Erba medica - Medicago sativa L.
Atlante delle coltivazioni erbacee - Foraggere

Famiglia: Leguminosae
Specie: Medicago sativa L. e Medicago media Pers.
Altri nomi comuni: Erba spagna.

Francese: Luzerne, Foin de Bourgogne; Inglese: Lucern Alfalfa; Spagnolo: Alfalfa; Tedesco: Luzerne.

Origine e diffusione

L’erba medica è stata chiamata la “regina delle foraggere”, definizione certamente meritata.
Si è generalmente d’accordo nel ritenere l’Asia Sud occidentale come il più probabile centro di origine dell’erba medica e la sua coltivazione come pianta da foraggio può essere fatta risalire ad oltre 2000 anni fa. Essa era infatti conosciuta da Greci e Romani.
Principale centro di diffusione della sua più recente espansione sarebbe stata la Spagna, dove pare fosse stata reimpostata dagli Arabi agli inizi dell’VIII secolo.
Si stima che l’area totale coltivata a medica sia approssimativamente di 15 milioni di ettari.
In Italia è coltivata in Emilia Romagna, (più della metà della superficie totale italiana), segue la Lombardia, Marche, Lazio, Umbria, Abruzzo, Toscana, Veneto e Campania.

Erba medica - Medicago sativa L. Erba medica - Medicago sativa L. (foto www.agraria.org)

Caratteri botanici

L’erba medica coltivata appartiene alle specie Medicago sativa e M. media della tribù Trifolieae. La medicago media, da taluni considerata anziché una specie a sé stante una forma della M. sativa, è derivata dall’incrocio spontaneo di questa con la M. falcata.
Erba medica comune (Medicago sativa)
è una specie originaria degli altopiani iraniani, cioè dall’antica Media; è una pianta erbacea vivace che potrebbe vivere fino a 10-15 anni in ambienti adatti, ma che in genere in coltura vive molto meno (3-4 anni) a causa di svariate avversità.
Il seme è piccolo (1000 semi pesano 2 g circa), reniforme, di colore giallo verdognolo; una certa percentuale di semi (8-10% e talvolta anche di più) sono duri ma vanno considerati come normalmente germinabili. Dal seme spunta una radice fittonante che penetra rapidamente nel terreno e giunge di solito a superare di molto il metro.
La pianta di erba medica è costituita da numerosi steli eretti alti 0,80-1 m, che si sviluppano dal cespo dopo la raccolta degli steli precedenti. Questa del rapido ributto che rigenera la vegetazione dopo ogni taglio è una delle più importanti e apprezzate caratteristiche di questa foraggera.
Le foglie sono trifogliate; le foglioline sono allungate e denticolate nel terzo superiore del loro margine; le foglioline costituiscono circa il 45% del peso dell’intera pianta e sono le parti più nutrienti.
I fiori dell’erba medica comune si formano in numero di 10-20 su piccoli racemi ascellari e sono di colore azzurro-violaceo.
Il frutto è un legume a spirale, che di solito contiene da 2 a 8 semi.
La Medicago sativo è pianta moderatamente resistente al freddo, in quanto manifesta la tendenza a continuare a vegetare anche durante l’autunno, così rimanendo esposta al danno delle successive basse temperature. È invece molto resistente al caldo e al secco.
Erba medica variegata (Medicago media o M. varia)
E’ molto affine all’erba medica comune: ne differisce solo per avere subito l’incrocio spontaneo con la Medicago falcata. È questa un’erba medica selvatica, originaria della Siberia occidentale, diffusa in tutta l’Europa e l’Asia, caratterizzata da radici fascicolate, foglie strette, fiori gialli, legumi a forma di falce.
È pianta molto resistente al freddo in quanto in autunno, sotto l’azione dei giorni corti, arresta ogni attività vegetativa: è questo “letargo” invernale che conferisce alle piante la loro resistenza al freddo. Peraltro la resistenza al caldo e al secco è limitata.
L’erba medica variegata è così detta perché l’apporto genetico della M. falcata produce sul colore di fondo azzurro-violetto dei fiori, delle sfumature di tono verdastro, bluastro, giallastro o addirittura brunastro.

