Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi - Toscana Emilia-Romagna
Atlante dei Parchi e delle aree protette in Italia

Tipologia di area protetta - Dove si trova

Tipologia: Parco Nazionale; istituito con la legge 28 agosto 1989, n. 305, D.M. 14 dicembre 1990 e D.P.R. 12 luglio 1993.
Regioni: Toscana, Emilia-Romagna
Province: Arezzo, Firenze, Forlì-Cesena

Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Campigna e Monte Falterona è stato istituito nel 1993 e si trova a cavallo dell'Appennino tosco-emiliano; due le regioni interessate: la Toscana (province di Arezzo e Firenze) e l’Emilia Romagna (provincia Forlì/Cesena). Si estende su un'area di circa 36.400 ettari, di cui l'85% è occupata da boschi.
Si estende lungo la dorsale appenninica tosco-romagnola, scendendo ripidamente verso le vallate del versante romagnolo e decisamente in modo più graduale nel versante toscano che si presenta con pendii più dolci, fino all'ampio fondovalle formato dall'Arno.

Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Campigna e Monte Falterona Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Campigna e Monte Falterona

Descrizione

Il Parco spicca, dal punto di vista naturalistico, come una delle aree forestali più pregiate d'Europa, il cui cuore è costituito dalle Foreste Demaniali Casentinesi, al cui interno si trova la Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino, istituita nel 1959 (prima in Italia, più di 750 ettari di bosco preclusi al libero accesso e a ogni forma di intervento umano).
Fanno parte del Parco la porzione montana delle valli romagnole del Montone, del Rabbi e del Bidente. I torrenti romagnoli sono caratterizzati da vallate strette e incassate, con versanti a tratti rocciosi e a tratti fittamente boscati. Il settore toscano comprende, oltre a una piccola porzione del Mugello, parte del Casentino, cioè il territorio che abbraccia l'alta valle dell'Arno, le cui sorgenti sono situate sulle pendici meridionali del Monte Falterona. Il versante toscano, molto più dolce, è solcato dalle valli dei torrenti Staggia, Fiumicello e Archiano, affluenti di sinistra dell'Arno. Il cuore del Parco è rappresentato dalle Foreste Demaniali Casentinesi.
L’uomo su questo ambiente ha avuto sempre una notevole influenza fin dal tardo Medioevo; si sono susseguiti tagli di boschi sia per fornire il legname necessario all’opera del Duomo ed ai cantieri navali di Pisa e Livorno, ma anche tagli abusivi dei querceti per la legna da ardere.
Le utilizzazioni sono state talmente intense che Pietro Leopoldo dovette chiamare un esperto austriaco (Karl Siemon, che italianizzerà il proprio nome in Carlo Siemoni) per cercare di prevenire il dissesto idrogeologico. Fu Siemoni che introdusse l’abete bianco ed il castagno.

Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Campigna e Monte Falterona Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Campigna e Monte Falterona

Flora e fauna

Alle altitudini più elevate si possono trovare maestosi boschi coetanei di faggio che lasciano ben poco spazio ad altri tipi di vegetazione, solo nelle zone più difficili si vede il maggiociondolo, l’acero di monte e il sorbo degli uccellatori.
La vegetazione erbacea è molto varia, nelle brughiere del monte Falco vi si può torvare mirtillo nero e mirtillo rosso, a cui si alternano praterie che ospitano la sassifraga alpina e l’anemone a fiori di narciso.
In Casentino, ai lati dei ruscelli, si trova unico sito appenninico, la Tozzia, una piccola pianta dai fiori gialli molto diffusa sulle montagne europee.
Scendendo il faggio lascia un po’ del proprio spazio all’abete bianco concorrendo così alla formazione di boschi misti tipici dell’ambiente. L’uomo però ha quasi eliminato o l’abete o il faggio favorendo il bosco puro!
Alle due specie si aggiungono aceri, frassini, olmo montano e arbusti di agrifoglio e tasso.
Alle quote minori le latifoglie prendono il sopravvento boschi di querce caducifoglie (cerro, roverella, raramente anche della rovere) misti a ornielli, carpini, aceri e sorbi. Molti di questi boschi sono stati convertiti in passato in castagneti da frutto che davano alimento alle popolazioni locali.
Tra le specie animali più rare possiamo ricordare il lupo che in passato ha anche rischiato l’estinzione, più comuni sono invece il tasso, la puzzola, la donnola e la faina.
Molti problemi alla rinnovazione arborea nel parco sono causati dagli ungulati di cui sono presenti tre specie autoctone quali capriolo, cervo e cinghiale e due introdotte come il muflone ed il daino.
Importante è anche l’avifauna che conta più di 80 specie tra cui lo sparviero, l’astore, il falco pecchiaiolo e l’aquila reale. Trovano cibo nei boschi d’alto fusto i picchi (verde, rosso maggiore e rosso minore) e il poco comune rampichino alpestre che nelle abetine più antiche vanta la principale popolazione toscana.

