Carpa Cyprinus carpio L.
Atlante delle specie allevate - Specie d'acqua dolce

Classificazione

Classe: Actinopterygii
Ordine: Cypriniformes
Famiglia: Cyprinidae
Genere: Cyprinus
Specie: C. carpio L.

Carpa Cyprinus carpio L. Carpa Cyprinus carpio L. (foto http://pond.dnr.cornell.edu)

Caratteristiche morfologiche

La carpa comune (Cyprinus carpio) è una specie caratterizzata da evidente polimorfismo, che si evidenzia sia con una diversa quantità e disposizione delle squame, che sulla variabilità del rapporto tra altezza e lunghezza del corpo.
Quest’ultimo infatti risulta tendenzialmente allungato nei soggetti selvatici e variamente alto ed arcuato, talvolta fino a formare gibbosità nella zona dorsale, negli animali allevati. Le varie forme di carpa vengono differenziate tra loro anche in relazione alla presenza delle squame sul corpo. Gli esemplari che posseggono il corpo interamente ricoperto di squame vengono definiti “carpa regina”, quelli che ne sono totalmente privi “carpa nuda” o “carpa cuoio”. I soggetti che posseggono un numero ridotto di squame di grosse dimensioni, irregolarmente distribuite sul corpo  vengono definiti “carpa a specchi” o “di Galizia”, mentre quelli con una serie regolare di piccole squame sul dorso ed una di grosse squame sulla linea laterale appartengono alla forma “a file di squame”.
La carpa possiede una testa conica, una bocca piccola, protrattile con labbra spesse e munita di due paia di barbigli: quello anteriore risulta più corto e situato a metà del labbro superiore, mentre il paio posteriore è più lungo e si trova agli angoli della bocca. I denti sono faringei, molariformi,  e disposti in 3 serie su ciascun lato.
La linea laterale della carpa ha un andamento piuttosto rettilineo ed è leggermente incurvata verso l’alto nella porzione anteriore.
Il corpo della carpa può possedere un’ampia varietà di colori ma generalmente mostra tonalità bruno–olivastre o tendenti al verde-grigiastro nella parte dorsale, riflessi dorati sui fianchi ed una colorazione più chiara fino al giallo-biancastro nella porzione ventrale. Le pinne solitamente posseggono tonalità verde-brunastra o rosso–brunastra ma esistono alcune varietà di carpa con colorazione arancio-giallastra o argentea.

Biologia ed habitat

La carpa è una specie d’acqua dolce presente in tutti i continenti che generalmente predilige gli ambienti con acque piuttosto stagnanti, come laghi, bacini idrografici, stagni e le zone di fondale dei fiumi.
Questa specie è dotata di una elevata adattabilità alle condizioni ambientali difficili, caratterizzate da bassi tenori di ossigeno e temperature piuttosto elevate.  Le migliori performance di crescita infatti vengono ottenute nelle acque che hanno un pH compreso tra 6,5 e 9 e  temperature che vanno dai 23 ai 30°C. Proprio a causa di queste caratteristiche, la carpa risulta facilmente allevabile anche in zone tropicali e subtropicali, dove frequentemente riveste un ruolo di primaria importanza come risorsa alimentare.
La carpa è una specie onnivora, che tendenzialmente si nutre di insetti d’acqua, larve, vermi, molluschi, zooplancton e materiale di origine vegetale, come piante acquatiche decomposte, semi di piante terrestri ed acquatiche e foglie.
In presenza di condizioni ottimali e di un’alimentazione adeguata, le carpe in allevamento possono accumulare giornalmente un peso corrispondente al dal 2 - 4 % della massa corporea.
Nelle zone tropicali e subtropicali, le carpe allevate in policoltura possono raggiungere il peso di 0,6-1 kg in una sola stagione, mentre nelle zone temperate, caratterizzate da livelli termici più bassi, l’accrescimento risulta più lento.
La deposizione delle uova in Europa inizia quando l’acqua raggiunge  la temperatura  di 17-18°C, mentre gli animali che vivono nel continente asiatico iniziano a deporre nel momento in cui si verifica un brusco calo della concentrazione ionica dell’acqua, in conseguenza dell’inizio della stagione delle piogge.
In natura la fase di deposizione viene completata in più riprese, mentre gli esemplari allevati riescono a portarla a termine nel giro di poche ore e nel caso vengano sottoposti a trattamento ormonale, in un periodo ulteriormente inferiore.
Il quantitativo di uova che vengono rilasciate è compreso in un range di 100-230g per kg di peso corporeo. Lo sviluppo embrionale necessita di 60-70 gradi giorno e con temperature di 20-23°C questo viene portato a termine in 3 giorni.
Dopo circa 3 giorni dalla schiusa la vescica natatoria delle larve è quasi completamente sviluppata ed inizia sia la fase di nuoto orizzontale che l’alimentazione esogena, principalmente a base di rotiferi.

