Felce - Genziana - Rovo
Erbe medicinali delle Alpi - Dalle erbe la salute

Felce - Polystichum filix

Habitat: luoghi ombrosi fino a 2.000 metri.

Nella pagina inferiore delle fronde, ai lati delle nervature, si trovano dei corpiccioli, i"sori"(1,5 millimetri di diametro), ricoperti da una sottile membrana.
All'interno dei "sori" si trovano dei corpi rotondi, microscopici, le cosiddette "spore" la cui funzione è di riprodurre la pianta. Sotto terra c'è una radice o "rizoma" orizzontale, nodosa e molto grossa. Questa pianta, che viene spesso raccolta anche a scopo ornamentale, è la felce maschio, molto comune anche da noi.
La parte medicinale è la radice o £rizoma" che si raccoglie in estate e che deve presentare, all'atto della raccolta e della frattura, un bel colore verde.
Questa radice, conosciuta fin dall'antichità, ha un deciso potere vermifugo. La radice, a questo scopo, si usa molto secca, si polverizza e se ne prendono quindici grammi, mescolati magari con miele o qualche liquido sì da renderla più appetibile. E' necessario, prima dell'ingestione della polvere, essere digiuni da almeno 12 ore. All'ingestione della polvere si farà seguire, dopo circa mezz'ora, un efficace purgante non oleoso. Con questa cura vermi e tenia scompaiono facilmente.
La radice, inoltre, debitamente bollita dà un ottimo decotto per bagni totali o parziali in grado di combattere crampi e reumatismi.
Anche l'aceto, nel quale siano stati bolliti rizomi di felce e usato per frizioni, è in grado di eliminare il gozzo e ridare elasticità ai muscoli irrigiditi da reumatismi. Nei crampi fastidiosi ai polpacci o al piede è sufficiente legare sulla zona afflitta una foglia verde.

Felce - Genziana - Rovo
Felce - Genziana - Rovo

Genziana - Gentiana lutea

Habitat: pascoli delle zone montane.

Pianta elegante alta circa un metro, dal fusto verde ed eretto, con fiori gialli, raccolti a mazzetti nelle ascelle delle quali si nota, a differenza di quelle inferiori, l'assoluta mancanza di picciolo. La radice della genziana è grossa, cilindrica, carnosa, coperta di squame, spugnosa e giallastra all'interno, di odore aromatico e di spore dapprima dolciastro, quindi amarissimo.
I pregi della genziana, di natura tipicamente tonica, sono racchiusi tutti nella radice che va raccolta nel tardo autunno o al primo germogliare della pianta, pulita accuratamente a secco, tagliata a pezzi ed essiccata al sole. Grazie a questa radice si potranno curare inappetenze e cattive digestioni, fugare febbri e vermi, apportare sensibili benefici in tutte quelle malattie con manifestazioni di natura nervosa.
Un ottimo aperitivo e digestivo è costituito dal vino di genziana, molto facile a prepararsi: si fanno macerare in un buon bicchiere di alcool puro, al quale sia stato aggiunto mezzo litro di acqua, circa trenta grammi di radice di genziana. Dopo 24 ore vi si aggiunge un litro di generoso vino bianco, lasciando macerare per 10 giorni ed agitando almeno una volta al giorno. Terminato il macero, si filtri il vino così ottenuto prendendone un bicchierino prima dei pasti come aperitivo o dopo i pasti come digestivo. Non può mancare per la genziana anche un elisir di lunga vita: si mettano a macero, in un bicchiere di alcool puro ed in uno di acqua, 25 grammi di radice di genziana, 15 grammi di corteccia di arancio amaro, 5 grammi di corteccia di china.
Dopo cinque giorni si aggiunga al tutto mezzo litro di marsala e, sul decimo giorno, si filtri e si beva un bicchierino prima dei pasti. Oltre ai suoi numerosi pregi, questo elisir è pure indicatissimo negli stati febbrili.
Dalla genziana, infine, possiamo estrarre un ottimo vermifugo. In un litro e mezzo di grappa si mettono a macerare 30 grammi di radice di genziana, 15 grammi di fiori d'assenzio, 15 grammi di rabarbaro e 15 di centaurea. Dopo dieci giorni si filtra e vi si aggiunge dello sciroppo ottenuto sciogliendo tre etti di zucchero in tre etti di acqua. Un bicchiere a digiuno per gli adulti, un cucchiaino per i bambini saranno sufficienti a mettere in fuga i numerosi vermi che spesso albergano in noi.

Rovo - Rubus fruticosus

Habitat: siepi e cespugli dal piano alle zone montane.

E' una pianta selvatica comunissima che cresce vigorosa un po' dappertutto, formando folti cespugli dotati di spine abbondanti e pungenti. Sul finire dell'estate giungono a maturazione quei frutti tipici, neri, simili a quelli del lampone e che vengono comunemente chiamati more.
nelle more sono contenuti zuccheri, albumine, numerosi acidi organici e soprattutto calcio e potassio, dei quali ultimi ogni corpo in fase di sviluppo sente una esigenza, si può dire, incontrollata. Per questa ragione i fanciulli ne sono particolarmente ghiotti ed è una ghiottoneria che li aiuta a crescere e a svilupparsi. La preparazione di marmellate di more è molto semplice: basta cuocere a fuoco lento le more con doppio peso di zucchero, fintantoché non si sia raggiunta una consistenza sciropposa. Qualche cucchiaio al giorno od anche più somministrato ai bambini porterà loro dei giovamenti inaspettati.
Le more bollite con acqua e un po' di zucchero forniscono, in estate, una delicata bibita rinfrescante, utile sia ai grandi che ai più piccini.. Bevanda, inoltre, che costituisce un ottimo rimedio contro i bruciori di urina. Le foglie ed i teneri germogli di rovo contengono tannino in quantità notevole. Sono perciò astringenti ed il loro decotto, preparato facendo bollire per qualche minuto in mezzo litro di acqua una manciata di foglie secche, si usa con successo contro la diarrea anche dell'età infantile, la dissenteria, gli sputi sanguigni.

Ferrante Cappelletti Dalle erbe la salute Piante medicinali dell'arco alpino Publilux Trento 1977

Genziana Genziana - Gentiana lutea (foto www.fioribrembani.it)

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