caratterizzata da una evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende, la professionalità degli operatori, che hanno contribuito ad accrescer il livello qualitativo e la rinomanza della DOC “Eloro”, come testimoniano i riconoscimenti ottenuti dai vini a DOC “Eloro” prodotti dalle aziende della zona geografica di riferimento.
E’ stato riconosciuto come DOC nel 1994 con decreto ministeriale del 3 ottobre 1994.

Eloro Eloro - Cala mosche (foto www.casavacanzesicilialidodinoto.it)

Vitigni - Grado alcolometrico minimo - Invecchiamento e qualifiche

Base ampelografica
La denominazione di origine controllata “Eloro” è riservata ai vini rossi e rosati, ottenuti da uve provenienti da vigneti aventi, nell’ambito aziendale, almeno il 90% dei vitigni Nero d’Avola, Frappato e Pignatello, da soli o congiuntamente.
Possono concorrere le uve provenienti da altri vitigni idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
La denominazione di origine controllata “Eloro” può essere seguita da una specificazione dei seguenti vitigni: Nero d’Avola, Frappato e Pignatello, se i vini sono ottenuti da uve provenienti per almeno il 90% dal corrispondente vitigno.
Possono concorrere le uve provenienti da altri vitigni, purché idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.
La denominazione di origine controllata “Eloro” con la menzione della sottozona “Pachino” è riservata al vino rosso ottenuto da uve provenienti per almeno l’80% dal vitigno Nero d’Avola e per la rimanente percentuale da uve provenienti dai vitigni Frappato e/o Pignatello.

I vini a denominazione di origine controllata “Eloro” all’atto dell’immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:

“Eloro” rosso:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
- acidità totale minima: 5,0 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 21,0 g/l.

“Eloro” rosato:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
- acidità totale minima: 5,0 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.

“Eloro” Nero d’Avola:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
- acidità totale minima: 5,0 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 21,0 g/l.

“Eloro” Frappato:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
- acidità totale minima: 5,0 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 21,0 g/l.

“Eloro” Pignatello:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
- acidità totale minima: 5,0 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 21,0 g/l.

“Eloro” Pachino:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 23,0 g/l.

E’ facoltà del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali con proprio decreto di modificare i limiti minimi sopra indicati per l’acidità totale e l’estratto non riduttore.

Caratteristiche organolettiche

I vini a denominazione di origine controllata “Eloro” all’atto dell’immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:

“Eloro” rosso:
-colore: rosso rubino più o meno intenso, talvolta con riflessi violetti o granati;
- odore: franco, robusto, leggermente etereo;
- sapore: sapido, giustamente tannico con retrogusto gradevolmente asciutto, amarognolo, leggermente fresco.

“Eloro” rosato:
- colore: rosa grigio (occhio di pernice) più o meno intenso, con riflessi granati;
- odore: delicato, con aroma di frutta;
- sapore: fruttato, caratteristico, vellutato, leggermente acidulo.

“Eloro” Nero d’Avola:
- colore: rosso più o meno intenso;
- odore: vinoso, caratteristico;
- sapore: secco, tipico.

“Eloro” Frappato:
- colore: rosso più o meno intenso;
- odore: caratteristico, intenso;
- sapore: asciutto, armonico, tipico.

“Eloro” Pignatello:
- colore: rosso più o meno intenso;
- odore: delicatamente vinoso, caratteristico;
- sapore: tipico, asciutto, gradevole.

“Eloro” Pachino:
- colore: rosso rubino granato intenso con riflessi rosso mattone dopo l’invecchiamento;
- odore: intenso, profumo muschiato, generoso;
- sapore: di corpo, tannico, con retrogusto vellutato, robusto.

Abbinamenti e temperatura di servizio

Variano a seconda della tipologia di vino.

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