Tecniche di allevamento

La carpa è una specie originaria dell’Asia, che viene generalmente allevata con sistemi di tipo estensivo o semintensivo basati sull’utilizzo delle risorse trofiche naturali del luogo (vegetali ed animali), opportunamente potenziate mediante interventi colturali adeguati.
L’allevamento estensivo in genere viene praticato nelle casse di espansione dei fiumi o dei torrenti. Si tratta di aree a lato degli alvei utilizzate per far defluire ed immagazzinare temporaneamente le acque di piena , che successvamente vengono reimmesse nel fiume in quantità controllata un po' più a valle.
All’interno di questi ambienti le carpe vengono allevate in policoltura con altre specie di ciprinidi, con il pesce gatto e con alcuni predatori quali il luccio ed il persico-trota.
Le produzioni annuali raggiungono alcune centinaia di kg/Ha e tutte le fasi del ciclo biologico avvengono in modo naturale, mentre l’intervento dell’uomo si verifica soltanto durante la fase di raccolta, che può avere luogo con cadenza annuale o biennale.
L’allevamento semintensivo viene praticato all’interno di diversi tipi di stagno, con dimensioni e caratteristiche variabili in funzione dell’età dei soggetti. Questa tecnica di allevamento è caratterizzata da un bassissimo livello tecnologico ed è perfettamente inseribile nel contesto agricolo. Infatti spesso viene condotta su aree marginali che mal si prestano alla coltivazione.