Esigenze ambientali e tecnica colturale

La duplice origine geografica e genetica della medica fanno sì che questa pianta sia coltivata entro un’ampia fascia di latitudine.
Negli ambienti caldi e aridi del bacino del Mediterraneo le popolazioni coltivate di erba medica sono riferibili a M. sativa pura; nelle zone dell’Italia centro-settentrionale e, soprattutto, nell’Europa centrale, dove ai fini della sopravvivenza acquista importanza la resistenza al freddo, le erbe mediche coltivate sono del tipo “variegato”
L’erba medica è una forte consumatrice d’acqua: ne consuma 700-800 litri per formare un chilogrammo di sostanza secca; nonostante ciò è la foraggera più resistente alla siccità grazie al suo apparato radicale capace di scendere a grande profondità, purché non trovi ostacoli.
L’erba medica teme moltissimo l’eccesso di umidità nel terreno, per la persistenza del medicaio è fondamentale la buona sistemazione idraulica dei terreni.
Il terreno più confacente alla medica è quello di medio impasto e quello argilloso di buona struttura, profondo, in modo da non ostacolare l’approfondimento delle radici.
Nei confronti del pH l’erba medica non tollera l’acidità.
Posto nell’avvicendamento
In passato il medicaio era mantenuto per un numero non predeterminato di anni e tenuto fuori rotazione. Attualmente la norma è di utilizzare il prato per 3-4 anni, inserendolo in rotazione.
L’erba medica è stata sempre considerata una coltura grande miglioratrice che di norma segue e precede il frumento, entrando in rotazioni di durata e tipo diverso.
L’unica incompatibilità dell’erba medica quanto a successione colturale è verso se stessa.
Consociazione
Una tecnica d’impianto del medicaio molto comune in passato era quella della bulatura con la quale l’erba medica si seminava in mezzo al frumento in fine inverno.
La moderna tecnica cerealicola, assai intensiva, ha costretto ad abbandonare questo metodo perché la fittezza e il rigoglio del cereale rendono impossibile che l’erba medica sopravviva al suo interno.
Le consociazioni permanenti dell’erba medica con graminacee foraggere perenni (erba mazzolina, avena altissima, festuca arundinacea) hanno una certa diffusione in altri Paesi, minima in Italia. Con la consociazione con graminacee si realizza qualche vantaggio (fienagione e insilamento più facile), ma si ha l’inconveniente di ridurre la quantità, assoluta e percentuale, di proteine producibili.
Preparazione del terreno
Nel caso di semina in bucatura, ossia di tra semina dell’erba medica nel frumento, nessuna speciale lavorazione preparatoria è richiesta.
Nel caso di semina specializzata è quanto mai opportuno un lavoro profondo, da rinnovo, per favorire l’approfondimento radicale. Questo lavoro va fatto presto nell’estate, per poter aver il tempo di realizzare quello stato di perfetto affinamento superficiale che la piccolezza del seme rende indispensabile perché le semine abbiano buon esito.
Nel caso di disponibilità di impianto d’irrigazione a pioggia, una tecnica che dà buoni risultati è quella di seminare il medicaio in estate sulle stoppie del frumento sottoposte solo alla “lavorazione minima” cioè ad un erpicatura superficiale.
Concimazione
La concimazione di fondo per il medicaio si basa sul fosforo, del quale le leguminose sono oltremodo esigenti; l’azoto non è importante data l’azotofissazione; il potassio in genere è abbondante nei terreni e nelle regioni dove la medica è diffusa. È opportuno che il concime fosforico, e quello potassico eventuale, sia dato prima della semina o, meglio ancora, prima dell’aratura. In modo da arricchire di fosforo gli strati profondi nei quali opererà l’apparato radicale.
