Parco Nazionale della Majella - Abruzzo
Atlante dei Parchi e delle aree protette in Italia

Tipologia di area protetta - Dove si trova

Tipologia: Parco Nazionale; istituito con legge 394, 6 dicembre 1991, e D.D.M.M. 4 dicembre 1992, 4 novembre 1993, 22 novembre 1994 e D.P.R. 5 giugno 1995.
Regione: Abruzzo
Province: L'Aquila, Chieti, Pescara

Il Parco Nazionale della Majella comprende l'omonimo massiccio montuoso, composto da sessanta cime, di cui 30 superano i 2.000 metri di quota (la vetta più elevata è il Monte Amaro, 2.793 m). Occupa una superficie di 74.095 ettari.

Majella Parco Nazionale della Majella (foto www.rifugioilmajo.com)

Descrizione

La Majella è un gruppo montuoso poderoso e imponente, con vasti altipiani carsici, boschi e dirupi frequentati da orsi, lupi e camosci. Importanti e diffusi i segni della presenza umana: centri storici, antichi insediamenti, eremi, santuari e abbazie, capanne di pastori, e un'antica cultura contadina fatta di rinomate produzioni alimentari, tradizioni e straordinarie feste popolari.
Dai vasti pianori sommitali scendono selvaggi valloni che, soprattutto sul versante orientale, percorrono dalle vette alla base della montagna i notevoli disliveli. Sul versante occidentale, la montagna mostra paesaggi più consueti ma non meno suggestivi (valli dell'Orfento e dell'Orta). Oltre il Morrone, che divide il cuore del massiccio dalla conca di Sulmona, del settore meridionale del Parco fanno pure parte a ovest i monti Pizzalto e Rotella, tra cui si estende il bosco di Sant'Antonio, e a est i monti Pizzi e Secine.
Montagne cariche di storia, frequentate fin dall'antichità dai cacciatori del Paleolitico e del Neolitico a cui si devono interessanti pitture rupestri nella Grotta dei Piccioni nella Valle del fiume Orta. Qui sono andati alla ricerca di silenzio e ispirazione eremiti come fra' Pietro di MOrrone, divenuto papa con il nome di Celestino V; tra queste cime gli ordini monastici fondarono santuari e abbazie, come San Liberatore a Majella, San Clemente a Casauria, San Salvatore a Majella, Santo Spirito, San Tommaso di Paterno.

Flora e fauna

Il Parco è un enorme giardino botanico ricco di rarità ed endemismi. In tutto, le specie vegetali censite sono oltre 2.000 e tale ricchezza si spiega con la grande escursione altitudinale e la varietà di ambienti, oltreché con la posizione geografica, protesa verso il mediterraneo. tra i boschi predominano le faggete, precedute a quote più basse dai querceti misti di roverelle, cerri, carpini e ornielli, e seguite più in alto, oltre i 1700 m, da estensioni di pino mugo. Nel bosco di Sant'Antonio si trovano bellissimi esemplari di faggi secolari: il più celebre è un faggio a candelabro di oltre sei secoli.
Anche la fauna è influenzata dalle favorevoli condizioni presenti nel Parco. Tra gli invertebrati, per esempio, si contano 116 diverse specie solo di farfalle diurne, cioè la quasi totalità di quelle presenti in Italia. Tra i mammiferi spiccano l'orso, il lupo, il gatto selvatico, la lontra, il cervo, il capriolo il camoscio d'Abruzzo. Si contano inoltre decine di specie di uccelli, tra cui l'aquila reale, il lanario, l'astore, il picchio dorsobianco, il picchio muraiolo, il piviere tortolino, tipico della tundra scandinava, che nell'Europa mediterranea è presente solo nelle pietraie d'alta quota della Majella.

Riserva Bosco di Sant'Antonio

Tipologia: Riserva Naturale Regionale Guidata istituita con L.R. 12 dicembre 1985 n. 66
Superficie: 550 ettari
Comune: Pescocostanzo
Provincia: L'Aquila
La Riserva è stata istituita a difesa di un bosco secolare di faggi e di aceri legati al culto di Sant'Antonio. Il bosco si trova a un'altitudine di 1.300 metri circa lungo un'antichissima direttrice di collegamento fra gli altipiani maggiori, storica via di transizione per le milizie romane fra Corfinium e Aesernia e di transumanze pastorali. Celebre il faggio "a candelabro", esemplare di oltre 600 anni. Tra la flora spontanea si annoverano la genziana maggiore, la peonia e l'elleborina comune.