Riproduzione
La riproduzione  di questa specie può essere di due tipi: naturale o controllata.
Quella di tipo naturale ha luogo nei mesi di maggio e giugno quando la temperatura dell’acqua si aggira intorno ai 18 °C ed avviene in appositi stagni di frega. Queste zone generalmente sono caratterizzate da dimensioni che oscillano dai 100 ai 1000 m2 e da una  profondità massima di 80cm. Il fondo di questi bacini di solito viene seminato con graminacee pluriennali che resistono all’immersione per lunghi periodi (loglio), mentre sulle sponde viene lasciata crescere un’abbondante vegetazione con lo scopo di garantire un valido supporto alle uova, che sono rivestite di una sostanza adesiva.
Prima che abbia luogo la frega i riproduttori maturi vengono pescati e trasferiti negli stagni di deposizione, con rapporto tra  femmine e maschi di 1:2. In condizioni favorevoli la deposizione avviene nel giro di qualche giorno.
Nei Paesi del centro Europa e meno frequentemente in Italia, nel periodo successivo alla frega si procede all’abbassamento del livello dell’acqua dello stagno, in modo da convogliare i riproduttori nel canale perimetrale ed attuarne la raccolta. Tutto ciò per evitare sia i fenomeni di predazione di uova e larve da parte dei genitori, che l’eventuale trasmissione di virus e batteriosi. Questa operazione deve essere effettuata nelle ore serali, in modo da impedire il danneggiamento delle uova dovuto all’esposizione diretta all’ irradiazione solare.
La schiusa generalmente si attesta su valori del 30-50% e le larve, che  inizialmente misurano 4,5mm, riassorbono il sacco vitellino entro 3 o 4 giorni e successivamente iniziano a nuotare alla ricerca di zooplancton.
La riproduzione controllata viene condotta nei mesi primaverili, in concomitanza di quella naturale e si avvale di una tecnica di stimolazione ormonale. Quest’ultima viene attuata attraverso l’iniezione nel tessuto muscolare degli animali, di una soluzione contenente ipofisi di carpa. Queste vengono iniettate in forma disidratata in acetone o in alcool assoluto, oppure possono essere state prelevate direttamente da soggetti adulti, previa asportazione della massa cerebrale.
L’iniezione viene effettuata nell’area posteriore alla pinna dorsale ( priva di squame) e la dose consigliata per le femmine è di 3 mg/kg di peso vivo ripartita in 2 somministrazioni distanziate di 12- 24 ore tra loro. I maschi vengono iniettati in concomitanza della seconda iniezione alla quale sono sottoposte le femmine ed  il dosaggio più idoneo risulta pari a 2 mg/kg di peso vivo. La risposta si manifesta dopo 8-24 ore.
La fase successiva prevede la spremitura dei riproduttori. I gameti femminili  vengono raccolti comprimendo delicatamente il ventre delle femmine, preventivamente anestetizzate, in modo da provocare la fuoriuscita delle uova. Successivamente viene aggiunto il liquido seminale, che è stato prelevato dai maschi tramite pipetta  oppure spremuto direttamente sulle uova.
Sperma e uova vengono accuratamente mescolate con l’ausilio di una penna d’oca o con una spatola di plastica morbida ed inoltre si procede con l’aggiunta di un ugual volume di una soluzione contenente 3g di urea e 4g di NaCl in 1l di acqua.
La soluzione ha la funzione di prolungare la vita degli spermatozoi e di evitare l’agglutinazione delle uova, che come accennato precedentemente sono ricoperte da una sostanza adesiva.
L’ incubazione delle uova fecondate generalmente ha luogo all’interno di recipienti chiamati bottiglie di Zug e varia da un minimo di 50-52 ore con 26°C di temperatura ad un massimo di 160-170 nel caso in cui vi siano valori termici più bassi. Nel momento in cui il sacco vitellino è stato completamente riassorbito le larve possono essere trasferite all’interno di alcune vasche o direttamente negli stagni.

Preingrasso
Alla fine di giugno o nella prima settimana di luglio gli avannotti vengono trasferiti negli stagni di preingrasso, la cui superficie non supera alcune migliaia di m2 e la profondità va dai 60 ai 130 cm. Le densità iniziali variano da 2 a 10 pesci/m2 ed i giovanili,  che vengono alimentati con mangime pellettato o estruso,  vi permangono per 3 o 4 mesi fino al raggiungimento di 20-40 g di peso. A questo punto si procede al trasferimento negli stagni adibiti alla fase di ingrasso.

Ingrasso
Le dimensioni degli stagni di ingrasso variano da alcune centinaia di m2 ad 1 Ha di superficie e le profondità in genere si aggirano tra gli 80 ed i 150 cm. Il ricambio idrico in questi ambienti è modestissimo e le acque sono quasi sempre di origine superficiale.
La fase di ingrasso può concludersi al secondo anno di vita degli animali oppure protrarsi per un ulteriore anno, poiché il settore della pesca sportiva nel nostro Paese genera una notevole richiesta di esemplari con un peso corporeo compreso tra i 400 ed i 1500g.
Durante questo periodo gli animali vengono alimentati con mangimi bilanciati a basso contenuto proteico e sottoprodotti agricoli.

Fonti bibliografiche:
- FAO. © 2004-2012. Cultured Aquatic Species Information Programme. Cyprinus carpio. Cultured Aquatic Species Information Programme. Text by Peteri, A. In: FAO Fisheries and Aquaculture Department [online]. Rome. Updated 1 January 2004. [Cited 23 May 2012]. http://www.fao.org/fishery/culturedspecies/Cyprinus_carpio/en
- MANZONI P., TEPEDINO V., copyright Eurofishmarket (2008). GRANDE ENCICLOPEDIA ILLUSTRATA DEI PESCI. Guida al riconoscimento di oltre 600 specie presenti nelle acque d’Europa o importate sui mercati europei.

Scheda curata da Lapo Nannucci >>>

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