Il letame sarebbe utilissimo al medicaio per il miglioramento delle proprietà fisiche del terreno, alle quali la medica è assai sensibile.
Semina
L’erba medica può essere seminata:
- 1 All’uscita dell’inverno dal momento in cui la temperatura raggiunge i 5-6 °C;
- 2 In fine estate perché le piantine possano raggiungere un buono sviluppo epigeo (4-5 foglie) e radicale /almeno 50 mm) all’arrivo dei freddi; infatti le piantine di erba medica quando sono molto giovani non resistono al freddo.
La semina di fine inverno (febbraio-marzo) è quella più praticata nel caso non si disponga di possibilità irrigue; potendo fare una o due irrigazioni ausiliarie, per assicurare l’emergenza, la semina estiva è senz’altro la più razionale.
La semina può essere fatta con diverse modalità:
- 1 In bucatura in mezzo a un cereale;
- 2 Semina in purezza su terreno nudo, per lo più primaverile;
- 3 Semina in purezza in estate dopo un cereale, con irrigazione ausiliaria.
La semina può farsi a spaglio, interrando il seme con una leggerissima erpicatura, o con la seminatrice del frumento, a file distanti 0,14-0,16 m. è della massima importanza curare che l’interramento dei semi non sia eccessiva: 20-30 mm è la profondità massima a cui si possono deporre i semi perché essi siano in condizioni di nascere.
Quantità di seme
Per avere le 350-400 piante a metro quadro che si considera il popolamento iniziale migliore di un medicaio è da ritenere che curando la perfezione del letto di semina e della semina risultati pienamente soddisfacenti possano essere conseguiti con quantità di seme non superiori a 15-20 Kg/ha.
In molti casi la rullatura può risultare utile per favorire le nascite.
Cure colturali
La concimazione fosfatica e fosfo-potassica in copertura del medicaio, anche se è una pratica corrente, non è molto razionale data la scarsa mobilità di questi elementi, come è stato detto P e K dovrebbero essere stati dati tutti prima della semina.
Controllo delle infestanti
Nell’anno d’impianto le infestazioni più comuni del prato di erba medica sono dicotiledoni annuali (Stellaria, Capsella, Sinapsi, chenopodium, Amaranthus ecc.), oppure monocotiledoni annuali (Digitaria, Setaria, Echinochloa). In seguito fanno la comparsa dicotiledoni poliennali come Taraxacum, Rumex, Plantago, o monocotiledoni come Alopecurus, avena selvatica, loiessa, Agropyron repens: anche se non prive di un certo valore foraggero, sono comunque da considerare infestanti della ben altrimenti pregiata erba medica. Molto temibile poi è la cuscuta che può causare estesi diradamenti a macchia d’olio. Il mantenimento in purezza del prato di erba medica è garanzia sia di longevità del prato sia di qualità del foraggio, che è massima solo nel caso di medicaio puro.
Il diserbo dell’erba medica può essere articolato come segue:
all’impianto del medicaio gli interventi possibili sono:
- 1 Pre-semina
- 2 Pre-emergenza
- 3 Post-emergenza
Nel medicaio impiantato
- 1 Durante il riposo vegetativo.
- 2 Alla ripresa vegetativa.
- 3 Controllo della cuscuta. Questa fanerogama parassita determina gravi diradamenti a chiazze sui medicai fin dal primo anno. La lotta specifica è quella a base di Propizamide, da fare localizzata o a tutto campo subito dopo lo sfalcio.
Irrigazione
Limitati sono i casi di erba medica irrigua, preferendosi destinare l’acqua a colture più reattive a questo mezzo tecnico, come quelle da rinnovo, le ortensi o, tra le foraggere, gli erbai primaverili-estivi ed estivi. Solo nelle estreme regioni meridionali a clima eccessivamente asciutto e caldo, l’irrigazione è necessaria e costituisce condizione indispensabile per ottenere produzione costante ed elevata.