Santuario della Verna

Arroccato sulla ripida parete meridionale del Monte Penna, sorge il celebre santuario francescano, meta costante di pellegrinaggi; è immerso in una silenziosa e cupa selva che fu compagna del santo nella sua vita eremitica. La natura calcarea del monte ha determinato morfologie aspre, con numerosi anfratti e cavità naturali che si aprono all'ombra di maestosi aceri di monte, frassini maggiori, olmi e faggi; alcuni ambienti particolarmente suggestivi vennero scelti dal santo e dai frati come luoghi di preghiera.
Il monte fu donato a S. Francesco nel 1213 dal conte casentinese Orlando Cattani, oggi sepolto nella chiesetta di S. Maria degli Angeli, alla cui costruzione aveva partecipato. Alla Verna, nel settembre del 1224, avvenne il miracolo delle stimmate, ricordato da Dante nel Paradiso e ancora commemorato con una festa solenne.

Cappella del Beato Giovanni Santuario della Verna - Cappella del Beato Giovanni (www.santuariodellaverna.com)

Santuario della Verna - Chiostro e precipizio Santuario della Verna - Chiostro e precipizio (www.santuariodellaverna.com)

Monastero di Camaldoli

Sorto nell'XI secolo come ospizio in luogo del castello di Fontebuona, di proprietà del conte Maldolo, divenne in seguito monastero dei Camaldolesi. Nel '500 era attiva una tipografia dalla quale uscirono le Costituzioni Camaldolesi, contenenti norme per la conduzione delle foreste. Pregevoli sono i chiostri e la chiesa dei santi Donnino e Ilariano, con bei dipinti del Vasari; su un lato del monastero l'antica farmacia conserva alambicchi, mortai, fornelli e preziosi testi provenienti dal laboratorio galenico dei monaci.

Informazioni per la visita

L’accesso al parco è libero e gratuito, eccetto la Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino (alla quale si accede solo per motivi di studio e sotto previa autorizzazione del Corpo Forestale dello Stato); sono stati creati undici centri visita per informazioni riguardanti il parco, la sentieristica e altre utili informazioni. Nei Centri Visita è possibile trovare le pubblicazioni del Parco, acquistare gadget o prenotare servizi di accompagnamento per le escursioni.
Molti sono i sentieri (segnati) e le strade forestali che percorrono in tutta la sua estensione il parco attraverso estesi boschi sia di latifoglie (castagneti e più in quota faggio) ma anche, alle altitudini maggiori, boschi puri di abete.
Una suggestiva possibilità è il pernottamento all’interno del parco sia al monastero di Camaldoli che al santuario della Verna.

Come raggiungere l'area protetta
Il Parco delle Foreste Casentnesi è facilmente raggiungibile i automobile; vi si può arrivare uscendo dall’autostrada A1 a Firenze sud entrando nell’Alto Mugello, oppure con le uscite di Incisa Valdarno e Arezzo per il Casentino. Dall’autostrada E45 si esce a Pieve Santo Stefano, oppure dalla A14 si può uscire a Faenza, Forlì o Cesena per entrare rapidamente nel cuore della foresta.

Gestione
Gestore: Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
Sede: Via G. Brocchi, 7 - 52015 Pratovecchio (AR)
Tel. 0575/50301 - Fax 0575/504497

Sede Comunità del Parco: via Nefetti, 3 - 47018 Santa Sofia (FC)
Tel. 0543/971375 - Fax: 0543/973034
Sito web: www.parcoforestecasentinesi.it

Zootecnia Cani e gatti Coltivazioni erbacee Fruttiferi Coltivazioni forestali Insetti Prodotti tipici Funghi Parchi ed aree protette
Copyright © www.agraria.org - Codice ISSN 1970-2620 - Webmaster: Marco Salvaterra - info@agraria.org - Privacy