Tapiro della gualdrappa - Tapirus indicus - Desmarest, 1819
Atlante della Fauna - Mammiferi

Classificazione sistematica

Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Ordine: Perissodactyla
Famiglia: Tapiridae
Genere: Tapirus
Specie: T. indicus - Desmarest, 1819

I tapiri, rappresentanti dell’unico genere Tapiro (Tapirus), sono mammiferi euteri placentati afferenti all’ordine dei Perissodattili (Perissodactyla) ed alla famiglia dei Tapiridi (Tapiridae). All'ordine dei Perissodattili afferiscono anche gli equidi e i rinocerontidi.
Oltremodo interessante è la distribuzione geografica di questi mammiferi tanto nell’America centromeridionale e con una sola specie il Tapirus indicus, anche nel sudest asiatico.
In linea generale, i tapiri sia del Vecchio che del Nuovo Mondo, sono una via di mezzo tra un grosso maiale e un ippopotamo, al pari di quest’ultimo ama frequentare in entrambi i blocchi terrestri, i fiumi e gli stagni nei quali rimane a lungo immerso e nei quali riesce a camminare.
Il Tapiro asiatico o della Malesia o della gualdrappa (Tapirus indicus - Desmarest, 1819), qui trattato, è l’unica specie del blocco asiatico.

Zoogeografia

Il tapiro della gualdrappa, abita il Siam (ovvero la Thailandia), la penisola di Malacca, le isole di Sumatra e Borneo.
Questo perissodattilo, noto in Europa solo da verso la metà del secolo XIX, benché nei luoghi d’origine non era eccessivamente raro, è conosciuto invece dai cinesi sin dall’antichità, questi lo distinguevano con il nome di “mé”.
Oggi la International Union for Control of Nature (IUCN), ne stabilisce uno status di specie in “pericolo” ovvero EN (endangered).

Habitat-Ecologia

Tale animale frequenta le umide foreste ricche di specchi d’acqua e di acquitrini, luoghi a cui si dirige soprattutto durante le ore notturne.

Morfofisiologia

E’ alto al garrese anche un metro e raggiunge la lunghezza di circa due metri e mezzo, con la coda ridotta a un semplice rudimento. Il tronco è tozzo, le orecchie abbastanza grandi e di forma ovale; il capo è allungato e termina in un muso che si prolunga in una proboscide lunga al massimo una trentina di centimetri.
Estremamente caratteristico è il pelame di questo tapiro, che consente di distinguerlo a prima vista dai congeneri. Scurissimo (nero o antrace), sulle parti anteriori e su entrambe le paia di zampe, mentre è biancastro sul ventre e sulla groppa, sì che il nome volgare di questo perissodattilo appare pienamente giustificato; per gualdrappa s’intende infatti un tessuto ornamentale che solitamente viene messo sulla groppa di animali (generalmente equidi), durante parate e feste di folclore. Il pelo peraltro è fitto e cortissimo.
La colorazione dei piccoli è completamente differente, ed ha funzione prettamente mimetica; su di un colore di fondo nerastro, spiccano infatti chiazze e linee assai chiare.
Si nutre prevalentemente di vegetali acquatici e di tenere fronde, che spicca con destrezza utilizzando la proboscide mobile.

Etologia-Biologia riproduttiva

E’ un animale d’indole schiva e di carattere assai pavido.
Si sposta con estrema cautela nella fitta macchia vegetale, riunito in gruppi famigliari o in piccoli branchi poco numerosi, mostrandosi assai di rado alle stesse popolazioni indigene.
Se si sente minacciato troppo da vicino peraltro, non esita a tuffarsi in acqua dove nuota con grande sicurezza, riuscendo quasi sempre a sfuggire alle insidie. Sembra che sia in grado di restare a lungo sommerso, senza dover affiorare troppo spesso a ricambiare la provvista d’aria.
La femmina dopo una gestazione che dura oltre tredici mesi, dà alla luce uno o, più di rado, due piccoli.
Altre specie di tapiri sono abitanti del Nuovo Mondo, più precisamente in America centromeridionale e sono il Tapiro americano (Tapirus tapirus, fino agli anni ’70 del secolo scorso chiamato Tapirus americanus), il Tapiro delle Ande (Tapirus roulini) piuttosto raro e il rarissimo forse già estinto Tapiro di Baird detto anche Vacca di montagna (Tapirus bairdii).

Tapiro della gualdrappa Tapiro della gualdrappa (foto www.konicaminolta.com)

Scheda a cura di Giuliano Russini >>>

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