Varietà e utilizzazione

La coltura plurisecolare dell’erba medica in ambienti variamente caratterizzati dal punto di vista podologico, climatico e fitosanitario e l’impiego ripetuto dal seme ottenuto in loco aveva col tempo determinato la formazione di ecotipi, dotati di caratteristiche assai apprezzabili di adattamento e di produttività.
Recentemente sono state costituite, seguendo metodi di selezione diversi, varietà migliorate, che presentano particolari pregi di produttività, di resistenza alle avversità, di durata, di rapidità di ributto dopo i tagli.
Dal 2000 il commercio di semi di erba medica è limitato alle varietà selezionate, con esclusione degli ecotipi.
Nell’anno di semina la produzione è scarsa. La piena produttività si raggiunge nell’anno successivo alla semina, al 3° anno la produzione comincia a declinare per progressivo diradamento. Al momento in cui si scende sotto le 100 piante a metro quadro il medicaio deve essere rotto perché la sua resa è compromessa.
Nel corso dell’anno il medicaio fornisce il suo prodotto, l’erba, in parecchi tagli: da un minimo di 2, nel caso di clima e terreno aridi, a 4-5 in condizione irrigua o di notevole freschezza; casi limite si hanno nelle colture irrigue delle zone subtropicali (oasi dei deserti) dove il medicaio, vegetando tutto l’anno, dà fino a 10-12 tagli di erba molto giovane.
Lo stadio vegetativo ottimale per il taglio è a fioritura iniziata da qualche giorno.
L’erba medica viene impiegata nel foraggiamento verde o affienata, l’insilamento è poco diffuso.
Il pascolamento dell’erba medica è da fare con prudenza perché l’erba giovane può provocare agli animali ruminanti il meteorismo, sindrome patologica anche mortale che consiste nell’abnorme gonfiore del rumine.
La fienagione è piuttosto delicata, specialmente al primo taglio in cui l’erba è grossolana per la presenza delle infestanti, e la stagione poco propizia per piovosità, umidità dell’aria e del terreno e scarsa radiazione solare.
La resa media annua di fieno del prato di erba medica può giungere fino a 13 t/ha, in condizioni più normali le rese si aggirano su 8-10 t/ha.
Un fieno di erba medica di ottima qualità ha un contenuto di protidi grezzi del 18-22% (su s.s.); il valore nutritivo è di circa 0,6 U.F. per Kg di s.s.
La raccolta del fieno va fatta con moltissima cura per evitare che manipolando il foraggio troppo secco si perdano le foglie, che sono la parte più pregiata.
Produzione di seme
Il seme di erba medica solo eccezionalmente viene prodotto in coltura specializzata per seme. Di norma il seme viene prodotto sulle colture da foraggio come produzione accessoria, in genere viene lasciato andare a seme il medicaio giunto all’ultimo anno, dopo aver falciato il taglio maggengo.
La maturazione è piuttosto scalare, per cui alla raccolta sono presenti legumi maturi accanto a parti verdi che ostacolano l’impiego della mietitrebbiatrice.
Le rese di seme di erba medica in media si aggirano sui 200-300 Kg/ha. Un’avversità piuttosto grave è l’insetto dittero Contarinia medicaginis, o cecidomia dell’erba medica, che provoca l’aborto di numerosissimi fiori.

Avversità e parassiti

Un avversità temibile è l’allettamento, frequente soprattutto nella vegetazione del primo ciclo, che di norma si sfalcia a maggio.
Tra le avversità vegetali ricordiamo:
- 1 Avvizzimento batterico (Corynebacterium insidiosum),
- 2 Maculatura fogliare (Pseudopeziza medicaginis),
- 3 Antracnosi (Colletotrichum trifolii),
- 4 Mal vinato (Rhizoctonia violacea),
- 5 Marciume delle radici, provocato dal Fusarium roseum, dal Verticillium alboatrum e da altri funghi.
Le foglie sono spesso rose dall’Apion, dal punteruolo (Phytonomus punctatus); i germogli possono essere attaccati dal misurino dei medicai (Biston graecarius).
Le colture di erba medica da seme sono spesso molto danneggiate dalla cecidomia (Contarinia medicaginis).
Una grave avversità dei medicai è costituita dalla cuscuta (Cuscuta spp.), pianta fanerogama parassita, che si avvolge attorno agli steli di erba medica con i suoi filamenti gialli e provoca diradamenti a chiazza circolare.

a cura di Francesco Sodi

Cereali
Leguminose Granella
Da tubero e orticole
Piante industriali
Foraggere
Versione italiana English version Versión española
Zootecnia Cani e gatti Coltivazioni erbacee Fruttiferi Coltivazioni forestali Insetti Prodotti tipici Funghi Parchi ed aree protette
Copyright © www.agraria.org - Codice ISSN 1970-2620 - Webmaster: Marco Salvaterra - info@agraria.org - Privacy