Riserva Majella Orientale

Tipologia: Riserva Naturale Regionale Guidata istituita con L.R. 4 giugno 1991 n. 22; Oasi WWF Italia dal 1990
Superficie: 1.700 ettari
Comuni: Civitella Messer Raimondo, Lama dei Peligni
Provincia: Chieti
La Riserva comprende un versante montuoso che va da 650 m fino a oltre 2.700 m di altitudine, con relativa ampia escursione di tipi di vegetazione (querceta, faggeta, arbusti e pascoli d'alta quota). Notevole e diversificata la popolazione animale in cui spiccano fra i mammiferi, il lupo appenninico, il camoscio d'Abruzzo e diversi mustelidi. Tra l'avifauna, l'aquila reale, la coturnice, il falco pellegrino, il lanario, l'astore e tanti altri. La Riserva è dotata di un centro visite, di un'area faunistica, di un giardino botanico e di alcuni percorsi didattici. Include inoltre la Grotta del Cavallone, resa celebre da Gabriele D'Annunzio che vi ambientò, con l'ausilio del pittore Francesco Paolo Michetti, una scena della tragedia "La figlia di Jorio". Nelle varie "sale", dalle denominazioni evocative, attrezzate e visitabili, si susseguono scenari grandiosi e suggestivi.

Riserva Valle dell'Orta

Tipologia: Riserva Naturale Regionale Guidata istituita con L.R. 20 luglio 1989 n. 57
Superficie: 378 ettari
Comuni: Bolognano, San Valentino in Abruzzo Citeriore
Provincia: Pescara
La Riserva tutela aspetti naturalistici, ma anche storico-archeologici, poiché nella profonda gola del fiume Orta si aprono numerose grotte (Grotta dei Piccioni, Grotta Scura) che hanno restituito tracce di antichissime presenze umane. L'ambiente rupicolo favorisce la presenza della Campanula fragilis sub. cavolini, endemica dell'Appennino centrale, e del Dianthus ciliatus. Il rondone maggiore è stato scelto quale simbolo della riserva, che si qualifica anche per la presenza della lontra e di alcune rare specie di chirotteri.

Riserva Valle del Foro

Tipologia: Riserva Naturale Regionale Guidata istituita con L.R. 4 dicembre 1991 n. 75
Superficie: 472 ettari
Comune: Pretoro
Provincia: Chieti
La Riserva si trova nella Valle del Fiume Foro ed è caratterizzata dalla presenza di un'estesa faggeta che ospita anche alberi di acero, sorbo, tiglio ed olmo montano. La cincia mora, la cincia bigia, la cinciallegra, il Lui verde sono solo alcuni dei numerosi gli uccelli che trovano rifugio e nutrimento nella faggeta. Interessante la presenza nelle radure del picchio dalmatino, specie molto rara. Tra i rapaci nidificano la poiana, l'astore e soprattutto il raro Gufo reale. I mammiferi sono rappresentati dalla volpe, dalla martora, dallo scoiattolo e dal capriolo.

Valle dell'Orfento Valle dell'Orfento - Parco Nazionale della Majella (foto E. Partrat www.pinguicula.org)

Informazioni per la visita

Accessi:
- Caramanico Terme (PE): accesso alla Valle dell'Orfento.
- Pretoro (CH): accesso a Passo Lanciano e alla Majelletta.
- Lama dei Peligni (CH): accesso alla riserva della Majella Orientale, alla Grotta del Cavallone, al Vallone di Taranta.
- Pescocostanzo (AQ): accesso al Bosco di S.Antonio, al Quarto Santa Chiara, ai monti Pizi e Secine.
- Sulmona (AQ): accesso al gruppo del Morrone.

Centri visitatori:

Caramanico Terme (PE), Fara San Martino (CH), Lama dei Peligni (CH), Bolognano (PE).

Gestione.
Ente Parco Nazionale della Majella
Palazzo Di Sciascio
Via Occidentale, 6
66016 Guardiagrele (CH)
Sito web: www.parcomajella.it

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